Olimpiadi, sette anni di guai

Olimpiadi, sette anni di guai. Non vogliamo essere negativi, ma realisti. L’Expo 2015 ha insegnato molto, ad esempio come rilanciare l’immagine di una città e affossarla di debiti per un paio di generazioni. L’unico che può essere felice dell’assegnazione delle Olimpiadi invernali a Milano e Cortina è Giuseppe Sala: ora il suo mandato ha un significato, i suoi evidenti fallimenti su tutta la linea passano in secondo piano e le sue cause legali potrebbero diventare un capitolo minore della sua vita politica. Per tutti gli altri arrivano dalle Olimpiadi  sette anni di guai. Pensateci: buona parte delle opere previste per Expo, tra cui le linee metropolitane, sono in ritardo e vedono i costi lievitare senza limiti. Un duplice problema: da una parte per la carenza di servizi che vengono comunque fatti pagare (vedasi aumenti dei biglietti, tasse, ecc) dall’altra perché si blocca il bilancio già in parte vincolato da un esercito di dipendenti pubblici dal doppio lavoro. Expo come ha ben riassunto Otello Ruggeri, Fi, “ci ha lasciato in eredità lo street food, centinaia di aspiranti chef disoccupati e un’immensa area cementificata inutilizzata. Speriamo che a qualcuno venga in mente di farci il villaggio olimpico, almeno da un lato si eviteranno altre inutili gettate di cemento e dall’altro si impedirà che cada nel degrado“. Il fatto poi che sia Sala a dirigere la macchina secondo noi è un problema: come raccontano le inchieste su di lui, è un uomo in grado di falsificare i documenti pur di arrivare al risultato. Il famoso detto “fare carte false” però è positivo solo quando la situazione è emergenziale. Non a caso buona parte delle scorciatoie prese da Sala sono dovute alla grande fretta di concludere i lavori prima dell’apertura di Expo. Però affidare a un uomo abituato a rispettare solo le regole che reputa idonee è saggio per Milano? Siamo e rimaniamo garantisti, quindi gli auguriamo in tribunale una piena assoluzione, ma da giornalisti sappiamo quanto non sia tutto oro quel che luccica. Comprese le decine e decine di aziende fallite perché Expo e le società che giravano intorno all’evento non hanno pagato i loro debiti. Così come quanto fosse fragile in realtà tutta la struttura, progetto compreso: infatti ancora oggi gli unici felici di essersi liberati di un terreno agricolo in tangenziale (al prezzo di terreno edificabile) sono i Cabassi. Sala secondo noi non è l’uomo giusto, ma sarà lui. Perciò prevediamo per queste Olimpiadi sette anni di guai. Nel nostro piccolo cercheremo di vigilare sui presunti 3 miliardi che dovrebbero arrivare.