I miliziani libici e il mistero degli interessi vaticani

san donato feriti libiciI miliziani libici e il mistero degli interessi vaticani. La questione dei militari libici curati negli ospedali italiani, San Donato in testa, non è ancora stata chiarita e ha alcuni aspetti ancora meno chiari: in particolare il ruolo del Vaticano. Perché la Santa Sede si interessa della questione? Che il Papa abbia il controllo diretto o indiretto della sanità italiana è cosa nota, ma è solo per questo che i libici sembrano aver usato quel canale? Secondo un articolo del Giornale infatti è quella la strada intrapresa dallo Stato libico:

La richiesta di aiuto è arrivata alla presidenza del Gruppo San Donato direttamente dall’ambasciata libica presso la Santa Sede: curare pazienti particolarmente compromessi che non riescono a trovare il supporto clinico necessario in patria. Nella giornata di mercoledì sono arrivati i primi quattro feriti di guerra: un uomo di 41 anni, uno di 38 e due giovani uomini di 28 anni, tutti con ferite da arma da fuoco che in alcuni casi sono andati incontro a complicazioni. In particolare durante un conflitto un soldato è stato trafitto alla testa da un proiettile, mentre al suo commilitone è esploso un ordigno contro l’addome. Gli altri due pazienti sono meno gravi e presentano un quadro clinico meno complesso, pur avendo riportato ferite da arma da fuoco. Per affrontare il viaggio in aereo, particolarmente duro per pazienti in queste condizioni, sono stati accompagnati e assistiti da due medici su mandato governativo. Al momento i quattro feriti, ricoverati in una stanza dedicata nel reparto solventi dell’ospedale San Raffaele, sono in fase di valutazione, l’equipe medica composta da un neurochirurgo, un infettivologo, un ortopedico e un dermatologo, infatti stanno studiando i singoli casi per decidere il da farsi. Atteso anche un quinto paziente, il sesto probabilmente non solo non era in condizioni da poter affrontare il viaggio, ma non è detto che ce la farà a sopravvivere ai segni che la guerra ha impresso sul suo corpo.

Ma perché non andare direttamente dall’Italia? Quali siano i rapporti tra Libia, o ciò che ne rimane, e il Vaticano è un ennesimo interrogativo che sembra destinato a rimanere aperto sulla questione. Nei prossimi giorni però è prevista una prima risposta ufficiale della giunta regionale lombarda che dovrebbe chiarire la dimensione del fenomeno.

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