Forza Italia commemora il trentennale della caduta del muro di Berlino

Forza Italia commemora il trentennale della caduta del muro di Berlino

Venerdì 8 novembre sala Brigida di Palazzo Marino si è svolto un incontro commemorativo a 30 anni dall’abbattimento del muro di Berlino, con la partecipazione dell’On. Cristina Rossello, Commissario di Forza Italia per Milano, Fabrizio De Pasquale, capogruppo dei Consiglieri comunali di FI, il Consigliere e giornalista Luigi Amicone, ai tempi inviato a Berlino e altri esponenti di FI.

Ospite d’onore e relatore della serata il Senatore Livio Caputo, Caporedattore esteri del Corriere della sera al momento in cui – del tutto inaspettata – giunse in redazione alle 21.30 del 9 novembre 1989 la notizia dell’abbattimento del muro che per ventotto anni aveva impedito ai tedeschi dell’est di recarsi all’ovest, costringendo a rifare in fretta e furia le pagine della sezione esteri del giornale che stava per andare in macchina, per raccontare l’avvenimento epocale: i berlinesi dell’est si stavano riversando all’ovest in centinaia di migliaia, sotto lo sguardo stupefatto dei Vopos (i poliziotti dell’est) che per la prima volta non avevano ricevuto l’ordine di sparare, come sempre era avvenuto nei 28 anni precedenti, provocando centinaia di vittime tra coloro che avevano tentato  la fuga, e molti cittadini addirittura si avventavano con mazze e picconi sul simbolo della divisione della Germania: l’unico muro mai costruito non per difendersi da nemici esterni, ma per impedire la fuga dei propri cittadini.

Caputo ha raccontato lo stupore dei berlinesi orientali, sorpresi dall’abbondanza e varietà dei beni di consumo disponibili per tutti; emblematica l’esclamazione di uno di loro: ”Ma qui hanno 39 varietà di salsicce, mentre da noi ce n’è una sola!”.

Simmetrica la sorpresa degli occidentali in visita all’est: l’industria della Repubblica Democratica Tedesca, considerata il gioiello tecnologico di tutto l’impero sovietico, si rivelò arretrata di vari decenni rispetto agli standard occidentali, palesando il vero motivo del crollo dell’impero sovietico: il fallimento economico e organizzativo del sistema comunista, nascosto al mondo per decenni dagli specchietti per le allodole delle conquiste spaziali e degli armamenti nucleari.

Si era così compiuto un fatto epocale, paragonabile per importanza alla rivoluzione francese.

Come hanno ricordato i relatori, molti –primo tra tutti Fukuyama con il suo celebre libro – hanno pensato alla fine della storia, purtroppo smentiti prima dall’11 settembre del 2001 poi dall’espansionismo planetario della Cina e dai rivolgimenti in corso in tutto il mondo arabo.

Anche la speranza di una pietra tombale sull’idea comunista si è rivelata illusoria: sopravvivono stati che si dichiarano comunisti come la Cina, il Vietnam, Cuba; vari stati dell’America Latina, anche se non si dichiarano comunisti, applicano politiche che si ispirano a tale ideologia. In Italia, se da una parte sopravvivono minuscoli partiti e movimenti dichiaratamente comunisti senza seguito numericamente apprezzabile, il comunismo è tutt’altro che morto – hanno sottolineato vari relatori – ma sopravvive sottotraccia, promuovendo idee stataliste e progetti redistributivi esiziali per il nostro sistema economico e per la nostra libertà.

In conclusione, se il crollo dell’impero sovietico seguito all’abbattimento del muro ha dimostrato clamorosamente il fallimento dell’ideologia comunista, l’dea alternativa, quella liberale, pur avendo collezionato in tutto il mondo successi economici e di qualità della vita indiscutibili  rimane ancora sotto attacco, soprattutto in Italia.