Regione, maggioranza risicata per la mozione che prolunga la “pacchia” agli immigrati

E’ stata approvata ieri in Regione Lombardia, con una risicata maggioranza (34 voti favorevoli, 32 contrari e 1 astenuto) una mozione della Lega che concede una maggiore premialità nei bandi ai comuni che non fanno ricorso a profughi ma a professionisti.

Il provvedimento, che ha rischiato di spaccare la maggioranza,  come dimostra l’esito del voto, è stato contestato, o comunque male digerito anche da molti di quelli che ne fanno parte, come nel caso della Consigliera del gruppo Misto Viviana Beccalossi: “Trovo incoerente questa mozione che dice il contrario di quello che avete sempre detto” ha infatti detto in aula rivolgendosi ai colleghi della Lega, proseguendo, “Mi trovo in difficoltà perché molte volte ho condiviso i pareri di chi criticava il ciondolare di chi é in attesa dell’approvazione della richiesta d’asilo e ho invece condiviso il fatto che queste persone vengano usate per fare del bene“.

Secondo Dario Violi, Consigliere Regionale del M5S, si tratta di una “mozione assolutamente inutile” che “non tutela le imprese e rischia di fare uno sgambetto al volontariato“. Secondo il grillino sarebbero gli stessi florovivaisti a confermare che “che non subiscono la concorrenza di lavoretti volontari” concludendo “Non ci si può lamentare che i profughi stiano tutto il giorno con le mani in mano e poi vietare loro di mettersi a disposizione della collettività“.

Per il Consigliere Regionale del Pd Pietro Bussolati l’approvazione della mozione “rimarrà una pagina nera del Consiglio regionale“, che “colpisce i sindaci e rende più difficile il lavoro del volontariato e della cittadinanza attiva“, sentenziando infine “i leghisti hanno un problema con il buon senso”.

Favorevoli invece Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura e ai Sistemi verdi della Regione LombardiaPiantare e potare piante richiede professionalità e formazione ed è un lavoro che va pagato” e Gianluca Comazzi, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale  “per attività come la cura del verde pubblico, riteniamo fermamente che sia necessario premiare le competenze e la professionalità dei lavoratori“, che però precisa di ritenere auspicabile che “i richiedenti asilo siano impiegati in attività di volontariato, preziose per la collettività“.

Contraria anche Cgil Lombardia, che ha commentato il voto con una nota in cui si legge: “La maggioranza del consiglio regionale ancora una volta si impone sulle scelte degli enti locali e lo fa strumentalmente con la scelta di non favorire i processi di inserimento e integrazione” precisando che quelle svolte dai profughi sono “attività di affiancamento ai lavoratori impegnati in tali attività, tese all’apprendimento di esperienze e professionalità spendibili in futuro“. Secondo CGL, la scelta della Regione discende dal “Decreto Salvini” che  “ha modificato sostanzialmente le norme precedentemente in vigore che consentivano ai richiedenti la protezione internazionali di frequentare i corsi di formazione professionale” concludendo “Da una parte si rivendica autonomia, dall’altra questa maggioranza regionale continua nella sua opera di centralizzazione delle scelte, soprattutto quando si tratta di imporre scelte politiche discriminatorie”.

Sulla questione si è espresso anche l’Assessore Comunale alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, secondo cui “i leghisti vogliono che i profughi non si integrino in alcun modo, nemmeno attraverso azioni volontarie, li vogliono lì col cappellino a fare l’elemosina. Per poi gridare all’invasione“. “Le iniziative per l’integrazione vanno sempre sostenute. E ci vuole un piano nazionale, non un divieto regionale” prosegue quindi Majorino, definendo “giusto” il modello applicato a Milano, che impiega “insieme disoccupati e richiedenti asilo” coinvolgendo i primi “con borse lavoro di 400 euro mensili” e i secondi “a titolo volontario“. L’esponente del PD precisa che  “Questo tipo di iniziative non deve mai portare a forme di lavoro precario o alla sottrazione di lavoro per chi lo deve innanzitutto realizzare” concludendo “Il leghista vuole il migrante per strada. Poverissimo. In grado di alimentare l’allarme sociale permanente, per poi lucrarci sopra“.