4 Luglio 2021

Parco delle Cave: si aspetta il morto per impedire la balneazione?

Premessa: il divieto nel laghetto del Parco delle Cave c’è già. Premessa banale: i divieti senza controlli sono lettera morta. In queste due frasi si potrebbe riassumere la situazione attuale nel parco delle Cave, dove gente accaldata e non sempre sobria decide che farsi il bagno, nonostante i divieti sia una buona idea. Ovviamente, non è affatto una buona idea. Il Municipio si è da tempo impegnato a proteggere le vite dei bagnanti, ma allora cos’è che non funziona? Ce ne parla il Consigliere di Municipio 7 Franco Vassallo: “Come sempre, a questa Giunta i Municipi interessano solo se di sinistra e solo quando applaudono. In ogni altro caso, le nostre proposte, proteste e mozioni sono lettera morta. Il caso del laghetto del Parco delle Cave è emblematico: in quel posto la gente ci muore. Sembra basso, ma non lo è. Sembra una buona idea per raffreddarsi, ma non lo è sempre. Non è custodito, ovviamente, visto che non è balneabile. Ma senza un controllo effettivo con 40 gradi non tieni fuori la gente con un cartello. A meno di non usarlo come li usava Don Camillo. Gli scorsi anni un minimo di collaborazione con la Vice Sindaco c’era stata. Quest’anno ci sono le elezioni e la Giunta ci ignora. Il Presidente Bestetti ci ha provato a tenere fuori la gente (che, peraltro, in acqua sicuramente non tiene la distanza Covid). Ma senza l’intervento della Polizia Locale sono parole al vento. Cosa si sta aspettando ad intervenire? Il morto? Purtroppo ve ne sono stati diversi negli anni, non sono bastati? Evidentemente no. E spiace, perché siamo costretti a guardare impotenti. Come sempre, il partito che si autodefinisce democratico, trascura le voci dissenzienti. Il partito che vorrebbe il carcere per chi discrimina le minoranze, discrimina la minoranza. Tutto normale, quindi, si ha ragione solo se si ha la tessera giusta in tasca. Anche quando si dicono banalità tipo: se non tieni la gente fuori dal laghetto prima o poi succederà una tragedia. E quel giorno, aver avuto ragione non ci darà alcuna soddisfazione. E non renderà meno triste la tragedia”.

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Bernardo: Sala è stato un bravo sindaco ma correrei per vincere

“Ho sentito Salvini, la mia disponibilità c’è, ma non c’è nessuna sicurezza”. Lo ha detto Luigi Bernardo, primario di pediatria al Fatebenfratelli, a proposito della sua possibile candidatura a sindaco di Milano, poi, in merito al Sindaco Giuseppe Sala “è stato un bravo sindaco, è una brava persona, l’ho conosciuto, ha visto il mio reparto. Non ho nulla da dire, abbiamo probabilmente idee diverse su qualche cosa, forse qualcosa di più”. Lo ha detto Luigi Bernardo, primario di pediatria al Fatebenfratelli, possibile candidato sindaco di Milano per il centrodestra, durante una visita a un banchetto della Lega dedicato ai referendum sulla giustizia. “In cosa mi sento diverso da Sala? Io faccio il medico, l’ospedale lo vivo con le mani dentro il sociale. Questa è una piccola differenza tra noi. Per il resto lo ritengo un gran signore” ha aggiunto il medico. Quanto a una cosa che, a suo parere, non va di Milano ha proseguito: “Credo sia il fatto che stiamo uscendo da un nemico invisibile che è stato il Covid, io l’ho vissuto, ho lavorato vivendo un mese e mezzo in ospedale. Abbiamo lavorato tanto, e questo ha fatto sì che molte persone tornassero a casa. Abbiamo perso una generazione di anziani, di adulti, e credo che quello che dobbiamo fare è riaccendere la luce su Milano e guardare al futuro”. “Battere Sala è possibile? Io corro per vincere”, ha continuato Bernardo, aggiungendo di avere votato in questi anni nell’area centrodestra senza specificare quale partito. Quanto alle poche settimane a disposizione per l’eventuale campagna elettorale ha detto di non essere affatto preoccupato: “Faccio il terapista intensivo alla Macedonio Melloni, per cui per me emergenza e urgenza vuol dire correre veloce”. In ogni caso se dovesse correre contro Sala il medico ha assicurato che la sua sarebbe “una campagna non gridata, ma di ascolto e rispetto reciproco. Non si sentirà mai dalla mia parte parole più alte del tono normale dobbiamo spiegare a, persone cosa dobbiamo fare non cosa vogliamo gridare”.

