La riforma del processo civile

La riforma del processo civileNella seduta del 5 dicembre 2019 il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della giustizia Alfonso Bonafede, ha approvato un disegno di legge di delega al Governo per l’efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie.

Obiettivo della riforma, che si sviluppa in 15 articoli, è di consentire speditezza, semplificazione e razionalizzazione.

Ecco le novità più rilevanti: l’eliminazione del rito Fornero per i licenziamenti illegittimi, la riduzione dei riti, la sostituzione dell’atto di citazione con il ricorso e l’introduzione di un’ammenda per le querele temerarie.

In particolare, il contenuto del d.d.l. riguarda i seguenti punti chiave:

  • rendere il processo più celere: riducendo i termini per svolgere le diverse fasi, incidendo sullo svolgimento dell’attività del giudice e delle parti anche attraverso l’utilizzo degli strumenti telematici;
  • incentivare il ricorso agli strumenti di risoluzione alternativa delle controversieper alcune materie (la mediazione è resa obbligatoria nelle controversie derivanti da contratti di mandato e rapporti di mediazione) ed escluderne l’obbligo in altri ambiti ove tali strumenti si sono rivelati poco efficaci, quali la responsabilità sanitaria, i contratti finanziari, bancari e assicurativi;
  • semplificare e accelerare la disciplina del processo di cognizione di primo grado dinanzi al tribunale in composizione monocratica. In particolare è prevista la sostituzione del procedimento ordinario di cognizione con un rito semplificato;
  • ridurrei casi in cui il tribunale giudica in composizione collegiale e prevedere, anche per il procedimento collegiale, l’utilizzo del ricorso come atto introduttivo;
  • assimilare il processo davanti al giudice di paceal modello previsto dinanzi al tribunale in composizione monocratica, eliminando il tentativo obbligatorio di conciliazione;
  • prevedere disposizioni per ridurre i tempi e i costi della procedura di espropriazione immobiliarequali l’autorizzazione del giudice nei confronti del debitore a vendere direttamente il bene pignorato senza pregiudicare le garanzie dei creditori;
  • introdurre uno speciale procedimento di mediazione in materia di scioglimento delle comunioni. In caso di esito negativo dello stesso, ilmediatore deve redigere una relazione finale da utilizzare nel successivo procedimento contenzioso.
  • comminare specifiche sanzioni nei casi diresponsabilità aggravata delle parti e dei terzi, riconoscendo quale soggetto danneggiato l’amministrazione della Giustizia, valorizzando il dovere di leale collaborazione.

Si tratta di un disegno di legge delega a cui il Governo dovrà dare attuazione con uno o più decreti legislativi da varare entro un anno dalla data di entrata in vigore della riforma.

Forse la novità più rilevante della riforma è l’eliminazione dell’atto di citazione, da sostituire con un ricorso. Ciò potrebbe alleggerire il carico di lavoro di avvocati, giudici e cancellieri (per alcuni scettici, però, l’eliminazione dell’atto di citazione non velocizzerà i processi e non garantirà la certezza della presa in carico entro 90 giorni, poiché la data dell’udienza potrà essere fissata arbitrariamente dai giudici).

Significative novità anche in tema di diritto del lavoro, in particolare nella disciplina del licenziamento. Nel testo della riforma emerge la volontà di eliminare definitivamente il rito Fornero, il quale stabiliva una corsia preferenziale per la trattazione delle controversie sul licenziamento illegittimo.

Con la riforma del processo civile invece si tornerà al rito unico, cosa che, almeno secondo i sostenitori del progetto, dovrebbe velocizzare i procedimenti e quindi alleggerire il carico giudiziario.

La riforma mira anche a potenziare il processo civile telematico e quindi eliminare, dove possibile, la produzione del cartaceo. Il nuovo processo civile prevede, infatti, il divieto agli ufficiali giudiziari di produrre le copie cartacee quando il destinatario dell’atto possiede un indirizzo di posta elettronica certificata.