Con il licenziamento di Mancini abbiamo perso tutti

Con il licenziamento di Mancini abbiamo perso tutti. Per carità: silurare una spia di alto livello è un gran colpo giornalistico in linea generale, ma qui non si tratta di una spia che stava tradendo il suo compito. Solo di un grande professionista dello spionaggio che ha avuto la sfortuna di legarsi al personaggio politico più odiato della storia recente. Perché Renzi è odiatissimo e Report fa parte di quella fazione trasversale alla politica e alla stampa che ha deciso di attaccarlo sempre e comunque. E’ innegabile: il servizio di Report ha moltissime ombre, perché una persona normale (come dovrebbe essere “l’insegnante” testimone dell’incontro all’autogrill) non riesce a sentire cosa si dice dall’altra parte di un parcheggio. Eppure la teste chiave di Report aveva l’udito bionico a quanto pare. Ma si sa che la gente vede ciò che le fai vedere: e il punto era sputtanare Renzi un’altra volta. A silurarlo non ci sono riusciti perché il Rignanese ha dimostrato di avere le spalle troppo larghe. Ma non è lo stesso però per chi gli si avvicina. E Mancini non fa eccezione nonostante il suo operato sia stato difeso da ben quattro governi di colore diverso. Perché un buon servizio di spionaggio fa più sicurezza di una flotta di incrociatori. Salva le vite del popolo dentro e fuori i confini nazionali con l’efficienza di un battaglione di Lagunari, ma senza scatenare guerre. Ecco perché con il licenziamento di Mancini abbiamo perso tutti: è ed era una grande spia. Messa alla porta perché i due Matteo hanno sfidato poteri storici italiani. Quelli chiamati volgarmente poteri forti, o in altre sedi classi dominanti. Gli stessi che preferiscono privarsi di una grande spia solo per colpire i giovani arroganti che hanno dimostrato di non temerli. L’unica speranza è trasformare quelli come Mancini in martiri di una causa più grande: ristabilire regole normali di convivenza democratica. Mettere insomma fine a questa democrazia che può funzionare solo se il popolo vota ciò che secondo il Re è giusto. Una democrazia sotto tutela di poteri consolidati e autocratici, perché così è una democrazia ocrtoyé. Qualcosa cioè di concesso dalla classe dominante, ma solo se il popolo fa il bravo. Perché chi è al potere oggi non pensa al bene della nazione, ma solo alla propria conservazione. Così preferisce lasciare al macello una spia di alto livello, cioè una protezione di alto livello, solo per punire chi li ha sfidati.