Da venerdì al Museo del Novecentola grande mostra: Carla Accardi. Contesti

Da venerdì al Museo del Novecentola grande mostra: Carla Accardi. ContestiIl Museo del Novecento presenta, a partire da domani, venerdì 9 ottobre, una grande mostra interamente dedicata a Carla Accardi (1924-2014), la prima astrattista italiana internazionalmente riconosciuta.

Il progetto, prodotto da Comune di Milano|Cultura, Museo del Novecento ed Electa, fa parte del palinsesto “I talenti delle donne”, promosso e coordinato dall’Assessorato alla Cultura che fino ad aprile 2021 proporrà iniziative multidisciplinari – dalle arti visive alle varie forme di spettacolo dal vivo, dalle lettere ai media, dalla moda alle scienze – dedicate alle donne protagoniste nelle arti e nel pensiero creativo.

Curata da Maria Grazia Messina e Anna Maria Montaldo con Giorgia Gastaldon, la mostra si inserisce con coerenza in una linea di ricerca che distingue il recente operato del Museo: la riproposta e la rilettura di personalità femminili attestate del Novecento italiano, quali Margherita Sarfatti, Giosetta Fioroni e Adriana Bisi Fabbri, o la ricontestualizzazione storico-artistica di figure finora disattese ma di primaria importanza nella ricerca intermediale della seconda metà del Novecento, come Marinella Pirelli, Amalia del Ponte, Renata Boero.

“Carla Accardi. Contesti”, in programma fino al 27 giugno 2020, presenta il percorso dell’artista trapanese in tutte le sue sfaccettature, proponendone una lettura nuova che si differenzia da quella tematica delle più recenti monografiche, centrate principalmente sul suo repertorio di pittura segnico-cromatica.

Il progetto di mostra, attraverso 70 opere circa e insieme a fotografie e documenti dell’Archivio Accardi Sanfilippo, riporta infatti al centro dell’indagine espositiva il panorama e il contesto storico, sociale e politico con cui l’artista si è rapportata, ne rivela il vivace orizzonte visivo costellato di confronti linguistici, intrecciati spesso anche con artisti più giovani, restituendo il ritratto di una donna coraggiosa e sperimentatrice che, in un momento in cui le istanze della pittura erano di competenza pressoché maschile, ha ottenuto un grande riconoscimento internazionale.

Il percorso della mostra è organizzato attraverso una serie di sale, cronologiche e tematiche, le cui opere – dipinti, plastiche (sicofoil) e installazioni – sono state individuate principalmente tra quelle incluse nelle prestigiose e fondamentali rassegne, mostre personali ed esposizioni collettive, italiane e internazionali, cui prese parte Carla Accardi fin dai suoi primissimi esordi.

La retrospettiva si apre così con una sala corale nella quale si testimonia la scelta astrattista del gruppo Forma, seguita da un approfondimento sulla svolta di Accardi del 1953, quando avviò la pittura in bianco su nero e la serie dei “Negativi”. La terza sala racconta del sodalizio con il critico internazionale Michel Tapié, che raggiunse il suo culmine con le “Integrazioni” e i “Settori”, anticipazioni di un ritorno al colore, ottico e vibratile, vero protagonista delle opere segniche degli anni sessanta. Grande spazio è riservato poi alle ricerche di Accardi sui nuovi materiali – plastiche e colori fluorescenti – e sullo sconfinamento spaziale, con installazioni e ambienti, ma anche con i lavori più concettuali legati inevitabilmente alla sua militanza femminista. Si giunge così alle ricerche degli anni ottanta, con il ritorno alla pittura, a materiali e tecniche meno artificiali, a una rivisitazione del proprio precedente repertorio segnico e dei propri riferimenti storici, Matisse in primis, elementi che si prolungano nella ricerca di Accardi fino agli anni Novanta e Duemila, testimoniati nelle ultime due sale di questa ricca retrospettiva.

La mostra è accompagnata da un catalogo della casa editrice Electa, con saggi che, in linea con il percorso, contribuiscono a definire il variegato contesto socio culturale in cui l’artista operò.