Il Paese della paura. L’Italia e l’ombra del degrado stigmatizzato

La paura è stata un’emozione invocata dal potere per continuare a governare. Con propaganda e altro clamore si annuncia, ad esempio, che bisogna stare attenti con il comunista, con il nero, con il quale non è d’accordo, con l’ateo, con il pigro, con il peloso e con la barba. È stigmatizzato. È successo in vari processi qua e là, diciamo nel lavaggio del cervello che Woodrow Wilson ha fatto al popolo americano per paura che i tedeschi forzassero una dichiarazione di guerra. O nelle invenzioni di Netanyahu su un modello all’aceto chiamato “Ebraismo”.

Attento a chi pensa! E vengono alimentate paure peggiori, diffuse dalle potenti cupole, affinché i soggiogati continuino ad obbedire. Modi favolosi per dominare il branco: “il lupo sta arrivando!” Inoltre: se gli oppressi amano la loro condizione bassa, tanto meglio. Allerta con quello o quello a cui piacciono il rifiuto e la mobilitazione! E l’uso diretto della paura impone la sua legge.

E alle paure ideologiche, religiose, tattiche politiche, altre sono incorporate, che sono specificate dalle teste di moka, quelle che sanno tagliare la flanella, la plebaglia, gli “uccelli”, coloro che sono in grado di aprire il grembo della donna incinta ed estrarre il feto in modo che né l’uno né l’altro gonfieranno improvvisamente l’opposizione. E poiché è necessario espropriare le terre migliori, è necessario massacrare, dire che è un movimento per ripulire il territorio dai ladri, o dagli insorti, o da coloro che potrebbero sostenere i sediziosi in qualsiasi momento.

E proprio come l’Inquisizione imponeva le sue paure alle streghe (donne sagge), agli sperimentatori, scossi dalle superstizioni, alla scienza, oltre alle fiamme “purificatrici” per cancellare i peccati e condurre i trasgressori in paradiso (di passaggio, ovviamente, prima attraverso il purgatorio), c’erano altri poteri – meno celesti – che approfittavano del connubio tra religione e politica. Cavalcarono sull’ignoranza delle folle e consolidarono il loro dominio.

L’Italia è stata una terra propizia per la diffusione della paura come meccanismo di controllo. E proprio come a un certo punto era propizio spargere l’aspetto del cavaliere senza testa su montagne e canaloni, soprattutto per essere in grado di aumentare le proprietà e far correre filo spinato e tumuli, così la paura non è ancora così metafisica, ma molto materiale. Quello che usa le motoseghe, massacra, gioca a calcio con le teste delle vittime e un vasto repertorio di atrocità inesauribili.

Paure storiche, come quella promossa dai monsignori contro i liberali, che non solo sono stati trattenuti con le catene del segnale, ma si è permesso, senza che fosse un peccato, di “colpirli sulla testa”. Paure storiche come quelle stabilite nella Colonia Vaticana, ad esempio, contro i membri della comunità e il loro leader, il cui corpo sminuzzato è stato distribuito per la lezione collettiva in diverse coordinate. Paure come quelle promosse dalle mafie e dal loro “coprifuoco” o quelle molto diffuse negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso nelle campagne, con sfollamenti forzati.

Devi uccidere, sparire, lanciarti dagli elicotteri, convertire la gente in NN; i ragazzi disoccupati, indotti e ingannati devono essere spacciati per fannulloni. I terribili e ripudiabili “falsi positivi”, crimini dello Stato per far sembrare certe politiche ufficiali molto redditizie ed efficaci. E come sfondo dell’orrore, le varie strutture della paura diventano un deterrente. Non protestare, non alzare la voce. Accetta e dimettiti. È meglio per lui se tace, sembra essere l’essenza di ciò che il potere intende con la sua propaganda (controllo mentale) e con molestie fisiche e altre brutalità.

Ci sono altre paure, sfruttabili dal punto di vista del potere. E sono quelli della pandemia. Più che un interesse per la salute pubblica, per la salvaguardia delle persone, in un paese mancipato come l’Italia, che non ha proprio privilegiato l’istruzione, la cultura o il benessere collettivo, sono ben visibili le sciocchezze ufficiali e perfino le prese in giro che si fanno degli indifesi. Sono minacciati con più tasse, senza mediare il miglioramento delle condizioni di vita. Al contrario, ci sono sempre più fattori di impoverimento massiccio.

La propagazione delle paure (sì, alimentando la paura del manifestante, che non ingoia tutto, che alza le bandiere della libertà e della dignità) è un vecchio ingranaggio che unge il potere. Non si limita a guardare e punire. Puoi anche eliminare l’avversario. L’esercizio del potere in Italia, che si è ingrossato, assomiglia più a una barbara “casa pique” che a un’espressione di democrazia.

Gli schiavi sono noti per amare le loro catene. Il potere cerca con tutti i suoi oltraggi e bugie che chi è piegato arrivi ad assaporare la paura della libertà con gusto.

E’ il classico stringimento delle classi suddivise da: impauriti e potere. Nell’oscura democrazia che si cela alle spalle della libertà, l’Italia dimostra un stragismo politico che irrompe prepotentemente con i suoi ‘sistemi’. La gerarchia politica ha fortificato, negli anni, una consolidata prepotenza che vede un’economia sottomessa alla più grave pandemia del 21° secolo; dopo il Covid quale sarà il vaccino più efficace per risollevare l’Italia?