8 Aprile 2020

Covid19, partono i centauri di San Franscesco

Covid19, partono i centauri di San Franscesco. L’annuncio dei Fratelli di San Francesco arriva nel mezzo dell’emergenza Coronavirus: una truppa di centauri volontari per le consegne di medicinali. “Abbiamo dato avvio questa mattina a un nuovo servizio sperimentale per la Fondazione Fratelli di San Francesco: le consegne di medicinali con volontari motociclisti” spiega fratel Clemente, direttore delle opere della Fondazione Fratelli di San Francesco “sono i nostri Centauri della Fratellanza, dei volontari a due ruote che consegnano ai nostri assistiti, che non possono uscire di casa, i medicinali per loro indispensabili, secondo quanto prescritto dal medico. Stiamo parlando di farmaci per diabetici, cardiovascolari e psichiatrici. Questo servizio si è reso necessario a causa dell’emergenza che per alcuni ha reso ancora più gravi i problemi dell’assumere le cure. Così abbiamo pensato a questo nuovo servizio reso possibile da oltre cento motociclisti volontari. Questa mattina la prima prova è andata molto bene con tre motociclisti guidati da Walter Spoto che hanno fatto le prime consegne.” riassume fratel Clemente. Covid19, partono i centauri di San Franscesco. Anche se a tappe: il servizio procederà sperimentalmente per una o due settimane e poi andrà a regime. Questo servizio deve garantire continuità nella consegna dei farmaci a tutte quelle persone che non possono interrompere le cure, come i pazienti diabetici o con malattie cardiovascolari, ma anche pazienti psichiatrici e con altre patologie. La Fondazione ha un poliambulatorio in via Bertoni 9 dedicato a tutte e persone fragili e a basso reddito o senza reddito. I medici volontari del poliambulatorio si preoccupano che le cure non vengano interrotte e, grazie al Banco Farmaceutico e ad altri donatori, i medicinali vengono resi disponibili e ora consegnati con il nuovo servizio dei centauri volontari.

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Majorino “avverte” Regione sulle Rsa: “Verrà il giorno”

Majorino “avverte” Regione sulle Rsa: “Verrà il giorno”. Verrà cioè il giorno in cui ci sarà la resa dei conti con Regione Lombardia perché secondo l’europarlamentare del Partito Democratico c’è una strage in atto e i responsabili sarebbero a Palazzo Lombardia. Quindi Majorino rilancia parafrasando il “Verrà un giorno” di Padre Cristoforo che nel racconto manzoniano mise in ansia Don Rodrigo. La battaglia dell’ex assessore ai Servizi Sociali, nonché ex unico vero sfidante delle primarie con Sala, è iniziata su Facebook da qualche giorno, per arrivare al climax dell’avvertimento: 5 aprile – Va fermata la strage nelle Case di riposo lombarde. Vanno subito tolte da Regione. Attraverso l’intervento delle Prefetture. Enti locali, terzo settore, enti gestori devono far parte di comitati di lavoro comuni. Il personale va reperito in tutti i modi. 6 aprile – In Europa è in corso una battaglia durissima per avere nuove risorse a sostegno dei soggetti travolti dall’emergenza sanitaria. E per garantire la ricostruzione. Stiamo insistendo in tanti per una svolta sul piano sociale, economico e finanziario. Ma l’Europa è anche un luogo dove parlare del disastro lombardo. Per cercare nuove soluzioni e perché non si cancelli quel che sta accadendo. Per questo, appena le circostanze lo consentiranno, organizzerò un viaggio a Bruxelles di parenti di persone decedute nelle RSA, operatori delle Case di riposo, rappresentanti di quel mondo di operatori che sta chiedendo ascolto, attenzione, mezzi strumenti. 7 aprile – Sul PAT giorno dopo giorno emerge un quadro terribile. Il fatto che i numeri dei decessi in tante Case di riposo siano molto peggiori non toglie nulla alla necessità assoluta che si faccia chiarezza in modo limpido. Senza guardare in faccia a nessuno. Continuo a dire, al momento inascoltato, che prima si toglie dalle mani di Regione la gestione delle RSA lombarde in questa emergenza meglio è. Ci vogliono ispezioni a tappeto dal Ministero e l’intervento delle Prefetture. Majorino “avverte” Regione sulle Rsa: “Verrà il giorno”. Ma forse è anche un modo per mettere le mani avanti sulle prossima campagna elettorale. Non è un mistero che Giulio Gallera possa essere il prossimo candidato del centro destra milanese, ma è certo che sarebbe in difficoltà se dovesse subire un “processo pubblico” per disfunzioni del sistema a cui si possono addebitare morti.

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Le infrastrutture informatiche lombarde sono a pezzi

