Caro Bernardo, ignoralo e pensa alla campagna

Caro Bernardo, ignoralo e pensa alla campagna. Beppe Sala ha capito il pericolo e prova a coinvolgerti nello scambio di battute perché sa di essere messo male. Molto peggio di come lo descrivono ancora alcuni. “E’ come la Moratti alla riconferma” ha sintetizzato un politico milanese di lunghissimo corso: per quanto gli si possano riconoscere diversi meriti, ha perso l’affetto dei milanesi. Sta antipatica. Perché nonostante qualche foto pubblicitaria, Sala al mercato ci manda la collaboratrice domestica (ce la immaginiamo tutti con la cuffietta alla Mary Poppins). Come all’Ortica c’è andato dopo che l’avevano ripulita. E’ un signorino del centro città e forse non è un caso che un centro accoglienza migranti non sia mai stato aperto vicino a Brera. Perché sarà un discreto dirigente amministrativo, ma non uno dei tanti. E’ uno dei pochi e gli piace. Ma il fighetto milanese sta antipatico. Al milanese che vota piace chi lavora. Quindi caro Bernardo, ignoralo e pensa alla campagna: mettiti al lavoro. Incontra chi c’è per le strade e chi manda avanti questa bellissima metropoli. Sarebbe la risposta migliore a un sindaco spaventato dai sondaggi. Perché sa di avercela fatta con un piccolo aiuto della fortuna l’ultima volta e non può girare sempre bene. Tu hai un bel profilo: sai amministrare e curare. Sono proprio le idee di cui ha bisogno Milano, come abbiamo scritto più volte sull’Osservatore, perché “Milano città della cura” sarebbe uno slogan stupendo per i significati che si porta dietro. Siamo usciti incattivi e stanchissimi da un anno e mezzo di Covid. Abbiamo bisogno di prenderci cura di noi: della nostra economia, ma anche del nostro cuore. Perché quelli come Sala non potranno mai capire davvero che oltre alla Apple e al melafonino esiste una dimensione umana delle città. Servono le aziende, specialmente se stanno in piedi da sole e senza sussidi, ma il cuore pulsante di una città come Milano sono sempre state le persone. Le metropolitane create con le sottoscrizioni popolari. E sarà un caso ma con migliaia di cittadini che controllavano l’avanzare dei lavori, la metro 1 pare ancora la linea in migliori condizioni di quelle in servizio. Oggi di cosa accade dietro ai cantieri aperti con i soldi pubblici non si può sapere niente per “questioni di sicurezza”. E l’ultima metro è perennemente in manutenzione. E lo sarà perché la curva di Garibaldi è stata costruita troppo stretta per i treni. Allora, dopo questa fase espansiva stile mega festone a mangiare la zebra in tangenziale, Milano ha bisogno di essere amministrata ma anche curata. Perché i poveri sono stati sfrattati da zone centrali o in riqualificazione. Un segno di una città in movimento, non di dove andare a far proclami. Se migliaia di milanesi sono costretti a muoversi, dove andranno? Lavora su questi problemi Bernardo. Perché sono temi che impongono una riflessione su come amministrare la città ma pensando alla sua anima. Sala sa solo far tornare i conti, a costo di spostare qualche data dicono i tribunali. Tu pensa a quelli ma anche al cuore. Perché se ci prendiamo cura del cuore delle persone, delle infrastrutture fatte male, della vita quotidiana dei milanesi, i conti tornano. Dai Bernardo, lavoriamo insieme.