Il Pinguino irritato minaccia l’Osservatore

Il Pinguino irritato minaccia l’Osservatore. Leonardo, dichiaratosi fondatore del gruppo dei Pinguini su Facebook, minaccia azioni legali nei confronti del direttore dell’Osservatore. La nostra colpa sarebbe quella di aver raccontato la disavventura di Flavio e le sue ore da pinguino. Proviamo a ricapitolare: poche settimane fa a qualcuno viene in mente di fondare un gruppo Facebook chiamato i Pinguini. L’idea è creare l’alternativa sovranista al movimento delle Sardine. Idea che sembra avere successo: in poco tempo il gruppo raggiunge le centomila adesioni. Anche i componenti della redazione dell’Osservatore vengono invitati a farne parte, ma dopo un rapido giro, ciascuno di noi in autonomia decide di lasciare i Pinguini. Sono proprio contenuti e persone aderenti a convincercene.

Si potrebbe chiudere qui, se non fosse che incontriamo Flavio e ci racconta la sua esperienza come pinguino. Una decina di ore di follia social, come le abbiamo definite. Ma dieci ore che valeva la pena raccontare proprio per certi aspetti estremizzati che la realtà dei social network per sua stessa natura riesce a evidenziare al meglio. In estrema sintesi (la storia completa la trovate qui): prima Flavio si unisce al gruppo, contribuisce ad aumentarne gli iscritti, viene nominato amministratore del gruppo, viene estromesso dal gruppo. Rapido e amareggiante per Flavio, interessante e pubblicabile secondo noi: l’idea di un gruppo con tanto successo e guidato da un uomo che privatamente si dichiara fascista, ci pare valga la pena di essere raccontata. Non per altro le corrette campagne sui social hanno determinato le fortune dei politici moderni come Obama e Trump e tutti i loro emuli. Ma a Leonardo non va bene. E quindi il pinguino irritato minaccia l’Osservatore.

Ovviamente, lo scriviamo per Leonardo e per i lettori, abbiamo visionato gli screenshot della discussione tra Flavio e Leonardo. Perché siamo pur sempre giornalisti, lavoro che sappiamo fare come conferma la reazione scomposta di Leonardo. In questo campo le “pezze d’appoggio”, cioè i documenti che confermano una storia raccontata a un giornalista, testimoniano che la storia di Flavio è vera. Anche se Leonardo afferma che Flavio non è mai stato amministratore del gruppo. E anche che non ha il coraggio di dichiararsi fascista in pubblico. La sia reazione vuol significare che erano tutte dichiarazioni per reclutare truppe digitali e in realtà vota a sinistra? Abbiamo già dato la disponibilità a Leonardo di raccontare il suo punto di vista così potrà fugare anche questo dubbio. E aggiungiamo che salvo improperi o minacce di “andare a spaccare la faccia” (cito una sua frase) lo pubblicheremo senza editarlo. Una disponibilità che Leonardo dovrebbe apprezzare: da pochi giorni il gruppo dei Pinguini è stato sospeso da Facebook perché non rispetta gli standard della community. Una decisione contro cui si è schierato quel maestro dell’equilibrio verbale chiamato Vittorio Sgarbi. Allora Leonardo, mentre lei è tra coloro che son sospesi ne approfitti. Noi lo viviamo come un approfondimento sulla realtà socio digitale che stiamo vivendo e che riteniamo di pubblico interesse.

 

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