Tra le tante Milano qualcosa, che ne dite di Milano Sicura?

Foto di Nino Carè da Pixabay

Tra le tante Milano qualcosa, che ne dite di Milano Sicura? Perché andiamo verso le elezioni comunali e come ogni primavera fioriscono i vegetali, così si risveglia la comunità politica milanese inventandosi diversi generi di liste elettorali. Milano concreta, unita, merita, e via dicendo. Allora visto che oggi si parla di movida pericolosa al punto da convincere l’Amministrazione Sala tra le tante Milano qualcosa, che ne dite di Milano Sicura? Non tanto come lista, ma come obbiettivo a cui tendere tutti. Perché ogni volta che una comunità straniera si organizza e occupa di fatto pezzi di quartieri, deve sempre diventare un luogo con leggi alternative? L’esempio del piazzale della stazione Centrale ne è un esempio: i rastrellamenti organizzati negli ultimi anni hanno prodotto poco o nulla. Perché il tema non è militarizzare tutto, ma trovare idee per far sì che chi arriva per vivere in pace e benessere non scavi nicchie dove lo Stato pian piano svanisce. In primis proprio perché senza Stato l’unica alternativa sono le organizzazioni malavitose. Dunque perché lo Stato ad esempio sopporta le moschee abusive in città parlando di diritto di culto? Nessuno ha mai sostenuto (talvolta qualche esigua minoranza) che le altre religioni non possano avere dei luoghi di culto. Ciò che non si vuole sono scantinati in cui senza nessun rispetto per le norme di sicurezza e controlli si affollano centinaia di persone. Dove è impossibile distinguere chi crede e chi vuole morire martire. Nell’ombra delle vie, degli scantinati, degli angoli sociali prosperano mafiosi e terroristi. Dove c’è luce è impossibile. Per arrivare a una Milano Sicura serve che sia impossibile vivere in Italia per decenni senza imparare la lingua del luogo. Ed è solo un esempio. Scardinare certi limiti è l’unico modo per impedire che le Colonne e tutta Milano diventino un calderone di bande di strada stile Gangs of New York.