1 Luglio 2020

Lombardia: 109 positivi e 6 decessi

Con 8.427 tamponi effettuati sono 109 i nuovi positivi al coronavirus registrati in Lombardia (di cui 49 a seguito di test sierologici e 31 ‘debolmente positivi’). Il totale dei contagiati sale dunque a 93.990. Sono 41 i pazienti in terapia intensiva (uno meno di ieri), e 277 negli altri reparti (-20). I decessi sono stati sei, per un totale di 16.650. Fra le province quella con più positivi è risultata Bergamo con 22, seguita da Milano (21 di cui 10 in città) e Brescia (19). A oggi in Lombardia sono stati riscontrati 94.010  (+109  di cui 49 a seguito di test sierologici e 31 debolmente positivi).  I ricoverati sono 277 (-20) dei quali 41 (-1) in terapia intensiva. I decessi sono stati 16.650  (+6). I tamponi effettuati sono stati  8.427, totale complessivo: 1.044.975. Nella provincia di Milano sono stati riscontrati  24.410 (+21) casi di cui 10.370 (+10) a Milano città.

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Mascherine biodegrabili per tutelare l’ambiente

Mascherine biodegrabili per tutelare l’ambiente. I Rotary Club italiani combattono l’utilizzo di mascherine e guanti monouso non biodegradabili che ha peggiorato l’inquinamento sia a terra, sia in mare. Si può già iniziare a ridurre l’impatto del fenomeno con il promuovere dispositivi DPI riutilizzabili e smaltibili correttamente, per passare urgentemente a proporre nuovi materiali più consoni a risolvere il problema. I Rotary Club italiani già da alcuni mesi avevano segnalato il problema e il suo continuo peggioramento, inserendo anche questo tema nel Programma “Plastic Free Waters” che ha portata mondiale e coinvolge tutte le flotte dell’IYFR “International Yachting Fellowship of Rotarians”. A fine maggio l’ONG francese Opération Mer Propre (OMP) ha nuovamente richiamato l’attenzione su questa nuova minaccia per gli ecosistemi marini dopo aver scoperto moltissime mascherine usa e getta e guanti in lattice nei fondali del Mediterraneo. Sono milioni e milioni di pezzi che ogni mese vengono dispersi nell’ambiente. Il pericolo è “che finiscano per diventare onnipresenti nell’ambiente” come avverte Joffrey Peltier di OMP. “Sarà l’inquinamento del futuro se non viene fatto nulla”. “Presto correremo il rischio di trovare più maschere che meduse nel Mediterraneo” ha aggiunto Laurent Lombard di Opération Mer Propre. Scegliere di acquistare mascherine riutilizzabili e lavabili, ormai ampiamente in commercio, e di lavarsi più spesso le mani anziché continuare a cambiare i guanti possono essere due azioni semplici, ma di grande aiuto per ecosistemi. “Con tutte le alternative che abbiamo – ha continuato Joffrey Peltier – la plastica non può essere la soluzione per proteggerci da COVID-19. Questo è il messaggio”. Il Rotary con l’associazione Mare Vivo sta valutando i rischi ambientali connessi allo smaltimento, dopo il loro utilizzo dei DPI, con conseguente dispersione nell’ambiente e, in particolare, nel mare. Si parla di quasi novanta milioni di mascherine giornaliere, solo in Italia e ci si domanda dove finiranno questi quantitativi enormi dopo l’uso. Cosa si sta pianificando per evitare che DPI magari contaminati finiscano dispersi nell’ambiente? Come si affronta il problema dello smaltimento? Fino ad ora l’urgenza di averne in enormi quantità stava evidenziando la necessità di produzioni sul nostro territorio. Comunque sia, ora occorre ridisegnare le caratteristiche e i materiali dei DPI in modo da consentirne il riuso in condizioni di sicurezza. La sfida che il sistema produttivo è chiamato a raccogliere per lo sviluppo del Paese richiede la messa a punto di nuove tipologie di DPI compatibili con l’economia circolare. Efficacia e durata dipenderanno dai materiali utilizzati: già ora molti sopportano – senza deformarsi – un lavaggio acqua e sapone a 60°, come indicato anche recentemente dall’Iss, che per realizzare le mascherine fai da te consiglia tessuti di cotone. Ma l’aspetto filtrante con l’uso del solo cotone è molto limitato, o addirittura assente. Maison Banchi Massimo Banchi, titolare di Maison Banchi con sede a Prato, ha affrontato con decisione questo tema negli ultimi mesi, ed è stato uno dei primi fin da marzo scorso a seguire l’appello del Governo e riconvertire la produzione per intervenire a limitare i danni del coronavirus fin da subito. Dr. Banchi, come si potrebbe fare per ridurre l’inquinamento? “Le nostre sono mascherine di contenimento. Non sono mascherine chirurgiche e non sono DPI. Per questo possiamo progettare e sperimentare sempre nuovi materiali in linea con le disposizioni, ma senza impattare su burocrazie inutili. Sono mascherine che trattengono perfettamente aerosol, schizzi e droplet. Sono le cosiddette mascherine di cortesia che evitano il contagio delle persone esterne, evitando che chi le porta possa trasmettere goccioline e droplet e di conseguenza il virus. Sono fatturabili con iva 22%, ma logicamente non possono essere immesse sul mercato a soli 50 centesimi. In farmacia le trovate a 5 – 6 euro, ma se considerate che sono riutilizzabili e lavabili per almeno 10 volte, il loro prezzo diventa ancor più conveniente di quelle chirurgiche che vanno gettate ogni 4 ore. Inquinando molto di più delle nostre, che già oggi in gran parte utilizzano materiali biodegradabili. Anzi, fra poco, appena concluderemo la sperimentazione, potremmo avere mascherine biodegadabili al 100%”.

