5 Gennaio 2022

Scelti i nuovi Giusti onorati nel giardino del Monte Stella

Il Comitato dei Garanti dell’Associazione per il Giardino dei Giusti di Milano, di cui Comune e Fondazione Gariwo fanno parte, ha ratificato le scelte espresse dall’Assemblea il 22 dicembre scorso riguardanti il tema per le celebrazioni del 6 marzo 2022 al Giardino dei Giusti del Monte Stella di Milano: “Prevenire i genocidi e le atrocità di massa. Le storie dei Giusti contro il silenzio e l’indifferenza”. “Gli onorati nel Giardino dei Giusti sono uomini e donne che, in tempi e luoghi diversi, hanno speso la loro vita nel tentativo di porre un argine all’odio e alla violenza nel mondo – afferma la Presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi –. Sono testimonianze di tenacia e coraggio, di un impegno senza condizioni per una società libera dalle oppressioni. Ricordare queste figure e il loro valore è un dovere e un compito che dobbiamo assolvere anche per le nuove generazioni, perché attraverso questi esempi possano formarsi cittadine e cittadini consapevoli”. Il Presidente della Fondazione Gariwo, Gabriele Nissim, spiega il senso delle scelte: “Con i Giusti che onoreremo quest’anno lanciamo a tutto il Paese un grande segnale per la prevenzione dei genocidi, nello spirito della Convenzione delle Nazioni unite approvata nel dopoguerra per merito del giurista ebreo polacco Raphael Lemkin, che cercò di unire il mondo attorno alla mobilitazione contro ogni atrocità di massa”. Lo sguardo è quindi alle sfide del mondo contemporaneo: “Mentre oggi in Russia viene messa fuori legge Memorial, l’organizzazione che ha documentato i gulag, abbiamo voluto rendere omaggio ad una scrittrice straordinaria come Evgenija Solomonovna Ginzburg che fu una delle grandi anime della resistenza morale al totalitarismo sovietico. Il giardino di Milano non vuole rimanere in silenzio di fronte a questa pericolosa distorsione della memoria. Ricordiamo inoltre la resistenza morale degli uiguri di fronte ai campi di rieducazione, dove si tenta di cancellare la loro identità storica. Per questo rendiamo omaggio al docente universitario Ilham Tohti, oggi condannato all’ergastolo per la denuncia che ha fatto al mondo”. Ecco in breve le loro storie, disponibili per esteso sul sito di Gariwo: Raphael Lemkin. Ebreo polacco, ideatore della definizione di genocidio, ha ricordato al mondo che la prevenzione di tali crimini è responsabilità dell’umanità intera. Ha dedicato tutti i suoi sforzi, contattando personalmente i leader mondiali nelle loro lingue, all’approvazione di una convenzione contro il reato internazionale di genocidio, da lui redatta e approvata il 9 dicembre 1948 dall’ONU. Aristides de Sousa Mendes. Console portoghese a Bordeaux, disobbedì agli ordini del suo governo e fornì visti di transito agli ebrei perseguitati, perdendo per questo il lavoro, il sostentamento e la reputazione nel suo Paese. A chi non poteva pagare per i visti consegnò gratuitamente i documenti e istituì un ufficio nel consolato doveri lasciava permessi di ingresso. Tra il 15 e il 22 giugno 1940, Sousa Mendes emise un totale di 1.575 visti. Henry Morgenthau. Ambasciatore americano nell’Impero Ottomano, testimone del genocidio armeno, raccolse fondi per gli orfani sopravvissuti e lavorò per il rimpatrio degli armeni sopravvissuti che continuavano a morire di fame e di epidemie. Scelse di denunciare la tragedia del Metz Yeghern, rendendo pubbliche le documentazioni e i rapporti sul massacro degli armeni, tenendo conferenze, scrivendo analisi sulla metodologia genocidaria. Ilham Tohti. Docente uiguro, è stato condannato all’ergastolo per aver denunciato le discriminazioni verso le minoranze in Cina, al termine di un processo lampo durato due giorni. Ha sempre rifiutato la violenza e incoraggiato il dialogo, creando anche, a questo scopo, un sito web per promuovere il dialogo tra la minoranza uigura e il resto della popolazione cinese. Conosciuto come il “Mandela della Cina”, sta scontando la propria pena nonostante i numerosi riconoscimenti internazionali attribuiti alla sua azione. Evgenija Solomonovna Ginzburg. Testimone della vertigine dei campi di lavoro sovietici, subisce la cella di isolamento, i lavori massacranti, la tortura, per la sua opposizione alla logica distruttrice del totalitarismo nei confronti della dignità umana. Durante la sua lunga resistenza nell’inferno dello stalinismo, rielabora la propria esperienza nella ricerca della verità: il suo libro Viaggio nella vertigine rimane una testimonianza drammaticamente straordinaria di una protagonista del ‘900. Godeliève Mukasarasi. Sopravvissuta al genocidio dei tutsi in Ruanda, nonostante le minacce e l’uccisione di sua figlia e suo marito scelse di testimoniare nel processo Akayesu, contribuendo alla prima condanna al mondo per genocidio. Oggi è ancora impegnata nell’organizzazione SEVOTA da lei creata, che riunisce 80 associazioni con oltre 2000 membri e promuove la riconciliazione tra hutu e tutsi. Tra le iniziative in cui è maggiormente impegnata c’è l’assistenza medica per le sopravvissute alla violenza sessuale durante il genocidio. I Giusti segnalati dalla società civile Il Comitato ha inoltre approvato le candidature pervenute all’Associazione per i Giusti segnalati dalla società civile le cui storie avranno spazio sul sito di Gariwo. Si tratta di: Achille Castelli, imprenditore comasco e membro del PNF, salvò antifascisti ed ebrei nascondendoli in casa propria, rifiutandosi anche di consegnare i propri dipendenti che sarebbero stati trasferiti in Germania. Tra di loro, Matilde Steiner Covo e la famiglia ebrea Esckenasi, che Castelli nascose nella propria abitazione. Patriarca Kiril di Bulgaria – Konstantin Markov Konstantinov, che nel 1943 e 1944 ebbe un ruolo fondamentale nel fermare i treni diretti ai campi di sterminio. Il Patriarca difese gli ebrei davanti alla polizia locale, si oppose apertamente contro la politica governativa nei confronti degli ebrei in Bulgaria e insistette implacabilmente per far sì che non fosse negato loro il diritto al lavoro e al sostentamento, contribuendo a impedire la deportazione. Nel 2002 è stato riconosciuto Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem. Giulia Galletti Stiffoni che accolse nella sua casa di Possano del Grappa la signora Weiss, ebrea, il rabbino jugoslavo Zadic, l’ebreo Leone Pinto, uno zio e uno scultore siciliano fuoriusciti dall’esercito. Quando le truppe fasciste perlustrarono l’abitazione alla ricerca di partigiani ed ebrei, Giulia Galletti riuscì a distrarre gli uomini, salvando così tutti i perseguitati. Su proposta di Gariwo, nel 2012, il Parlamento Europeo ha proclamato il 6 marzo “Giornata europea dei Giusti” per commemorare coloro che si sono opposti con responsabilità individuale ai

