Al centro commerciale Le Cupole arriva “Stop al bullismo”

Il 9 Maggio, al Centro Commerciale Le Cupole a San Giuliano Milanese, su iniziativa della società di gestione CBRE in collaborazione con l’agenzia Jet’s, verrà organizzata una tappa di Stop al Bullismo, progetto educativo e formativo in tour nei centri commerciali, una giornata ricca di testimonianze, interventi, e foto con i fan dedicata alle scuole, alle famiglie ai giovani. L’evento prevede la straordinaria partecipazione di due noti psicologi e psicoterapeuti di fama internazionale, Rosanna Schiralli e Ulisse Mariani, dell’Ingegnere Informatico Vincenzo De Feo, esperto di bullismo, cyberbullismo, dipendenze, tutela dei dati e autore del libro, “…prima del CLICK”-autoprodotto-e dei giovani influencer di House of Talent.

Bullismo, condotte aggressive, violenza, prevaricazioni tra bambini e tra adolescenti; da qualche tempo questi fenomeni hanno preso forme e strade diverse e, utilizzando la Rete, sono diventati più eclatanti e distruttivi. Alla base di tutto questo si avverte una caduta della “relazione”, della capacità di condividere, dell’empatia. Vittime e bulli si fronteggiano spesso in completa solitudine, senza che un adulto intervenga, senza che nessuno provi ad affrontare e risolvere il problema, senza che nessuno si ponga seriamente il problema. In questa solitudine possono sovente consumarsi drammi che soltanto la cronaca nera riesce poi ad accendere le luci sul fenomeno. Di solito per un solo giorno; poi tutto ripiomba nel cono d’ombra. Eppure esistono modalità di intervento efficaci, a casa e a scuola, per proteggere e monitorare, per prevenire e risolvere, per insegnare il rispetto e l’empatia. Occorre solo che gli adulti non si girino d’altra parte e che si facciano carico del problema. L’obiettivo del progetto è sensibilizzare i ragazzi e, in particolare la Generazione Z, e gli adulti verso una tematica sociale molto diffusa, cercando di veicolare un messaggio importante: BULLO NON E’ BELLO. L’evento prevede il coinvolgimento delle scuole, con interventi mirati a spiegare il fenomeno, cercare di fornire ai ragazzi degli strumenti per difendersi e denunciare i propri aggressori, siano essi «fisici» o «digitali», e soprattutto creare un senso di consapevolezza affinché, chi subisce, non si senta più solo e sbagliato, ma sostenuto dai propri compagni che spesso assistono in silenzio. Durante l’evento verranno coinvolte le scuole del territorio e gli adulti che potranno incontrare Rosanna Schiralli, Ulisse Mariani e Vincenzo De Feo

 “Andiamo a braccio con i ragazzi dai 10 ai 14 anni, è un’età particolare, non avremmo mai potuto fare una lezione formale sul bullismo come si fa a scuola”-sottolinea Rosanna Schiralli-“la partecipazione è sempre intensa colma di momenti emotivamente importanti, i ragazzi hanno voglia di raccontare le loro esperienze, è bello pensare che sentano sia il contesto giusto per fare wash out

