Un ministero potrebbe rovinare Milano

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Un ministero potrebbe rovinare Milano. Perché Milano è profondamente diversa da Roma proprio perché non ci sono ministeri. La stessa iniziativa leghista di qualche era politica fa non attecchì in modo particolare perché non aveva le basi: a Milano la politica interessa solo se fa le cose, a costo di avere problemi. Piacciono i sindaci che rifanno quartieri, come Albertini e Moratti, piacciono quelli come Pisapia che gestiscono un Expo nonostante le ovvie difficoltà legate a un evento mondiale e che funzionano da antimateria per la malavita comune, piacciono pure i Sala  perché fa spesso male, ma fa. Un ministero difficilmente piacerebbe. Per sua natura  un ministero è lento. I funzionari sono abituati a non prendersi nessuna responsabilità se in casi rarissimi, i dirigenti guadagnano molto più del ministro e sono certi di durare più a lungo, ogni singola operazione deve ottenere settordicimila via libera. Insomma, funziona poco. E spesso male, perché fare le cose per i ministeri significa produrre moli di documenti su cui poi costruire discussioni e interpretazioni. Ci possono essere eccezioni, verissimo. Però al momento l’idea di un Ministero dell’Innovazione rischia più  che altro di bloccare la vitalità meneghina. Finiremmo tutti in interminabili code a sentire tutti la stessa risposta: dobbiamo prima sentire Roma. Basterebbe e avanzerebbe un referente unico per il Nord sul tema: ogni sei mesi una visita a Roma per sapere cosa danno al territorio e come. Poi ci penserà il sistema lombardo. Lo stesso che se ben guidato ha già le risorse per uscire da  qualsiasi crisi: basti pensare che per Expo 2015 lo Stato ha speso 1,2 miliardi e si è rilanciata Milano, la Lombardia e l’Italia di riflesso. Invece Fontana ha investito 3 miliardi nel “piano Marshall lombardo” che sono andati principalmente in piste ciclabili e rotatorie. Senza contare che non sembra aver sortito grandi effetti sull’economia lombarda se si esclude quella politica della Lega. Dunque Un ministero potrebbe rovinare Milano, mentre una buona gestione dei conti lombardi potrebbe salvare i cittadini del Nord, ma pure quelli del centro-sud.