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Fermato autore aggressione in discoteca

La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza della misura cautelare dell’obbligo di dimora con prescrizioni e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, emessa dalla Procura del Tribunale di Milano nei confronti di un 18enne milanese ritenuto responsabile dell’aggressione compiuta ai danni di un 20enne, lo scorso ottobre, nei pressi del locale “Sio Cafè” di via Pirelli. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Milano hanno preso il via dall’intervento dei poliziotti delle volanti che, lo scorso 9 ottobre, poco dopo le ore 05.00, si erano portati presso il locale ove era stata segnalata una brutale aggressione: giunti sul posto avevano trovato un giovane disteso al suolo in stato di semi-coscienza, con frattura dell’osso temporale e una grave emorragia cerebrale diagnosticate poi dai sanitari. Si trattava di un ragazzo residente in provincia, all’epoca ventenne, cui, dopo una discussione avvenuta all’interno del locale, era stato sferrato un calcio al volto da un altro avventore poi fuggito. Gli agenti della Sezione Reati contro la Persona della  Squadra Mobile, analizzati i filmati delle videocamere di sorveglianza e sentiti i testimoni, hanno sviluppato l’attività investigativa che li ha portati ad individuare la persona ritenuta responsabile delle gravi lesioni inferte: si tratta di un 20enne, con precedenti di polizia, residente a Cinisello Balsamo (MI) che, la sera dell’aggressione, avrebbe creato numerosi problemi all’interno della discoteca, motivo per cui sarebbe stato allontanato più volte dalla security. A seguito di quest’ultimo episodio, considerato che, nonostante il locale fosse stato destinatario di due sospensioni nel 2017 e nel 2019, per 20 e 10 giorni, le problematiche inerenti a risse e aggressioni non si erano placate, il Questore di Milano lo scorso 11 novembre aveva decretato, revocando la licenza al titolare, la chiusura del locale in cui si erano verificati diversi episodi violenti che avevano coinvolto gli stessi addetti alla sicurezza, non autorizzati al servizio di vigilanza.

