Consultorio via Monreale, Mammì (M5S): «I servizi costretti a far spazio a una scatola vuota, per la campagna elettorale del centrodestra»

Carenza medici, sì alla mozione del M5S Mammì: “Lombardia non ha fatto nulla per vent’anni, va garantito il medico di base a tutti i cittadini”Consultorio via Monreale, Mammì (M5S): «I servizi costretti a far spazio a una scatola vuota, per la campagna elettorale del centrodestra». Gregorio Mammì (M5S): «In via Monreale i cittadini manifestano contro l’emblema di ciò che non funziona nel modello attraverso il quale Moratti e Fontana stanno massacrando la sanità lombarda. La (non)riforma sanitaria, oggi più che mai, somiglia più a un’operazione immobiliare, piuttosto che a un miglioramento dei servizi legato a un reale ascolto delle esigenze del territorio. In via Monreale lavorava un Consultorio diventato nel tempo punto di riferimento per i cittadini, ma che Regione Lombardia ha deciso di spostare all’interno dell’ospedale San Carlo, per permetterne la riconversione degli spazi in Casa della Comunità e aver così modo di inaugurare l’ennesima scatola vuota. Grazie ai fondi del PNRR, ottenuti dal Governo Conte, Regione Lombardia aveva la possibilità di ripensare la medicina territoriale prevedendo la costituzione di Case della comunità secondo le esigenze sanitarie dei diversi territori, invece, è stata portata avanti un’operazione immobiliare che svuota i servizi esistenti e funzionanti per permetter l’inaugurazione di scatole vuote, riempite temporaneamente di personale ospedaliero, a uso e consumo del giorno stabilito per la passerella elettorale del centrodestra. Seppur la direzione generale dell’Asst ha formalmente dichiarato che gli spostamenti saranno temporanei, e che tutto il personale tornerà a lavorare all’interno dello spazio di Via Monreale, è necessario un chiarimento formale da parte di Regione Lombardia. Motivo per cui presenterò un’interrogazione affinché siano definiti sia i progetti legati al futuro della struttura di via Monreale, sia quelli riguardanti l’Asst Santi Paolo e Carlo. Negli ultimi anni si è di fatto passati dall’ospedale unico, che doveva riunire le due strutture, allo spostamento dei servizi universitari e l’unione delle specialità, fino allo svuotamento dei servizi territoriali per costituire le Case della comunità. L’Asst Santi Paolo e Carlo è il punto di riferimento per Milano e l’hinterland sud milanese. Questa mancanza di programmazione a lungo termine ha il solo risultato di allontanare i cittadini da una struttura pubblica, considerata d’eccellenza in molte delle sue prestazioni specialistiche, favorendo in questo modo l’ospedalità privata la quale, almeno su carta, pare poter contare su di una più solida continuità progettuale e sanitaria. Il dubbio sia proprio questo uno degli obiettivi della riforma Fontana-Moratti, diventa ogni giorno più concreto» così Gregorio Mammì, Consigliere Regionale del Movimento Cinque Stelle, al termine del presidio di protesta in via Monreale.