Celebrato il ricordo delle vittime della strage di Nassiriya

Il loro esempio e quello dei tanti italiani oggi impegnati nel mondo per portare pace, democrazia e speranza alle popolazioni civili, ci rende fieri e orgogliosi“.

Con queste parole si è concluso l’intervento del presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolé in memoria delle 19 vittime italiane della strage di Nassiriya, in Iraq, del 12 novembre del 2003. Insieme alle autorità civili e militari cittadine, Bertolé ha partecipato oggi alla celebrazione commemorativa della ”Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali di pace“, tenuta al Sacrario dei Caduti Milanesi in Largo Caduti Milanesi per la Patria.

L’Italia – ha ricordato il presidente del Consiglio milanese – ha sempre offerto il proprio aiuto alle popolazioni che soffrono e in Iraq, come in tanti altri paesi nel mondo, i nostri soldati hanno dato un contributo prezioso e concreto alla ricostruzione e alla pacificazione, dimostrando competenza, professionalità e umanità, da sempre tratto distintivo delle nostre Forze Armate”.

Quindici anni fa, a Nassiriya, un camion carico di esplosivo guidato da due attentatori suicidi venne fatto esplodere contro una base italiana, dove operava personale in missione di pace internazionale. I morti furono 28, 19 italiani, tra cui un milanese, e nove iracheni. Tra i caduti italiani dodici carabinieri, cinque soldati dell’Esercito e due civili.

A Nassiriya – ha concluso Bertolé – i nostri soldati collaboravano fianco a fianco con gli iracheni per ripristinare le basi della convivenza civile e i principi dello stato di diritto, contribuivano a garantire l’ordine pubblico e la sicurezza della popolazione. Anche per questo quell’attentato fu un gesto vile e assurdo, rivolto non solo contro nostri soldati ma contro la stessa popolazione irachena. La cerimonia di oggi è quindi l’occasione per ricordare, insieme al sacrificio di quei 19 nostri compatrioti, quello di tutti i militari e i civili uccisi o feriti nelle tante missioni italiane all’estero. Il loro esempio – ha concluso Bertolé – e quello dei tanti italiani oggi impegnati nel mondo per portare pace, democrazia e speranza alle popolazioni civili ci rende fieri e orgogliosi”.