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Arrestato rapinatore seriale

Ieri pomeriggio, in via Mille Lire, la Polizia di Stato ha arrestato in flagranza un 52enne italiano, con precedenti specifici, per il reato di rapina aggravata. Gli agenti della Sesta Sezione della Squadra Mobile di Milano hanno intercettato l’uomo in via Mille Lire, il quale, sceso dalla propria auto, si è diretto all’interno di un supermercato per poi uscirne in tutta fretta dopo pochi minuti. I poliziotti, accertatisi che avesse consumato una rapina nell’esercizio commerciale, si sono messi all’inseguimento del 52enne ripartito in macchina a forte velocità. È stato fermato all’uscita di un bar dove si era recato dopo la rapina. La perquisizione del pregiudicato ha portato al sequestro della somma di circa 600 euro contanti asportata dalle casse del supermercato. L’arma utilizzata per la rapina, una scacciacani modello revolver, è stata rinvenuta dagli agenti dietro una fioriera del bar dove l’arrestato si era recato. Le indagini della Squadra Mobile di Milano hanno avuto origine dai risultati investigativi forniti dai poliziotti dell’Ufficio Statistiche e Analisi Criminale della Divisione Anticrimine della Questura di Milano che sono riusciti ad isolare almeno 14 eventi di rapina portati a segno in città con lo stesso modus operandi.

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Scuole nel caos per la sospensione dei docenti no-vax

E’ solo una stima per ora ma la preoccupazione in vista della ripresa delle lezioni in Lombardia il 10 gennaio è tanta: si parla di 3-4mila insegnanti no vax che occorrerà sostituire per poter garantire il servizio scolastico nelle 1.100 scuole della regione. A lanciare l’allarme è il presidente dell’Associazione nazionale presidi della Lombardia, Matteo Loria che dice: “In base a una prima stima fatta sentendo i colleghi delle varie province tra docenti o personale Ata saranno 3-4mila le persone da sostituire lunedì. Oggi scadono i famosi 20 giorni per vaccinarsi, per cui adesso cominciamo ad avere una stima: in media sono 3-4 i docenti per istituto e le scuole in Lombardia sono 1.100, i conti sono presto fatti”. “Siamo decisamente preoccupati per i numeri – ha detto Loria – sarà un lunedì di ordinaria follia, avremo sicuramente grosse difficoltà perchè i numeri sono tali da rendere difficile la garanzia del servizio. Le graduatorie provinciali per le supplenze fortunatamente sono quasi esaurite e dico quasi perchè io stesso ho una cattedra di biologia vacante da settembre, ma tra positivi al Covid, malattie stagionali, e contatti stretti di positivi la situazione è tale per cui lunedì sarà difficile garantire il servizio”. La soluzione, quindi, è non riaprire? “Non so se la soluzione migliore sia chiudere – prosegue Loria – i bambini in Dad sono chiusi in casa da soli”. Anche l’ipotesi di una riduzione d’orario sarebbe percorribile “solo nelle scuole superiori, per gli istituti comprensivi è più difficile anche perchè banalmente un insegnante può comunicare la malattia la mattina stessa”. Per Loria “siamo in una situazione kafkiana che dura da due anni a questa parte e il rammarico è che non si sia fatto nulla. Invece di erogarci soldi per strumenti inutili, e qui non voglio tirare in ballo i soliti banchi a rotelle, più utile sarebbe stato avere soldi finalizzati al potenziamento dell’organico”. “Le scuole siano autonome fino in fondo – l’autonomia esiste solo sulla carta, lasciassero fare noi”. Askanews

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Armani annulla le sfilate Uomo

Giorgio Armani annuncia “la cancellazione delle sfilate Emporio Armani e Giorgio Armani uomo autunno/inverno 2022/23 e della sfilata Alta Moda Giorgio Armani Privé primavera/estate 2022, previste nel mese di gennaio, rispettivamente durante la settimana della moda maschile di Milano e quella di Haute Couture parigina”. “La decisione – spiega la società – è stata presa a malincuore dallo stilista, dopo un’attenta riflessione, in considerazione del peggioramento della situazione epidemiologica. La sfilata rimane, come ha più volte dichiarato lo stilista, un momento fondamentale e insostituibile, ma la tutela della salute e della sicurezza di collaboratori e pubblico è ancora una volta prioritaria”. ANSA

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