11 Marzo 2021

Dopo il rally, la caduta del Bitcoin

Dopo il rally, la caduta del Bitcoin. Negli ultimi due giorni le crypto erano impazzite: lanciatissimi verso l’alto sia l’Ether che del Bitcoin. I due traini principali avevano trainato tutte le altre. Ora di fatto stanno facendo la stessa cosa, ma all’inverso: tutti sono con il segno meno questa mattina. Il Bitcoin oscilla, ma di fatto sta scendendo dopo aver ritoccato la vetta dei 47mila euro.

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Meglio esportare inquinamento non investimenti

Meglio esportare inquinamento non investimenti. Oggi è decisamente la giornata in cui ragionarci perché dopo le dichiarazioni del Gruppo Cap siamo rimasti di stucco: immersi nella crisi peggiore da almeno un secolo, c’è chi festeggia perché tiene l’inquinamento qui e investe in centrali idroelettriche in Asia. Follia? No un effetto perverso dei carbon credit, cioè la possibilità di diventare più green pagando chi ha crediti ambientali. Sono una sorta di quota d’inquinamento. Se li compri, vengono detratte dal conto tot di tonnellate di anidride carbonica. Denari che serviranno per scopi senz’altro nobili, ma cosa penseranno 3,2 milioni di abitanti della città metropolitana? Perché quei soldi sono loro. E adesso vedranno partire i soldi pagati per migliorare la vita degli indiani proprio mentre moltissimi di loro hanno perso il lavoro: basta guardare l’Istat che ha svelato che la peggiore picchiata verso la povertà l’hanno vissuta proprio i lombardi. Perché la prima vittima del virus è stata la vitalità economica e umana di Milano e della Lombardia. E in mezzo a questo disastro le aziende pubbliche come Cap festeggiano il risultato di aver tenuto qui l’inquinamento e oltre confine gli investimenti. Secondo noi è meglio esportare inquinamento non investimenti. Perché una nazione in bolla può aiutare anche le altre, persino quelle in diretta concorrenza. Altrimenti sembra un suicidio politico più che una strategia economica.

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Nel pieno della crisi Milano finanzia centrali idroelettriche in India

Nel pieno della crisi Milano finanzia centrali idroelettriche in India. Surreale, ma vero. L’azienda che gestisce il servizio idrico della Città Metropolitana ha annunciato entusiasticamente di aver finanziato una centrale idroelettrica in India. Invece di investire su un territorio piegato dalla crisi pandemica, i soldi raccolti dalle tasche di 3,2 milioni di milanesi vengono spediti a migliorare l’India. Cioè un competitor affamatissimo, perché ormai il Subcontinente è tutt’altro che terzo mondo. Anzi, insieme alla Cina è uno dei Paesi più aggressivi e pericolosi a livello economico. Eppure il Gruppo Cap festeggia: “La transizione energetica necessita di una visione globale che parte dal territorio e che mira a diffondere con progetti green la cultura della sostenibilità. Noi ci siamo prefissati un traguardo ambizioso: ridurre del 40% la nostra impronta di carbonio entro il 2033, commenta Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. Un percorso complesso che abbiamo deciso di accompagnare anche con attività di compensazione delle emissioni non eliminabili o non ancora ridotte. Per questo abbiamo avviato un piano di acquisto di crediti di carbonio che consente di influire positivamente su dinamiche e infrastrutture economiche di paesi in via di sviluppo. Acqua potabile ed energia verde sono due leve importantissime per promuovere la crescita delle comunità locali e sempre di più determineranno una trasformazione radicale a livello sociale ed economico nel nostro futuro. Indirizzare gli acquisti di crediti di carbonio su progetti con queste caratteristiche è per noi importante perché ci consente di essere fedeli al nostro piano di sostenibilità estendendone gli effetti anche in paesi lontani dal nostro”. Già perché per poter inquinare liberamente, le aziende oggi come oggi possono comprare crediti da altri. Un sistema che di fatto regolarizza a livello burocratico l’inquinamento del territorio. Così il Gruppo Cap festeggia perché inquina qui, ma investe in India.

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8 MARZO, in Lombardia boom di mimose (+66%) e di dolci ‘a tema’ (+40%)

8 MARZO, in Lombardia boom di mimose (+66%) e di dolci ‘a tema’ (+40%). La ‘Festa della donna’ torna alla ribalta, rispetto a un’edizione, quella dell’anno passato, meno sentita e un po’ sottotono. L’Osservatorio dei ‘Supermercati Il Gigante’ (gruppo della grande distribuzione con una sessantina di punti vendita nel Nord Italia, 40 dei quali in Lombardia) ha infatti rilevato che nei giorni precedenti all’8 marzo sono sensibilmente aumentate le vendite di fiori e dolci. “Nello specifico – spiega Giorgio Panizza, consigliere d’amministrazione del Gruppo – l’acquisto di mimose, fiori recisi e piante è aumentato complessivamente del 30% rispetto al 5, 6 e 7 marzo del 2020, con un picco del 66% per quanto riguarda specificatamente la giornata dell’8 marzo. Bene anche i dolci e in generale la pasticceria che ha fatto registrare un + 40 % sui prodotti a tema ‘Festa della donna’ ”. “Un buon segnale – conclude Giorgio Panizza – che ci auguriamo diventi, più in generale, una tendenza anche per i prossimi mesi in un’ottica di ripartenza dell’intero settore economico-produttivo del Paese”.

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