Fake news e cambiamenti climatici, dalla Bicocca un articolo contro i baroni del petrolio

Riportiamo un articolo del professor Marco Grasso dell’Università Bicocca a proposito dei responsabili del cambiamento climatico. Quanto ci interessa, oltre ovviamente al tema dei mutamenti atmosferici, è la correlazione individuata dal docente tra industria petrolifera e proliferazione delle fake news. Un argomento su cui in molti si stanno confrontando in tutto il mondo. Anche a Milano. E siamo ovviamente disponibili a pubblicare interventi anche di chi non ritiene veritiere le conclusioni del professor Grasso.

Circa due-terzi delle emissioni globali di gas serra prodotte negli ultimi due secoli sono riconducibili all’attività di una manciata di imprese, i cosiddetti ‘baroni del carbonio’, che appartengano in grande maggioranza all’industria petrolifera. Più precisamente, il 62% delle emissioni di anidride carbonica e metano nel periodo 1751-2015 dipendono da 100 ‘baroni del carbonio’ (appartenenti alleindustrie del i) petrolio e gas, ii) carbone e ii) cemento). A queste imprese sono imputabili il 71% delle emissioni industriali globali dal 1988. Addirittura, un altro studio suggerisce che le emissioni storiche (1880-2010) e recenti (1980-2010) di queste 100 imprese hanno contribuito a circa il 57% dell’aumento osservato della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, a circa il 42-50% dell’aumento della temperatura media terrestre globale e a circa il 26-32% dell’innalzamento del livello globale dei mari nel periodo 1880-2010; e dal 1980 rispettivamente a circa il 43% (concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera), 29-35% (concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera) e 11-14% (innalzamento del livello globale dei mari)  a partire dal 1980

Insomma, i cento ‘baroni del carbonio’ hanno prodotto più della metà delle emissioni serra negli ultimi 25 anni, cioè da quando la comunità internazionale era già pienamente consapevole delle cause dei pericoli generati dai cambiamenti climatici.

La tabella successiva riporta le emissioni delle principali 20 imprese petrolifere pubbliche e private.

Emissioni delle imprese petrolifera 1988-2015, GtCO2e and % delle emission industriali globali 1988-2015

Impresa petrolifera Emissioni Percentuale Typologia
Saudi Aramco 40,6 4,5% Pubblica
Gazprom (Russia) 35,2 3,9% Pubblica
National Iranian Oil 20,5 2,3% Pubblica
ExxonMobil (United States) 17,8 2,0% Privata
Pemex (Mexico) 16,8 1,9% Pubblica
Royal Dutch Shell (United Kingdom/Netherlands) 15,0 1,7% Privata
China National Petroleum 14,0 1,6% Pubblica
BP (United Kingdom) 13,8 1,5% Privata
Chevron (United States) 11,8 1,3% Privata
PDVSA 11,0 1,2% Pubblica
Abu Dhabi National Oil 10,8 1,2% Pubblica
Sonatrach (Algeria) 9,0 1,0% Pubblica
Kuwait Petroleum 9,0 1,0% Pubblica
Total (France) 8,5 0,9% Privata
ConocoPhillips (United States) 7,5 0,8% Privata
Petrobras (Brazil) 6,9 0,8% Pubblica
Lukoil (Russia) 6,7 0,8% Privata
Nigerian National Petroleum Corp 6,5 0,7% Pubblica
Petronas (Malaysia) 6,2 0,7% Pubblica
Rosneft (Russia) 5,9 0,7% Pubblica
TOTALE 20 (Top 10) 273,6 (196,6) 30,4% (21,9%)  

Oltre a ciò, larga parte dell’industria petrolifera privata ha finanziato e promosso il negazionismo climatico, fenomeno che ha contribuito in modo sostanziale a paralizzare le politiche contro i cambiamenti climatici per decenni. In breve, l’industria petrolifera – direttamente tramite le emissioni e indirettamente tramite il negazionismo – ha avuto un ruolo cruciale nel generare e rendere ingovernabile il fenomeno dei cambiamenti climatici, i cui impatti stanno generando danni ingenti all’umanità e al pianeta. La ricerca condotta analizza in modo sistematico questi temi e aspira a gettare le basi per analizzarne le conseguenze etiche e, soprattutto, politiche. In particolare, la ricerca apre con una ricognizione dell’industria petrolifera, poi si concentra sul processo laborioso e insoddisfacente che ha portato l’industria petrolifera e riconoscere – controvoglia e ancora limitatamente – la realtà minacciosa dei cambiamenti climatici. Poi, analizza nel dettaglio il contributo diretto in termini di emissioni dell’’industria petrolifera alle emissioni serra globali. Infine, analizza come gli sforzi dell’industria petrolifera di destabilizzare la scienza attraverso il negazionismo siano stati, e continuino a essere, un potente contributo indiretto ai cambiamenti climatici.