Si parte dalla definizione del bullismo,perché a volte non viene percepito o capito con esattezza. Con la caccia al tesoro invitiamo i piccoli ospiti a scovare l’elemento che lo connota,fondamentale per definirlo esattamente è chi osserva e non fa nulla, il testimone. Gli attori sono tre, il bullo, la vittima, i testimoni. Bisogna far capire l’empatia, essere nei panni dell’altro, il gioco è una simulazione di scene con testimoni classici e poi con quelli che intervengono, poi facciamo domande sulla scena, dando anche un piccolo gadget, emozionandoli, creando empatia. I ragazzi si sentono inclusi, i docenti restano sorpresi, fanno outing, raccontano le loro esperienze. E’ tutto molto bello. Il problema è che spesso gli adulti si disinteressano e il pomeriggio diventa più difficile averli con noi, perché pensano che il bullismo non li riguardi o che il loro figlio sia sempre il migliore e senza problemi comunque. La cosa fondamentale resta la comprensione, sentirsi nei loro panni, il senso vero della compassione, per abbattere il bullismo è necessaria l’empatia, che porta a modifiche a livello cerebrale, grazie all’educazione emotiva. Sappiamo che il cervello si completa a 22 anni e va insegnata la didattica delle emozioni. La magia dipende dal neuro rispetto, grazie ai neuroni a specchio scoperti dall’Università di Parma. E’ la nostra cabina di regia per trasformare le emozioni”. Dove si sbaglia con i ragazzi? “Chi dà tutto subito sbaglia, appena il ragazzo ha la prima frustrazione come una delusione amorosa, diventa uno tsunami, paura della vita, incapacità di gestire la frustrazione ed è l’anticamera di una possibile dipendenza. Bisogna investire sull’educazione emotiva. Nel nostro Paese vengono spesi 31 miliardi di euro l’anno per costi del Sert, delle malattie come Epatite C, le overdose , il carcere per reati legati alle tossicodipendenze, per le cause legali, la repressione, ma non è questa la strada”

 “Abbiamo avuto una platea di 550 ragazzi sino alla terza media, i ragazzi si emozionano, vogliono raccontare, si sentono soli, desiderano collaborare con gli adulti”-aggiunge Ulisse Mariani-” è la più grande emergenza, bisogna dare tempo, insegnare a emozionare, gestire le emozioni, per non avere bisogno delle dipendenze. E’ necessario attivare un Nuovo Umanesimo; siamo programmati per connetterci, nasciamo buoni, alla XII settimana di gestazione i gemelli già si toccano volontariamente, si accarezzano, vogliono condividere lo spazio. Il migliore metodo è giocare con i propri figli, tanti padri non lo fanno. Io sono nonno da tre anni, con un bambino bisogna interagire sempre, connettersi con loro, più lo facciamo, più il loro cervello cresce. La scuola è di tutti, ma tutti se ne fregano e invece va difesa e recuperata, se riuscissimo a fare educazione emotiva nelle scuole, si potrebbe invertire la rotta. Nella nostra corteccia preforntale ci sono i neuroni a specchio, riescono a mettersi nei panni dell’altro, vanno allenati e stimolati-e non messi a riposo-per sviluppare empatia. La famiglia è lontana dalla scuola, che non è preparata, questo metodo è efficace e utile per tutti”.

 “Bullismo e cyberbullismo sono problemi internazionali”-dice De Feo, che interverrà alle 11,30 del 9 Maggio a Le Cupole di San Giuliano-“fenomeni criminali al rialzo che hanno la loro accellerazione attraverso i social, che non hanno confini geografici, quindi si possono redimere con strumenti tecnologici e giuridici internazionali. Tutto quello fatto fino ad oggi è quasi pari a zero. Sono 2 anni che lo ripeto, lo ripeto e ripeto!” “Il tema educativo è quello delle regole (capirne il senso, stabilirle, chiederne il rispetto, dare l’esempio),

