8 Novembre 2020

Il progetto è chiaro: il confinamento generale è già stato deciso da tempo

Il progetto è chiaro: il confinamento generale è già stato deciso da tempo. Tutte le oscillazioni di queste settimane sono soltanto gioco del “poliziotto buono e poliziotto cattivo”, tattica per imporre la decisione gradualmente, testando di volta in volta le reazioni del Popolo.  Non ha niente a che vedere con la situazione sanitaria, che è sotto controllo (salvo le solite inefficienze di certe Regioni) e che vede una pressione sugli ospedali inferiore a quella che si verifica abitualmente ogni anno per le epidemie stagionali di influenza. Morti e terapie intensive sono evidentemente in gran parte anziani ammalati di altre patologie e, spesso,  già ricoverati – i dati emergono su scala locale anche se il Governo si guarda bene dal chiarirlo a livello nazionale. Se si volesse affrontare seriamente la protezione delle fasce di cittadini a rischio (chiaramente individuabili per via statistica) basterebbe monitorare gli anziani con patologie specifiche attraverso la medicina di base e Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), somministrare loro le terapie ormai note ai primi sospetti di virus, fornire servizi per evitare loro il più possibile di uscire di casa e raccomandare ai familiari di adottare con loro il più rigoroso distanziamento. Peraltro, chiaramente tutto ciò, a chi governa, non importa nulla. Il progetto già pianificato dalla primavera è un altro ed è tutto politico: un esperimento di disciplinamento autoritario delle società funzionali ad un modello economico ben preciso. È un progetto non solo italiano, ma europeo, che parte dall’asse franco-tedesco, dalla Commissione Europea, dal Consiglio Europeo e dal Parlamento Europeo a Bruxelles, e di cui il Governo italiano è solo uno tra gli esecutori. Non bisogna essere complottisti per individuarlo: esso è già palese nella torsione paternalista, eticizzante delle istituzioni dell’Unione europea di cui Ursula von der Leyen (Presidente della Commissione europea) è la garante.  L’obiettivo di queste classi politiche è enfatizzare a dismisura il virus per distruggere quel che resta della piccola e media impresa, del terziario autonomo, degli spazi di formazione, socialità e gli accessi ai luoghi di cultura fisici. Peraltro, sostituirli con consumi, intrattenimento, didattica, socialità integralmente digitalizzati, completamente globalizzati dalle grandi corporazioni hi-tech del mondo. La narrazione terroristica del Covid e il confinamento sono gli strumenti per rimpiazzare del tutto la socializzazione con i social, le comunità di scuola e le università con la didattica sulle varie piattaforme telematiche, l’amore e il sesso con il “dating” virtuale, i ristoranti e i bar con il food delivery, i cinema e i teatri con Netflix e Sky, lo shopping con Amazon e similari, i concerti con le dirette a distanza, lo sport con il “workout” casalingo gestito da app, il lavoro con (smart-working) sussidi statali di semi indigenza, il culto religioso comunitario con una spiritualità solitaria senza nessun rilievo sociale. E, soprattutto, per eliminare ogni forma di associazione culturale, circolo, movimento civico e politico libero non controllabili, trasformano la società civile in una pluralità di individui isolati che si limitano ad essere seguaci dei capi politici, in un quotidiano reality show, delineati e sottoposti al continuo martellamento delle novità unanimi di regime, selezionate, per loro, dai social depurandole in quelle che loro chiamano false notizie, cioè di ogni fonte che non sia approvata dal complesso politico-mediatico dominante. L’accelerazione di questa trasformazione permetterebbe, alla comunità politica internazionale, l’unione tra il grande abile capitalismo d’oltreoceano, al centralismo burocratico dell’Unione Europea a economia soccorsa finanziariamente ed il modello di mercato autoritario cinese. L’unico ostacolo che può ancora frapporsi tra il progetto e la sua attuazione sono la reazione, la resistenza, la mobilitazione delle società civili europee, dei ceti e delle fasce sociali che hanno deciso di sacrificare. Tutto dipende dall’esperimento tecno-autoritario se riuscirà o sarà dichiarato fallito, o quanto meno dilazionato e dalla loro capacità di ribellione, dalla loro capacità di coordinarsi, dando vita a un blocco sociale e politico coerente, in sostituzione di una rappresentanza politica, ormai inesistente. Massimo Blandini

