Pellegrini (Lega): “Pochi nomi in lista e poco coraggio nel cambiare la città”

Pellegrini (Lega): "Pochi nomi in lista e poco coraggio nel cambiare la città"
Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay

Pellegrini (Lega): “Pochi nomi in lista e poco coraggio nel cambiare la città”. Consigliere e già assessore alla Sicurezza del Municipio 9, Andrea Pellegrini è un leghista di stretta osservanza, ma ha deciso di non ricandidarsi. Non ha però smesso di occuparsi di politica. Ecco dunque che parliamo con lui della crisi del centrodestra milanese.

Pellegrini partiamo da un dato: i partiti faticano a trovare nomi per riempire le liste, come mai?

Oggi la politica non attrae più come prima per tanti motivi: da una parte ci sono quelli ideali e pratici, dall’altra quelli economici. Specialmente nei Municipi ci si è resi conto che i cittadini hanno più speranze di ottenere risultati dei politici. Io ho fatto la prova: spesso se un comitato o un cittadino chiedeva qualcosa alle istituzioni, queste rispondevano più rapidamente a loro che a me pur essendo eletto per quel motivo, cioè rappresentare le esigenze dei cittadini. Quindi pian piano si è persa la connessione tra politica e cittadini per molti motivi, anche per la spinta di chi non vuole una politica forte: perché dove c’è una politica forte, i poteri che non derivano dal consenso dei cittadini vincono più facilmente. Il racconto della politica solo come spreco, come connessione con affari sporchi, insomma di tutto ciò che non va portava in questa direzione. E in ultimo c’è anche il tema economico, perché specialmente ai livelli più bassi i compensi sono così bassi che diventano più un problema per chi lavora che altro. Sta diventando un impegno per pensionati che vogliono arrotondare

In effetti manca persino un candidato sindaco

Questo è un altro simbolo della crisi del centrodestra: Bolognini e Salvini ci hanno provato a mettere in campo il nome di una brava persona come Roberto Rasia dal Polo, ma poi gli alleati non lo hanno appoggiato. Ma se non si riesce a remare tutti dalla stessa parte, vincere è impossibile. C’è quasi l’impressione che non si voglia vincere a Milano. Che la città sia sacrificata dentro uno schema di gioco più grande.

La sinistra però intanto vince

La sinistra vince da anni a Milano perché ha il coraggio di pensare un modello diverso di città e di portarlo avanti anche se riceve critiche e contestazioni. Un esempio semplice sono le piste ciclabili: le fanno anche se sanno che alcuni li contesteranno, perché sono cose che hanno promesso e devono ripagare chi li ha votati perché voleva le piste ciclabili.

Il centrodestra può ripartire da temi suoi come la sicurezza?

Il centrodestra ha tanti temi oltre alla sicurezza perché anche il sociale se interpretato in un certo modo è sicurezza. Dovremmo però liberarci degli slogan che ci impediscono di fare le cose: un esempio è il tema delle occupazioni abusive dove non si considerano tante situazioni che sarebbe facile sanare perché si è prigionieri dello slogan “Abusivi tutti fuori”. Invece lavorare sulla pace sociale potrebbe avere effetti molto più incisivi anche sulla sicurezza.

Pace sociale è il nome di un suo progetto, ce lo vuole spiegare in poche parole?

Il progetto “pace sociale — pace per le famiglie” prevede un reintegro a tutti gli effetti nell’ambito della legalità e nel tessuto sociale cittadino dei nuclei famigliari abusivi giudicati meritevoli di aiuto, mediante l’attivazione di un percorso che preveda l’accesso a misure di sostegno alle famiglie e sistemazioni abitative economicamente sostenibili.
Di questa “pace sociale” non solo beneficerebbero le famiglie in difficoltà ma abusive per necessità: tramite la regolarizzazione, infatti, anche gli enti/gestori degli alloggi ERP potrebbero finalmente mettere a reddito unità immobiliari che oggi per loro rappresentano solo un onere, e non una risorsa, a motivo dei costi di gestione sostenuti, e le aziende di erogazione di corrente elettrica e di gas potrebbero stipulate contratti regolari. Ovviamente la scelta dei soggetti abusivi da avviare al progetto non può prescindere dalla preventiva attività di censimento degli occupanti, che dovrebbe essere realizzata dagli Enti Gestori degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e specificatamente finalizzata alla puntuale raccolta della documentazione e delle informazioni utili alle successive considerazioni ed analisi.