tutto al fine della sicurezza informatica; i filtri e i controlli parentali non sostituiscono l’attenzione per i propri figli e la necessità di stare insieme a loro quando iniziano a navigare on line, come neppure la definizione di regole e il dialogo. Per i ragazzi la dimensione digitale è ormai naturale, ma non sempre riflettono sulle conseguenze delle loro azioni. Vietare ai ragazzi l’utilizzo degli strumenti digitali sarebbe controproducente, come anche esporli sin da piccoli alla tecnologia, perché il loro cervello è plasmabile in base all’uso che ne viene fatto. Se i genitori usano i media peggio dei loro figli potrebbero sfruttare questa situazione per interagire maggiormente con i loro figli, insegnando le basi elementari su nozioni chiave, come la gestione delle emozioni e delle relazioni. La relazione tra genitori e figli è molto cambiata, spesso anche perché i genitori sono sempre più impegnati e il telefono cellulare dei figli permette loro di svolgere le proprie attività perché possono restare collegati con i figli a distanza. I nuovi media, spesso, diventano i nuovi baby sitter e i bambini possono prendere visione di contenuti inadatti alla loro età. I genitori dovrebbero supportare in modo positivo l´utilizzo dei nuovi media, integrandoli per esempio con le attività sportive, gestendo i momenti di noia”. Dagli 8 anni in poi cosa accade? “I bambini di 8 anni preferiscono i videogiochi perché sono molto coinvolgenti ed offrono stimolazione delle funzioni cognitive, come la memoria, o il ragionamento.E’ importante il tempo trascorso in rete, almeno quello riferito, per esempio, ai bambini di quinta elementare, che deve essere non più di un’ora al giorno, perché significa che durante il resto della giornata hanno molto altro da fare nella vita reale. La facilità di accesso alla rete è un altro dato significativo, perché non dovrebbero avere l’accesso libero a internet, ma essere limitati ad accedere solo in caso di di wi fi con i limiti di tempo e di luogo. Bisogna mettersi al fianco dei figli per partecipare con loro all’attività che stanno svolgendo, chiedere cosa stanno facendo, a quale videogioco stanno giocando, fargli sentire il proprio interesse. Spesso il telefono viene messo nelle mani dei più piccoli solo perché non disturbino, come al ristorante e il genitore, spesso, non sa cosa stia facendo

il figlio on line. Il canale di comunicazione del dialogo tornerà utile quando saranno un po’ più grandi». Dagli 11 anni il gruppo dei pari assume importanza primaria e l´interesse passa sui Social Network e sui cellulari. Gli adolescenti vogliono esserci, soprattutto le femmine, che vogliono avere le attenzioni degli altri attraverso like e commenti. Il proprio profilo online viene utilizzato per confrontarsi con gli altri, caricare foto o filmati, cercare nuovi amici, chattare e giocare, avere tantissimi “amici”, ma incorrono nei rischi, come la distrazione dai compiti scolastici, o il cyberbullismo. Gli adolescenti utilizzano il telefono cellulare per comunicare, non danno importanza alle regole grammaticali, abbreviano le parole, esprimono le loro emozioni con emoticon, o faccine, vogliono appartenere a un gruppo e allontanarsi dagli adulti”. Con l´adolescenza tutto si complica ancora di più… “Sì, perché si desidera l’inclusione, è basilare sentirsi accettati dagli altri, entrare in rete anche in anonimato ed ecco le trappole. L’´amicizia, la mancanza di omertà, il dialogo hanno il potere di salvare una vita; la famiglia é importante, come avere punti di riferimento e guide ed esempi da seguire, punti di riferimento importanti, modelli e sostegni”. Foto e video, come comportarsi? “La pubblicazione in rete delle proprie foto o video è da valutare con attenzione; per i bambini di quinta elementare, una percentuale bassa utilizza gli smartphone, pubblicando foto o video di se stessi, perché a quell’età i limiti posti dai genitori vengono ancora rispettati. Il discorso è diverso per i ragazzi di prima e seconda media, perché mettere in rete foto e video è collegato all’esigenza di visibilità che i ragazzi hanno a quell’età. Il bisogno di essere accettati diventa più forte dei divieti dei genitori e a quest’età si tende a trasgredire le regole. Il buon esempio dei genitori nella vita reale e in quella virtuale, comunque, è alla base; scrivere offese, pubblicare fake news, condividere con superficialità sono tipiche di molti genitori, come eccedere nell’uso del telefonino a tavola, o pubblicare le foto dei figli. Non solo per gli utilizzi delle foto, ma anche per una questione di rispetto. Che messaggio diamo ai nostri figli quando pubblichiamo in rete momenti privati della nostra famiglia? Bisogna limitare la pubblicazione delle foto dei nostri figli».

