Rapine in farmacia, preso ultrà dell’Inter amico di Piscitelli

PiscitelliIn rapporti con la curva dell’Inter e con quella gemellata della Lazio, tanto da essere invitato al matrimonio della figlia di ‘Diabolik’, alias Fabrizio Piscitelli, leader degli Irriducibili laziali, ucciso con un colpo di pistola il 7 agosto scorso a Roma, mentre correva al parco. Questo il profilo di Alfio Marino, 47 anni, nome conosciuto nell’ambito delle tifoserie sportive, di cui era organico, in base a quanto hanno ricostruito gli agenti del commissariato Comasina, di Milano, che lo hanno arrestato per quattro rapine avventure tra luglio e agosto. La prima attività di Marino – originario di Catania – era proprio la rapina, tanto che si era tatuato sull’addome una scritta vistosa alta 10 centimetri: “Articolo 628 Codice Penale“, ovvero il corrispondente articolo di legge per questo reato. Perchè il tatuaggio? “Perche’ questa è la mia vita” ha risposto agli agenti che glielo hanno chiesto quando lo hanno preso, all’indomani dell’ennesimo episodio. I poliziotti, guidati da Antonio D’Urso, lo hanno pedinato a lungo, aiutati dai colleghi della squadra mobile, arrivando, in due episodi, molto vicini alla flagranza. Quattro le rapine dell’ammontare di massimo 500 euro, avvenute tra una farmacia di via Angeloni 20, e un negozio di articoli per bambini in via Astesani: il 12 e il 19 luglio, e il 19 e 23 agosto. Il primo colpo era stato messo a segno il giorno prima di recarsi a Roma, per il matrimonio della figlia dell’ex capo ultrà della Lazio, che sarebbe stato assassinato meno di un mese dopo.

L’indagine contro Marino ha costretto la polizia a visionare lungamente le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, riscontrando abiti e oggetti che poi avrebbero ritrovato nell’auto di lui, una Mercedes Classe B, che usava di fatto come abitazione, visto che all’interno c’erano anche uno spazzolino e degli asciugamani. Il pregiudicato – una sfilza di precedenti per rapina, truffa e spaccio – usava come appoggio la casa dei genitori, che lo volevano però allontanare, e quella di un amico, cocainomane come lui, in piazza Bruzzano. Aveva preso di mira così tante volte la farmacia di via Angeloni, che nel caso del 19 luglio era entrato dal retro e con la minaccia di un coltello da 20 centimetri si era fatto consegnare direttamente dalla cassaforte 500 euro in contanti; lo stesso coltello poi ritrovato dagli investigatori nella sua auto. Confermata la versione da parte anche dell’amico che gli offriva appoggio, l’uomo è stato arrestato e portato in carcere, dopo la convalida del fermo ottenuta ieri.

AGI