Il progetto è chiaro: il confinamento generale è già stato deciso da tempo Leggi tutto »

Il mercato dei domini internet in Italia vale 100 milioni

Il mercato dei domini internet in Italia vale 100 milioni. Ad affermarlo Gianluca Stamerra, Director for Italy, Spain and France di GoDaddy, uno dei principali gruppi che si occupano di questo commercio. Di seguito l’intervista per l’Osservatore in cui spiega che il mercato dei domini internet in Italia vale 100 milioni: Quanti utenti ha GoDaddy in Italia e di che tipo sono (società o privati)? GoDaddy offre un ventaglio di soluzioni calibrate a rispondere alle esigenze delle migliaia di piccole aziende, liberi professionisti, partite IVA e privati che rappresentano, soprattutto in Italia, la spina dorsale dell’economia del Paese. A livello Globale GoDaddy serve oltre 20 milioni di clienti (ultimo dato disponibile al 30/06) e l’Italia è oggettivamente un mercato con grande potenziale di sviluppo sia perché PMI e le piccole aziende da 0 a 9 dipendenti rappresentano l’97 percento delle aziende italiane (fonte https://www.istat.it/it/files/2019/12/C14.pdf pagina 509) sia perché lo storico gap digitale dell’Italia rappresenta una opportunità di sviluppo a tuttotondo. Quanto vale il mercato dei domini internet in Italia? Quello dei domini rappresenta solo una porzione del mercato dell’hosting dei servizi di rete: una parte rilevante del valore dell’intera industry è dato da servizi offerti on top alla registrazione di un dominio come ad esempio l’hosting, ssl, email e molti altri. Andando dunque ad analizzare il solo mercato dei domini in Italia, che rappresentano il prodotto più accessibile e diffuso, il valore è nell’ordine di grandezza dei 100 milioni. È bene precisare che da questo dato escludiamo la rivendita di domini premium che avviene attraverso il meccanismo di asta e che dunque può far oscillare il valore del mercato complessivo. In questo periodo tra lockdown e crisi pandemica avete subito delle variazioni in meglio o in peggio dei vostri business? La crisi pandemica ha impattato e sta impattando in maniera rilevante su molteplici mercati. Vivendo in un’economia interconnessa è prematuro fare un bilancio complessivo e lo è ancora di più ora che stiamo vivendo gli effetti della seconda ondata. È altrettanto vero che restrizioni alla circolazione di persone e merci hanno avuto ricadute positive sulla domanda di servizi digitali. Andando ad analizzare il primo periodo di lockdown e le successive fasi abbiamo notato una crescita dell’ecommerce e vari servizi che hanno consentito di creare ibridi digitali permettendo agli esercenti di avere una continuità di business. Avendo ben presente l’alto livello di connessione fra business “fisici” e digitali già a marzo abbiamo cercato di supportare le piccole aziende attraverso la creazione del movimento Open We Stand: un’iniziativa di sostegno concreto a favore delle micro imprese e delle saracinesche alla quale si sono unite moltissime aziende e multinazionali come LinkedIn PayPal, American Express (https://www.openwestand.org/partners/), potenziando l’aiuto alle imprese in varie forme come l’accesso a servizi in forma gratuita. Non da ultimo come GoDaddy Abbiamo donato 500 mila dollari al fondo Small Business Relief Initiative di GoFundMe. Qui i dettagli https://aboutus.godaddy.net/newsroom/news-releases/press-release-details/2020/GoDaddy-Joins-the-GoFundMe-Small-Business-Relief-Initiative-to-Bolster-Its-Support-of-Everyday-Entrepreneurs-Affected-by-COVID-19/default.aspx Pensate che l’economia digitale italiana possa svilupparsi ancora e nel caso quali sono gli ostacoli?              Come accennato, vediamo un ampio margine di miglioramento del livello di maturità digitale: quest’anno abbiamo presentato la seconda edizione del nostro PMI Digital Index, una ricerca molto approfondita che attraverso parametri quantitativi e qualitativi tasta il polso della digitalizzazione della piccola impresa e che ha rilevato un livello di maturitá digitale di 56 punti su 100. Sebbene rileviamo un complessivo miglioramento anno su anno (nell’anno precedente era 54), l’Italia presenta un livello di digitalizzazione a macchia di leopardo con regioni in decisa crescita e altre ancora troppo lente. Gli ostacoli sono di vario genere, sia culturali che, a volte, strutturali e legati all’infrastruttura: è indubbio che questo periodo storico abbia reso evidente quanto possa essere importante una presenza digitale per attutire l’impatto di restrizioni e distanza dai clienti finali ma anche quanto il digitale possa essere una chiave per una ripresa più veloce e solida, soprattutto in ottica di ampliamento della platea di clienti e apertura a una clientela internazionale. Avete dei progetti di investimenti sul mercato italiano? L’Italia è un mercato strategico: la bellezza del territorio e l’arte, l’ingegno dei suoi abitanti e l’inventiva che caratterizza questo Paese possono e devono viaggiare nel mondo attraverso la rete. Come GoDaddy stiamo puntando su questo mercato in maniera significativa da quasi due anni: abbiamo fatto rilevanti investimenti marketing andando a toccare una moltitudine di canali – Social, Campagne Out of Home e digital – ma anche investimenti che puntano alla formazione digitale delle PMI come la Go Daddy School of Digital e gli incontri virtuali con imprenditori che hanno trovato il loro successo tramite la spinta del digitale, i GoDaddy Talks. Questo è il momento di sostenere l’impresa e il Paese, ecco perchè abbiamo intenzione di proseguire a investire nel 2021 mantenendo la stessa linea.  

