La festa per la M4 quasi finita dimentica Ielpo

La festa per la M4 quasi finita dimentica Ielpo. Perché ieri è stato un momento di grandi festa: la Metropolitana 4 apre la tratta da Linate a piazza San Babila. Tutti felici, tutti contenti. Perché quando Pietro Salini fa qualcosa è sempre importante essendo un uomo ricchissimo e a capo di uno dei più grandi gruppi industriali del mondo. E soprattutto uno che distribuisce ricchi stipendi e ricche pubblicità ai sempre più poveri giornali italiani. Nessuno sembra aver notato che è forse la settima inaugurazione della linea 4 delle metro milanese. E anche questa volta non è finita. Perché hanno annunciato che sarà finita entro il 2024. Quindi visto il ritardo di 7 anni probabilmente la finiranno davvero nel 2025. E nessuno ha chiesto quanto sia costata ai milanesi, perché ci hanno lavorato in tanti e con ricchi stipendi. Quindi anche Raffaele Ielpo è stato dimenticato: eppure questa è la prima metro dopo trent’anni a fare morti. Gli ultimi si erano registrati con la metro 3, la Gialla. Ma che vuoi che sia sull’altare del progresso. Milano ormai è lanciata verso il prossimo muro su cui schiantarsi. Perché tanto l’importante è far girare soldi per certi circoli della “sinistra”: le virgolette sono volute visto che a parte un antifascismo di facciata non si capisce in cosa sarebbero “di sinistra” certi personaggi che hanno stuoli di persone a servizio. E così anche i giornali progressisti quando parlano del rinvio a giudizio di alcuni potenti dicono “datore di lavoro”, perché hai visto mai che si ricordi che almeno formalmente chi sta nel mondo di sopra debba spiegare perché Ielpo è morto. Perché nei cantieri gli operai dichiaravano che i controlli di Ats erano noti in anticipo e i capi cantiere li avvertivano di far trovare tutto in ordine. Perché è successo non è importante per prendersela a caso con un ricco, visto che la ricchezza non è certo una colpa in sé. Sarebbe importante per fermare la corsa intrapresa verso una Milano senz’anima e morale a cui sembra aspirare una classe politica locale sempre più simile a un enzima senza controllo che arriva e modifica tutto ciò che vuole come vuole. E se qualcuno dice qualcosa, ecco che arrivano le vendette. E allora per un giorno meglio dimenticare la verità dei fatti, meglio dimenticare come sono state fatte le cose. Tanto basta farle in qualche modo e far correre centinaia di milioni in una certa direzione. Se poi qualche povero muore, povero lui. Nella Milano di oggi non c’è spazio per chi ha una ral da pezzenti. Se ne stessero in Italia.