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Bernardo firma i referendum della Lega. Prossimo alla candidatura?

Luca Bernardo, primario di Pediatria dell’Asst Fatebenefratelli Sacco, ieri ha firmato i referendum sulla giustizia di Lega e Radicali. Una scelta che sembra avvicinarlo ulteriormente alla candidatura a sindaco di Milano per il centrodestra, anche se non c’è alcuna ufficialità e lui per primo ribadisce di aver dato la disponibilità ma che non sono state prese decisioni. Dopo tanti nomi annunciati e poi archiviati è teso il clima nel centrodestra, con la sensazione degli alleati che ormai non ci sia più tempo. E questo spiega la dichiarazione distensiva di oggi di Giancarlo Giorgetti. “Si tratta di aspettare. Tanto – ha detto durante una visita a un gazebo della Lega a Varese – le campagne elettorali con l’agosto di mezzo si riazzerano e si riparte”. Insomma niente fretta, anche se in realtà per organizzare una lista civica, che appare irrinunciabile, dopo che tanto si è parlato di un candidato civico, tempo serve. ANSA

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Emessi sei DASPO Urbani da intere linee metropolitane

Non potranno più avere accesso ad intere linee della metropolitana di Milano dai sei ai dodici mesi. Sono sei i provvedimenti di Divieto di accesso alle aree urbane che hanno interessato in tre casi intere linee metropolitane:in un caso la linea rossa,in un secondo le linee verde, gialla e rossa e, in un altro, la linea gialla. I primi due provvedimenti sono stati emessi, lo scorso 18 giugno, a carico di due donne  residenti nel campo nomadi di Cascina Gobba, che frequentavano la rete metropolitana di Milano chiedendo insistenti offerte di denaro,comportamenti che spesso vengono tenuti per distrarre i viaggiatori al fine di derubarli. Analogo provvedimento è stato emesso, in data odierna, a carico di un uomo italiano di 43 anni, già destinatario del foglio di via dal comune di San Donato Milanese presso cui si recava per acquistare droga nel vicino Boschetto di Rogoredo, che è stato colto più volte a chiedere dazioni di denaro  ai viaggiatori in transito con fare molesto e insistente sulla linea MM3 “ gialla” che avrebbe utilizzato per acquistare eroina proprio alla fermata capolinea: per lui scatta l’inibizione dall’intera linea MM3 per dodici mesi. Altri tre daspo urbano per dodici mesi sono stati irrogati, sempre nella giornata di oggi, a carico di tre donne di origine ROM, con numerosi precedenti per furto aggravato, che non potranno più accedere alla stazione metropolitana “ DUOMO” né gravitare nelle immediate vicinanze degli accessi di superficie, circostanza che impedisce quindi loro di frequentare buona parte di piazza Duomo. È questo il frutto dell’intensa attività di prevenzione disposta dal Questore di Milano  nella rete metropolitana cittadina, svolta in sinergia dalla Polmetro e dagli specialisti di Misure di Prevezione personali della Divisione Anticrimine i quali, a seguito dei frequenti servizi di controllo straordinari effettuati nel mese di giugno,  hanno allontanato per 48 ore  dalla rete metropolitana circa cinquanta persone che, a vario titolo, hanno tenuto condotte che impediscono la libera fruizione dell’infrastruttura di trasporto. Al fine di diffondere una vera e propria cultura della  “sicurezza partecipata” e coinvolgere quanti più soggetti a contribuire al mantenimento dell’ordine la sicurezza pubblica, nell’iniziativa di prevenzione è stato conivolto anche il servizio di sicurezza dell’Azienda Trasporti Milanesi che ha messo a disposizione alcuni suoi addetti alla Security.

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Tre arresti per spaccio e furti nei locali di Porta Venezia