All’evento non mancheranno i ragazzi di House of Talent, influencer molto amati dai ragazzi, testimonial dell’iniziativa, che utilizzeranno i propri canali social per promuovere la campagna di sensibilizzazione, invitando i loro follower a partecipare all’evento, che saranno presenti per incontrare i fans ed esibirsi sul palco. Il pomeriggio èdedicato a tutti i giovani; l’evento èintrodotto da un talk sul tema del bullismo con esperienze personali raccontate dai ragazzi. Al termine degli interventi inizia uno show interattivo con i ragazzi presenti; gli influencer rispondono alle domande che i fans hanno pubblicato sulle pagine social dell’evento, ma sono a disposizione anche per le domande

Sono presenti treragazzi di House of Talent che dopo il talk show incontrano i fans per foto e autografi. Il Tour sarà accompagnato dall’autorevole presenza della testata giornalistica Focus Junior.

GLI ESPERTI

Rosanna Schiralli-psicologa e psicoterapeuta, Direttore Scientifico del Festival nazionale dell’Educazione, si occupa di ricerca a livello internazionale su modelli di intervento di prevenzione del disagio infantile e giovanile basati sui principi dell’educazione emotiva. Conduce Scuole per Genitori in molte realtà italiane ed è autrice di manuali e testi sull’educazione in famiglia e a scuola per le maggiori case editrici nazionali. Dirige un centro di psicoterapia a Viterbo ed è Presidente di Emotional Training Center, una Onlus che di occupa di progettazione europea per la diffusione dell’Educazione Emotiva nei Paesi della UE. Collabora con diversi periodici italiani e interviene in molte trasmissioni Rai, Mediaset e La7.

Ulisse Mariani-psicologo e psicoterapeuta, Dirigente presso l’Unità Operativa di Psicologia della Asl di Viterbo si occupa di dipendenze patologiche e di stati di disagio a carico della fascia giovanile. Conduce corsi di formazione per docenti in molte scuole italiane. Si occupa di ricerca a livello internazionale per lo studio e la diffusione di metodi di prevenzione del bullismo, delle condotte aggressive, dell’abbandono scolastico, degli stati di tossicodipendenza e dell’alcolismo giovanile. E’ autore di numerosi manuali per genitori e docenti su diverse tematiche educative. Insieme a Rosanna Schiralli è ideatore della Didattica delle Emozioni, il nuovo format educativo, ormai noto in tutti i Paesi dell’Unione Europea, basato sui principi dell’Intelligenza Emotiva.

Vincenzo De Feo-laureato in Scienza dell’Informazione, ha maturato un’importante esperienza nelle politiche giovanili all’Università di Pisa; prima della Laurea ha sviluppato attività nel settore Hardware con notevole successo, negli Anni 90 ha lavorato in una società di Telematica a Milano, due anni dopo ha sviluppato il primo sw con tecnologia Push, poi ha fondato la sua prima Co, diventata la terza in Italia per numero di clienti nel settore delle banche dati. Su Panorama Economy ha redatto la rubrica “Lavori in corso”, ha siglato accordi con Assolombarda, API, Associazioni SOA, Assotel, Esprinet, primo distributore di informatica in Europa. Ha brevettato un impianto multimediale e tecnologico cosiddetto Totema interatttivo, precursore dello smartphone, ancora oggi in uso nel mondo. 25 anni di esperienza informatica nel settore ad alta tecnologia, lo ha portato oggi ad essere consapevole e critico su problematiche sociali e professionali nel nostro Paese. L’esperienza da genitore, fatta nel 2013, lo ha costretto ad affrontare tutte le complesse problematiche dell’adolescenza in una città difficile come Milano per assicurare il figlio allora minorenne mettendolo al riparo da problemi spesso senza apparente via di uscita. Interviene spesso sui media come esperto, è relatore all’interno di convegni a carattere anche istituzionale ed è presente all’interno degli istituti scolastici per fare informazione e prevenzione sulle dipendenze che colpiscono i nostri giovani. Motivatore e coach, basa i suoi metodi sui principi dell’intelligenza emotiva