Il mercato dei domini internet in Italia vale 100 milioni Leggi tutto »

Coronavirus: 11.489 nuovi casi e 108 decessi

Con 46.099 tamponi effettuati, in Lombardia sono stati registrati 11.489 , nuovi positivi, per un rapporto di 24,9%. Sale a 610 il numero di pazienti in terapia intensiva (+40), mentre i pazienti Covid ricoverati negli altri reparti sono 5.813, 250 più di ieri. I dati di ieri: i tamponi effettuati: 46.099, totale complessivo: 3.218.458  i nuovi casi positivi: 11.489 (di cui 569 ‘debolmente positivi’ e 104 a seguito di test sierologico)  i guariti/dimessi totale complessivo: 108.581 (+1.118), di cui 6.120 dimessi e 102.461 guariti  in terapia intensiva: 610 (+40)  i ricoverati non in terapia intensiva: 5.813 (+250)  i decessi, totale complessivo: 18.226 (+108) I nuovi casi per provincia: Milano: 4.520, di cui 1.758 a Milano città; Bergamo: 382; Brescia: 710; Como: 891; Cremona: 256; Lecco: 283; Lodi: 207; Mantova: 359; Monza e Brianza: 1.638; Pavia: 550; Sondrio: 135; Varese: 1.222.

Coronavirus: 11.489 nuovi casi e 108 decessi Leggi tutto »

Tanti a passeggio ma il centro è deserto

Complice anche la bella giornata di sole e le temperature miti, sono tante le persone che in tarda mattinata di ieri si sono ritrovate al parco di Porta Venezia, dedicato a Indro Montanelli, per correre, portare a spasso il cane, ma anche passeggiare con la famiglia e gli amici. Il parco nel centro di Milano questa mattina appariva molto frequentato, quasi come un normale sabato mattina, nonostante il lockdown scattato da ieri anche in città. Una scena simile a quella che si era vista anche durante il primo lockdown, a marzo, quando i cittadini nonostante i divieti frequentavano i parchi per passeggiare e non solo per fare sport. Il centro della città, corso Vittorio Emanuele e piazza del Duomo, stamattina verso mezzogiorno erano praticamente deserti, con solo pochissime persone a passeggio. ANSA

Tanti a passeggio ma il centro è deserto Leggi tutto »

Passeggeri di bus e metro ridotti del 70%

Nel primo giorno del nuovo lockdown sono scesi i passeggeri sui mezzi di trasporto pubblico, tram, bus e metropolitane. Secondo Atm, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico cittadino, oggi è stato trasportato circa il 30% di passeggeri, rispetto allo stesso numero dello scorso anno. Due giorni fa sulle linee di trasporto pubblico il dato era al 32%. Da ieri, come da Dpcm del governo, anche a Milano i mezzi viaggiano con una capacità di trasporto fino al 50%. ANSA

Passeggeri di bus e metro ridotti del 70% Leggi tutto »