La Polizia di Stato ha arrestato tre persone per furto aggravato in concorso e per spaccio di sostanze stupefacenti: la notte scorsa gli agenti della Squadra Mobile milanese, impegnati in un servizio di contrasto allo spaccio di droga e ai reati predatori nella zona di Porta Venezia, hanno notato due uomini che, verso le ore 01.00, si aggiravano con fare sospetto tra i clienti di un locale in via Lazzaro Palazzi. Uno dei due ha appoggiato la propria giacca sullo schienale di una sedia dove una giovane cliente di 21 anni aveva appeso la propria borsetta. L’uomo ha ritirato poco dopo la propria giacca nascondendovi all’interno la borsa rubata alla ragazza e l’ha poi passata al proprio complice che l’ha nascosta nello zaino prima di allontanarsi. I poliziotti li hanno subito fermati, attraversata la strada in via Tadino, e li hanno arrestati; si tratta di due persone con precedenti penali per furto: l’uomo che ha prelevato la borsa è Z.B., cittadino marocchino di 29 anni, e il complice che l’ha nascosta nello zaino, invece, è S.B. cittadino algerino. La borsa contente denaro, documenti di identità e la tessera universitaria è stata riconsegnata alla ragazza che non s’era accorta del furto. Mercoledì 30, invece, a metà pomeriggio, gli agenti della Squadra Mobile avevano arrestato in via Biondi un 47enne italiano, D.B., per spaccio di droga. Durante l’attività investigativa, i poliziotti erano risaliti all’uomo quale verosimile spacciatore di cocaina e lo hanno seguito: identificata la vettura in suo possesso, gli agenti lo hanno visto salire a bordo verso le 16.30 e raggiungere via Biondi dove, a bordo dell’auto, è salito un altro uomo che è risceso dopo pochi metri per entrare in uno stabile. Subito controllato, quest’ultimo è risultato essere un 53enne italiano che aveva appena acquistato 2 bustine con 1,3 grammi di cocaina dalla persona alla guida dell’auto. Confermata la cessione di droga, un secondo equipaggio ha bloccato la vettura e controllato il conducente, risultato avere precedenti per un omicidio doloso, che, nel cassetto portaoggetti, aveva altre 17 bustine con 11, 4 grammi di cocaina e 470 euro nel portafoglio. In casa, inoltre, i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato oltre 60 grammi di cocaina, 11.700 euro e un bilancino di precisione.

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Riforma socio sanitaria: giornata di audizioni e confronto con le associazioni dei pazienti

Riforma socio sanitaria: giornata di audizioni e confronto con le associazioni dei pazienti. Numerose le adesioni, con oltre trenta associazioni intervenute in presenza con i loro rappresentanti. Un’intera giornata dedicata al confronto sulla riforma socio sanitaria con le associazioni dei pazienti e le associazioni che operano in ambito sanitario. E’ quella che si è tenuta oggi nell’Aula del Consiglio regionale promossa dalla Commissione Sanità. Numerose le associazioni che hanno aderito alla giornata, oltre una trentina delle quali intervenute in presenza: nell’Aula del Consiglio regionale hanno preso parte ai lavori i rappresentanti di AISTOM, FINCOPP, ABRCAdaBRA Onlus, AGUAF, AISF, AISLA, ALOMAR, ANED, ANF Neurofibromatosi, Associazione Malati di CFS Onlus, C.A.O.S., Associazione pazienti Sindrome di Churg Strauss, CFU Italia, Codice Viola, ERIKA, Europa Donna, F.A.V.O., Federazione Cure Palliative Onlus, FELCEAF, Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald, Il Ponte del Sorriso, Fondazione ONDA, LILT Milano, Nutrimente Onlus, Respiriamo Insieme, Salute Donna, Associazione Sindrome di DRAVET, Sostegno 70, UIC Lombardia, URASAM e VIDAS. La giornata è stata suddivisa in due sessioni. Quella mattutina ha visto i rappresentanti delle associazioni confrontarsi all’interno di un workshop tematico sulle priorità e sui punti cardine che dovrebbero essere affrontati e contenuti nella riforma: la sessione pomeridiana, alla quale è intervenuta e ha partecipato da remoto anche l’Assessore regionale al Welfare Letizia Moratti, è stata incentrata sul confronto con le istituzioni e ha visto intervenire nell’Aula consiliare, oltre al Presidente Monti, anche il Vice Presidente del Consiglio regionale Carlo Borghetti (PD), la Vice Presidente della Commissione Simona Tironi (Forza Italia) e il Consigliere Segretario Gregorio Mammì (M5Stelle). “Oggi abbiamo potuto confrontarci su un tema importante e trasversale come la prevenzione sanitaria con le associazioni del territorio che hanno un patrimonio di esperienze e competenze pluridecennale sviluppato sul campo -ha evidenziato infine Gregorio Mammì-. Dal tavolo di lavoro sono emersi alcuni suggerimenti e indicazioni su come impostare nella pratica il principio one health che è uno dei cardini delle linee guida della nuova legge sanitaria: in particolare è stata sottolineata la centralità del ruolo delle associazioni nella stesura del Piano Regionale di Prevenzione (PRP) e il ripensamento del ruolo dei medici di medicina generale nell’ambito delle cure primarie. È infatti necessaria una rivoluzione culturale nell’approccio alle cure che sia ampio, multidisciplinare e basato su una collaborazione attiva e costante in ambito sanitario in grado di sviluppare un’intensa opera di formazione e informazione prima, durante e dopo il percorso di cura”

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