Una riforma di destra per le case popolari

case occupate case popolari in derogaUna riforma di destra per le case popolari. Servirebbe, perché l’annosa questione non è mai stata nè chiusa nè risolta. Tutt’ora le case popolari sono diventate un buco nero: se ne parla solo per i tanti scandali legati a persone che non ne avevano bisogno o alle oltre 20mila persone perennemente in lista d’attesa. Ma il tema per il quale serve una riforma di destra per le case popolari è la crisi in cui ci troviamo: non abbiamo più le risorse economiche e sociali per ignorare un gigantesco sistema di ingiustizie multiple. Uno dei motivi per il quale chi ha diritto alla casa è sempre in lista è che le case popolari di fatto sono diventate di proprietà. Passano di generazione in generazione, ma quelle sarebbero case di tutti. Non nel senso tutti quelli di famiglia. Invece c’è chi trova inaccettabile che ci siano persone più bisognose di quell’appartamento e pretende che la collettività si sobbarchi il costo: non è infatti normale che un appartamento costi 50 euro al mese. Si tratta di una misura di sostegno civile per chi è in difficoltà, non di un sistema per permettere ad alcuni di vivere alle spalle degli altri. Ci sono persino persone che hanno case di proprietà che pretendono la casa popolare a Milano, come se fosse un diritto abitare a Milano. E le persone suddette sono pure impegnate politicamente. Come altri che hanno fiorenti attività, ma anche la casa popolare. Questa è un’ingiustizia sociale. Chi può deve vivere come gli altri, se no si creano ingiustizie a cascata: ad esempio, se pago 100 euro al mese per un appartamento potrò fare concorrenza sleale al negozio vicino perché l’altro esercente sostiene i costi normali. Una riforma di destra per le case popolari allora dovrebbe prevedere un cambiamento radicale: le case devono diventare effettivamente proprietà di chi le occupa, trasformando gli affitti in riscossione pluriennale della proprietà. In seguito si potrebbero creare un numero definito di case da affittare a prezzi calmierati, ma per un tempo limitato. Perché il senso di dare una mano è che le persone devono stringerla per tirarsi su, non per adagiarsi sulle spalle degli altri. Con queste due piccole, per quanto mastodontiche modifiche, cambieremmo da negativo a positivo un buco nero che affossa le finanze pubbliche. Basti pensare che più di 200mila persone usufruiscono a Milano di canoni calmierati, magari da generazioni. Col risultato che migliaia di famiglie hanno potuto accumulare ricchezza, mentre altri la perdevano. Una scorrettezza sociale a cui un destra veramente sociale dovrebbe pensare.