
Sardegna, Onlit: basta con la continuità territoriale. Con la transizione Alitalia-Ita (il cui esito sarà tutto da vedere) stanno venendo al pettine tutti i nodi che riguardano il trasporto aereo nel nostro Paese. Compreso quello della continuità territoriale sarda, come dimostra l’ennesima impasse per l’individuazione della compagnia aerea a cui erogare i contributi pubblici per la gestione dei collegamenti con il continente. L’attuale modello è da rivedere perché produce più costi che benefici. L’unica continuità che ha assicurato è quella dei ricchi introiti garantiti all’ex compagnia di bandiera grazie ai sussidi pubblici. Il rinnovo della convenzione con la regione Sardegna per i voli a tariffa agevolata per i residenti nell’isola è una buona occasione per sostituire i finanziamenti per la continuità territoriale aerea (ovvero per i collegamenti tra Cagliari e Milano e Cagliari e Roma) con un altro meccanismo di tutela dei sardi. La continuità territoriale è nata quando c’erano solo due compagnie che operavano in regime esclusivo da aeroporti separati: Alitalia da Alghero e Cagliari, e Meridiana da Olbia. Oggi invece Easy Jet, Vueling,
Ryanair, Volotea, Fly Wey e altre compagnie sono in grado di rispondere al mercato dei trasporti in regime di libera concorrenza. Con la liberalizzazione dei cieli europei, infatti, la continuità territoriale e i sussidi pubblici sono diventati più costosi degli sconti tariffari che si praticano grazie ai sussidi, e che finiscono col pesare inutilmente sui contribuenti. Le regioni ultraperiferiche dell’Unione europea e i territori d’oltremare degli Stati membri possono beneficiare di disposizioni sulla continuità territoriale solo per garantire i servizi di trasporto agli abitanti in regioni veramente disagiate, o per rafforzare la coesione tra le diverse aree di uno stesso Stato, superando svantaggi connessi alla loro lontananza, irraggiungibilità o di difficile accesso. In Portogallo, la regola è che i passeggeri residenti nelle isole e nelle ex colonie vengono rimborsati (fino a 190 euro), senza passare per le compagnie. È quindi giunta l’ora di abolire questa normativa protezionista e superata anche socialmente. La caratteristica fondamentale della continuità territoriale, infatti, e la sua base normativa di servizio pubblico, non esistono più: quindi non sussiste più il bisogno di derogare dai principi della concorrenza.
Nato il 12 agosto 1953 nel cremonese vivo sul lago d’Iseo. Membro della Segreteria Tecnica del Ministero dei trasporti (1984/1988), partecipo alla elaborazione del primo Piano Generale dei Trasporti. Dall’88 al 1993 addetto ai trasporti e servizi della Cisl nazionale. Segretario generale della Fit Cisl della Lombardia 1997/2007. Responsabile Trasporti Legambiente lombardia dal 2011 al 2018. Membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di politica dei trasporti (Si.Po.Tra.) dal 2015 al 2018. Nel 2011 fondo l’ Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni e Trasporti (Onlit) di cui sono attualmente presidente. Dal 1999 collaboro e scrivo come esperto di trasporti con il periodico “Oggi” del gruppo RCS.