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Arrestato rumeno con coltelli e minilanciafiamme

E’ stato bloccato mentre girava in strada con due grossi coltelli e utilizzava una bomboletta spray come un lanciafiamme servendosi di un accendino. L’uomo, un pregiudicato romeno di 49 anni in evidente stato di agitazione, non ha provocato feriti. I militari del nucleo Radiomobile sono intervenuti alle 22.40 di ieri in via Bovisasca, dove alcuni residenti avevano segnalato la presenza di un uomo delirante e minaccioso. Oltre alle due grosse lame da cucina, una delle quali seghettata, il romeno teneva lontani i carabinieri usando il lanciafiamme improvvisato. Ha anche tentato di colpirli con i coltelli. I militari hanno dovuto usare un taser per disarmarlo. Le scosse elettriche lo hanno immobilizzato senza causargli lesioni, come accertato dai paramedici del 118. Il romeno è stato arrestato per resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale. E’ stato trasportato in ospedale e trattenuto in osservazione in psichiatria. ANSA

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Ripartono in tribunale le udienze in presenza

Ripartono oggi, dopo mesi in parte di blocco e in parte di attività principalmente da remoto, ossia in videoconferenza, le udienze con le modalità “ordinarie” al Tribunale di Milano, anche se i giudici per la presenza in aula delle parti e dei testimoni dovranno garantire le regole di sicurezza “anticontagio Covid-19”, come l’utilizzo dei dispositivi di protezione e il distanziamento “di almeno un metro tra i presenti”. Lo ha stabilito, in linea con le recenti normative nazionali, il presidente del Tribunale di Milano Roberto Bichi. Le varie sezioni dei giudici dovranno fare in modo, come si legge nel provvedimento, di non ‘ingolfare’ di processi le giornate di udienza e stabilire semmai “criteri di priorità” di trattazione dei procedimenti. Restano salve le “modalità da remoto” per le udienze dei processi già fissati con provvedimenti prima del 30 giugno. Gli arrestati torneranno ad essere presenti nelle aule nelle convalide per direttissima, con una serie di regole per evitare assembramenti agli stessi orari. Udienze “in presenza” delle parti anche davanti a gip e gup, un ufficio quello dei gip dove si sta cercando di tornare alla normalità anche dopo le conseguenze dell’incendio di marzo, che ha causato anche problemi per molti fascicoli. Bichi, comunque, spiega che “l’osservanza delle disposizioni” anti Covid resta la “condizione per lo svolgimento dell’attività di udienza”. Gli avvocati nelle scorse settimane si erano lamentati a più riprese per la stasi delle attività. Intanto, al Palagiustizia in questi giorni c’è più presenza di persone, anche perché diverse cancellerie hanno riaperto al pubblico. E per domani anche i cronisti sono stati ammessi all’aula bunker davanti a San Vittore per assistere alla requisitoria nel processo sul caso Eni-Nigeria. ANSA

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Stroncata a Brescia una banda di spacciatori tunisini

