Pedemontana lombarda bocciata anche dalla corte dei conti

Pedemontana lombarda bocciata anche dalla corte dei conti. Questa volta è addirittura la magistratura contabile, la Corte dei Conti della Lombardia, a lanciare l’allarme sulla Pedemontana lombarda. Dall’analisi finanziaria dell’opera, concepita oltre 50 anni fa, approvata 15 anni fa e coi cantieri fermi da oltre 5 anni senza nemmeno essere arrivata a metà, emerge che la Regione Lombardia “proietta il costo dell’investimento attuale sulle generazioni future.”
Il Pirellone, diventato lo scorso anno azionista di controllo di Pedemontana con la sottoscrizione di azioni per 350 milioni di euro e un prestito in conto soci di 900 milioni di euro (che tutti sanno non verrà mai restituito, e questo la Corte dei Conti lo fa capire chiaramente) ha salvato per la seconda volta dal fallimento e tenuto in vita un’opera i cui costi non verranno mai coperti dal traffico futuro. Si tratta di un secondo fallimento. Perchè il fallimento di Pedemontana fu dichiarato una prima volta dal Tribunale di Milano nel 1997, ed evitato in extremis solo grazie ad un prestito regionale di 900 milioni voluto dall’allora presidente Roberto Maroni. Soldi tolti alla manutenzione delle strade, ai trasporti pubblici e a chissà cos’altro.
Con la censura della Corte dei Conti quindi siamo alla seconda magistratura che interviene nel silenzio colpevole della politica, che fa finta di non sapere che Pedemontana si è già ”mangiata” indebitamente 1,2 mld di euro di finanziamento statale destinato all’intera opera per realizzare solo 30 km di autostrada (al costo stratosferico di 56 milioni di euro al KM). Nell’attesa della magistratura civile che sarà chiamata a giudicare il rinnovo illegittimo degli espropri, che da 15 anni penalizzano ingiustamente oltre 25mila di lombardi privati della disponibilità reale di case e terreni. E non dimentichiamo infine che resta pendente un’altra “magistratura”, quella europea, che già vent’anni fa (chiamata in causa nientemeno che da Reinhold Messner) aveva detto che la concessione, affidata 35 anni fa senza gara (!) sta in piedi solo se l’opera si fa tutta fino a Bergamo, altrimenti va revocata. Bene, nonostante questo, la Regione ancora in queste settimane cerca di imporre una variante taglia-percorso che va a pigliare la tangenziale est esterna chiudendo Vimercate e Agrate in un nodo scorsoio di autostrade che nulla c’entra con Bergamo.  Ma sono rischi che Pedemontana non corre, assurdo carrozzone con dieci volte i dipendenti per chilometro di ogni altra autostrada italiana, comprese le cugine inutili BreBemi e TEM. Già, ma quelle sono autostrade private costruite con risorse pubbliche, mentre Pedemontana è sempre più e solo … l’autostrada della politica