Il ridicolo sfogo di un multato sul tram

Il ridicolo sfogo di un multato sul tram. La vicenda sembra secondaria, ma racconta meglio di tante altre l’italietta di cui siamo ancora prigionieri. Sergio, il nome non è di fantasia, scrive a un giornale online per lamentarsi: ha preso una multa sul tram da una pattuglia di quattro controllori, ma il problema sarebbe che una ragazza filippina con l’abbonamento scaduto è stata invece graziata e lasciata scendere. A quello che per Sergio è un episodio molto increscioso, segue la di lui minaccia di rivolgersi alla Procura della Repubblica. Ora, noi siamo molto felici se davvero nel Paese i magistrati non avessero di meglio da fare che dirimere questioni risibili come una multa Atm: vorrebbe infatti dire che tutti, ma proprio tutti, i problemi seri sono stati risolti. Però non è così. Ennio Flaiano aveva capito bene l’Italia descrivendola come un Paese dove tutto è grave, ma mai serio. O dove è impossibile fare la rivoluzione perché ci conosciamo tutti.

Sergio è la rappresentazione di questo racconto: in un mondo normale un uomo adulto si vergognerebbe di non aver pagato il biglietto del trasporto pubblico. E mai si sognerebbe di raccontarlo pure su Facebook o a un giornale online. Invece lo fa. Perché il punto di Sergio non è che lui abbia violato una regola così inoffensiva, ma che qualcun altro (per di più secondo lui filippino e donna) ha commesso la stessa infrazione senza essere punito. Ora, posto anche che la ragazza fosse filippina, il pensiero di Sergio lo riteniamo velenoso. Le regole devono valere per tutti, siamo d’accordo. Ma non per questo quando le si trasgredisce bisogna cercare qualcun altro su cui scaricare parte della responsabilità. Vale nel piccolo come nel grande schema: l’Italia è stata fascista e non solo per la violenza di una minoranza. Però oggi si fatica a trovare famiglie che non fossero zeppe di partigiani. Senza autocoscienza non c’è rispetto per sé stessi, né per può esserci per le regole. Dunque cerchiamo ogni giorno di essere meno Sergio perché ci farebbe cadere sempre più in basso. O detto in altro modo: prima di scagliare la pietra, pensa.