Stroncata a Brescia una banda di spacciatori tunisini. Tra i protagonisti due soprannominati “la bestia” e “il bambino”. Un’organizzazione potente che è stata smantellata dalla Polizia di Stato di Brescia. Sono subito partite anche le reazioni politiche: “Ci sono dei mercati che indipendentemente dall’andamento delle vicende umane non subiscono contraccolpi. Come quello della droga. Neppure il lockdowm e la pandemia hanno fermato lo spaccio di droga. A Brescia non abbiamo bisogno di ‘risorse’ di questo genere: immigrati che spacciano. Un plauso alle nostre Forze dell’Ordine per aver stroncato un fiorente commercio di droga, tra l’altro pare di qualità scadente e dunque doppiamente pericoloso, gestito da una banda di tunisini che pensavano di poter fare ciò che volevano indisturbati”. Così il consigliere regionale leghista Francesca Ceruti commenta gli arresti di oggi nell’ambito dell’operazione Customers. E prosegue: “Il fatto che lo spaccio sia continuato indisturbato anche mentre tutti eravamo impegnati a contrastare il covid19 rende ancora più spregevole questi personaggi e le loro azioni che pur di trarre profitto personale non si fermano davanti a nulla neppure alla morte di molte persone. Questo fa riflettere su che moralità possano avere queste persone provenienti da un paese straniero e su come abbiano inteso integrarsi nel nostro paese”. “Occorre che ci siano pene certe e giuste per far capire che tutti coloro che intendono lavorare onestamente sono ben accetti mentre i delinquenti no. A prescindere dalla nazionalità ma a maggior ragione se si viene da fuori visto che si è ospiti”, conclude Ceruti.

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Gallera: esenzione per esami e visite a chi ha avuto Covid

“Tutti i cittadini che hanno avuto il Covid faranno gratis tutti gli esami e le visite con prescrizione medica, beneficiando di una esenzione regionale in attesa che il Governo la introduca a livello nazionale”. Lo annuncia l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, illustrando le misure contenute nel ‘pacchetto sanità’ approvato dalla Giunta regionale. “Le esenzioni per le attività di follow up post covid – spiega l’assessore Gallera – avranno il codice regionale di esenzione D97. E riguardano in particolare le visite infettivologiche, pneumologiche, cardiologiche, neurologiche, fisiatrica ed ematologica con gli esami diagnostici ad esse collegate”. “Sono inclusi – aggiunge – anche i colloqui psicologici/clinici particolarmente importanti per molte persone colpite da coronavirus. Le misure adottate, inoltre, rendono totalmente rimborsabile il tampone eseguito a seguito di positività anche a test sierologico privato (quelli a seguito di attività di screening regionali sono sempre a carico del fondo sanitario). Qualunque sia l’esito del tampone stesso”. Il rimborso del costo del tampone avverrà direttamente alla struttura che effettua il test. “Si tratta di misure di sostegno importanti – prosegue Gallera – in considerazione della gravità della pandemia e delle sue delicate conseguenze”. “Abbiamo messo a disposizione delle Ats – sottolinea l’assessore Gallera – 15 milioni di euro per assumere fino a 892 persone che saranno destinate al ‘tracciamento’ dei soggetti positivi ovvero alla definizione dei loro contatti, e a effettuare tempestivamente i tamponi in questa fase di particolare attenzione alle attività territoriali”. “Ogni Ats – spiega Gallera – nel momento in cui identifica un focolaio Covid in una comunità chiusa (ambiente di lavoro, quartiere, condominio ecc… ) a fronte dell’evidenza di trasmissione del virus, provvederà all’esecuzione dei test diagnostici molecolari a tutta la collettività. Valutando altresì l’utilizzo contestuale dell’indagine a supporto dei conseguenti provvedimenti di controllo”. “Ma faremo anche di più – ribadisce l’assessore Gallera – andando a monitorare a fondo la diffusione del virus. Ora che fortunatamente l’emergenza Covid negli ospedali ha superato la fase acuta e, di conseguenza, abbiamo la possibilità di eseguire un numero maggiore di tamponi sul territorio, ogni Ats attiverà settimanalmente approfondimenti epidemiologici. Individuando l’ambito territoriale che ha avuto il maggior numero di casi positivi nella settimana precedente e disponendo, nelle zone dove risiedono i casi risultati positivi (a esempio le sezioni di censimento), fino a 150 tamponi. Nonchè valutando anche l’esecuzione del test sierologico“.  

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