Questa volta scegliamo prima l’anti Sala?

Questa volta scegliamo prima l’anti Sala? In questo periodo agostano in cui tutti pensano ai lettini loro e a quelli di Salvini forse è il momento di lanciarsi su pensieri più ampi. Magari non lunghi come l’orizzonte del mare, diciamo quanto basta per dimostrare di aver imparato dagli errori del passato. Per sconfiggere una macchina come quella che sostiene Beppe Sala è necessario cambiare paradigma: l’ultima volta  si aspettarono le settimane a ridosso delle elezioni e ci si basò sugli accordi tra segreterie. Una scelta che non premiò, perché sono accordi fragili, nelle mani di poche persone. Al primo segno di cedimento dei patti, ci si schianta contro le truppe ben organizzate del salismo. Il centro sinistra sa bene di non avere speranze come sé stesso: negli ultimi anni ha sempre vinto con candidati che non rappresentavano il principale partito dello schieramento, il Pd, anzi, vinceva proprio perché Pisapia e Sala si sono presentati come qualcosa di diverso. Certo, qualcosa che senza il Partito democratico non sarebbe andato da nessuna parte, ma ufficialmente era così. Forse anche il centrodestra dovrebbe imparare dagli errori e non riproporre il modello Parisi. Lui sarà anche stata una buona scelta, ma troppo anni Novanta: oggi come oggi non si può cercare un candidato e pomparlo quei due o tre mesi pensando di poter vincere. Bisogna costruirlo, avendo anche il tempo di farlo conoscere agli alleati della coalizione a ai milanesi, al fine di evitare scontri autolesionistici come all’ultimo giro. Creare solide fondamenta in grado di reggere agli scossoni sia prima che dopo. Ma perché sia una scelta giusta forse bisogna imparare dal centrosinistra ma declinato a destra: e se fosse un capo partito a candidarsi? Lo stesso Salvini potrebbe conquistare così davvero un’aura di invincibilità perché i successi alle europee se non confermati durano poco. Chiedete a Renzi.