Agenti immobiliari, Painini: il mercato in crescita dà slancio all’occupazione

In occasione della Festa del Lavoro intervistiamo Andrea Painini, neoeletto Vicepresidente dell’Associazione Nazionale Agenti e Mediatori d’Affari (Anama) sulla professione dell’agente immobiliare.

Innanzitutto qual è lo stato di salute del comparto immobiliare italiano?

Secondo dati Istat nel 2018 le compravendite sono aumentate del 4,7% rispetto al 2017. Anche i mutui in positivo: + 3,6%. Il mercato immobiliare cresce alla fine del 2018 e raggiunge i livelli del 2010. I primi segnali del 2019 fanno sperare in un anno in crescita nel numero delle transazioni e in una stabilità dei prezzi.

Circa un quinto del Pil dei principali Paesi europei, Italia compresa, fa capo al settore immobiliare e il peso del mattone, anziché contrarsi con la crisi degli anni passati, è in realtà aumentato. Quello che cambia con il passare degli anni è però la composizione del settore, con il mondo delle costruzioni che perde terreno e quello dei servizi immobiliari in netta ascesa.

Sappiamo che Milano è in uno “stato di grazia” dal punto di vista immobiliare, quali sono le ragioni?

La città ha saputo rigenerarsi da un punto di vista urbanistico e diventare sempre più attrattiva, una vera e propria calamita per gli investitori internazionali (dai fondi sovrani alle grandi aziende del terziario avanzato) che nella città trovano il terreno ideale per crescere. Va fatto notare che si stanno apprezzando anche quartieri periferici e semicentrali che storicamente soffrivano di più rispetto ad altri, questo anche grazie agli importanti flussi turistici ed alle future infrastrutture di trasporto pubblico.

Il segmento dell’intermediazione immobiliare come sta reagendo a questo ciclo favorevole?

I segnali sono positivi (rispetto al 2017- fonte gerardopaterna.com) sia nella crescita del numero di operatori “indipendenti” (+2,56%) che nell’incremento del sistema agenzie in franchising (+5,28%). Si stanno inoltre affacciando sul mercato nuovi operatori sospinti dal “proptech” – fusione delle parole property (proprietà) e technology (tecnologia), ovvero quelle imprese e quelle tecnologie che permettono l’incontro e la creazione di soluzioni digitali con un focus specifico nel settore immobiliare. Queste attività svolte da piattaforme online tendono a disintermediare, fornendo una serie di servizi “fai da te” a basso costo e con risultati ancora tutti da dimostrare.

Come giudica questi nuovi fenomeni?

Il mercato è libero e il consumatore con le proprie scelte sancisce quale modalità è vincente o no. Una cosa sulla quale però non si può derogare è che le “regole del gioco” siano uguali per tutti: agenzie, banche, siti, piattaforme, e tutti coloro che si cimenteranno nel settore immobiliare, anche alla luce della nuova normativa europea, dovranno garantire quei requisiti obbligatori di legge che stanno alla base di una sana concorrenza a vantaggio del consumatore finale.

Concludendo, cosa serve oggi agli agenti immobiliari italiani?

Gli agenti hanno bisogno di poter operare in un contesto di regole certe che consentano a chi ha le potenzialità di crescere di poterlo fare liberamente, senza essere frenati dalla lentezza normativa, dalla burocrazia amministrativa o dalla concorrenza sleale che mina la fiducia dei consumatori verso il settore.

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