Le infrastrutture informatiche lombarde sono a pezzi. Regione o Comune, non si salva nessuno: nei primi giorni della settimana sono andati in tilt sia il sito del Comune di Milano che il sito di Lombardia Notizie, l’organo di comunicazione di Palazzo Lombardia. Troppe le ricerche dei cittadini per trovare il modo di avere i buoni spesa promessi dal decreto Crescita. Se fosse successo in tempi normali, sarebbe un episodio da ascrivere al noto disinteresse della classe politico amministrativa per le nuove tecnologie: ricordiamoci che l’Italia poteva essere tra i primi cinque paesi al mondo a connettersi a internet, ma i politici di allora temevano di dover licenziare troppi dipendenti pubblici. E per i voti di allora siamo costretti a infrastrutture tecnologiche inefficienti sui grandi numeri, ma questa volta non sono le carenze del sistema e basta il punto. Nei giorni scorsi i politici, Sala in testa, hanno parlato molto. Di molti temi. Ma deve essergli sfuggita la questione del sito Inps, altrimenti forse qualcuno avrebbe potuto rivolgersi ai tecnici chiedendo a che punto erano le infrastrutture comunali e regionali. Roberta Cocco è pure assessore alla trasformazione e Servizi Civici, mica pizza e mandolino. Forse qualcuno poteva farle un colpo di telefono e chiedere se i suoi vecchi compagni di lavoro avevano modo di fornire supporto in caso di guai. Oppure avrebbe avuto un’idea su chi chiamare. In regione c’è il vicepresidente Sala, quello vero, che ha dimostrato di capirne, quelli di Lombardia Notizie potrebbero chiedergli un consiglio. O, nella peggiore delle ipotesi, si poteva raccogliere l’offerta di PornHub all’Inps per l’utilizzo dei server. I server del portale hanno una potenza mostruosa rispetto a quasi tutti, perché fare i moralisti per poi rimediare l’ennesima magra figura? I milanesi e i lombardi sono persone pratiche, se raggiungi il risultato di servizi efficienti trovano facilmente il senso dell’umorismo. Invece quando cercano informazioni o buoni spesa e il sito si scusa tanto per il disservizio, poi è difficile ridere. Le infrastrutture informatiche lombarde sono a pezzi, ma pure quelle nazionali non stanno tanto bene. Però le risorse in Lombardia ci sono per distinguersi una volta ancora. La classe politica si trova di fronte a una sfida mostruosa: capire quali sono le nuove cose importanti. Difficile scriverlo in modo più semplice. Abbracciare il nuovo mondo con cui conviviamo è difficile, molto. Ma non è impossibile, perché l’idea che si perda qualcosa in termini di valori umani è un errore. La convivenza forzata dei due mondi ha portato gli uomini a lavorare per le macchine, mentre è possibile invertire i fattori. Ma solo con una politica che si impegni in una profonda doccia di presente, una politica con le spalle larghe e una mente aperta e in grado di avere una teoria sociale realistica. Difficile, molto, ma non impossibile.

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Berni Ferretti (FI) pubblica il report delle sue attività

Berni Ferretti (FI) pubblica il report delle sue attività. Un’iniziativa spontanea del consigliere di Municipio 1 per dimostrare che anche la politica locale può svolgere un ruolo durante questa crisi. Sull’Osservatore si era parlato ad esempio del responsabile di condominio, ma ognuno può trovare la sua via. Berni Ferretti (FI) pubblica il report delle sue attività, eccolo: Nell’ultimo mese l’avv. Giampaolo Berni Ferretti è intervenuto più volte per impedire che Milano si trasformasse in un’altra ecatombe come Bergamo. Già il 26 febbraio scorso ha presentato un esposto-querela alla Procura di Milano indicando espressamente la violazione gli articoli 438, 439 c.p. (reato di epidemia): era appena uscita un’intervista al prof. Walter Ricciardi, membro del Consiglio esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in cui si evidenziavano gli errori commessi dal Governo. ’L’Italia avrebbe dovuto muoversi come i Paesi europei più virtuosi – dichiara Berni Ferretti – non con magia e superstizione, e senza nessuna informazione sulla pericolosità del virus.” La comunità cinese di Milano Inoltre Berni Ferretti ha collaborato con la comunità cinese di Milano, bistrattata in quei giorni da alcuni media, mentre era stata proprio la prima a segnalare la gravità del fenomeno. Per tutta risposta ai pregiudizi, la Comunità Cinese di Milano Municipio 1 in data 19 marzo distribuiva le mascherine nelle cassette postali in molti civici del Municipio 1 e in data 20 marzo donavano 20.000 mascherine FFP3 all’Ospedale Sacco, Fatebenefratelli, Buzzi e Macedonio Melloni. Grazie a questa donazione i loro operatori hanno potuto continuare a lavorare in sicurezza (loro e dei loro assistiti). In data 22 marzo donavano migliaia di mascherine all’Ospedale Sacco e in data 24 marzo ancora 1500 mascherine al sindacato SIULP delle forze dell’ordine – prosegue Berni Ferretti –. Ci hanno cioè ricordato che per vincere questa guerra servono subito protezioni idonee per chi lavora in prima linea e servirebbe un controllo più incisivo del contagio tramite tamponi, controllo che al momento non sembra possibile, per i cittadini che presentano dei sintomi.” Per far “ripartire Milano” “Oltre agli slogan della Giunta Comunale Dem servivano per noi scelte, decisioni e atti concreti. Perciò chiedevamo al il consiglio di Municipio 1 se non ritenesse utile sospendere l’Area C per il periodo di emergenza, al fine di favorire le attività commerciali del centro consentendo ai cittadini di fruire di tutta la città evitando situazione di possibile contagio”. Ma ci siamo sentiti rispondere due volte dalla maggioranza Dem che non si rasentava nessuna urgenza di assumere il provvedimento” Anche sugli aspetti economici Berni Ferretti è intervenuto più volte: a sostegno dei piccoli imprenditori, dei gestori delle stazioni di servizio cittadine, fino a proporre una temporanea flat tax per reagire ai danni creati dalla crisi. La sua battaglia per difendere i diritti naturali dei cittadini (Vita, Libertà, Proprietà e Ricerca della Felicità) sta continuando: oggi sta concentrandosi sullo snellimento della burocrazia più ottusa per permettere la veloce ripresa dell’economia.

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