Scuola: poche mascherine ma c’è prudenza

Scuola: poche mascherine ma c'è prudenzaNiente più mascherine né didattica a distanza, ma l’attenzione rimane ancora alta. Suona la campanella per oltre un milione di studenti lombardi che tornano in classe dopo le vacanze estive.

“Non ci sono più disposizioni rigide – commenta Anna Polliani, preside dell’Istituto comprensivo statale Teodoro Ciresola di Milano – ma noi abbiamo deciso di mantenere gli ‘scaglioni’. Gli studenti entrano da ingressi diversi e a orari diversi per evitare affollamento”. Insomma, “un minimo di accortezza l’abbiamo mantenuta – aggiunge – ci sembrava anche giusto”. Zaino in spalla, ragazze e ragazzi di Milano si rincontrano dopo mesi d’assenza. Davanti alle scuole è tutto un capannello di studenti. Qualcuno è arrivato in skate, altri con la macchina fotografica per immortalare il momento. Anche qualche genitore ha voluto accompagnare i propri figli in un giorno così importante. Vicino al Ciresola c’è un’altra scuola storica di Milano, il liceo classico Carducci di via Beroldo. Le classi prime sono entrate alle 8.15, tutte le altre alle 9.15. In una circolare il dirigente scolastico ha invitato gli studenti a lasciar da parte i telefoni, peraltro vietati, per parlare e confrontarsi con i propri compagni. “La mascherina non è obbligatoria ma la metterò lo stesso”, dice fuori dal Carducci una collaboratrice scolastica del personale Ata. Campanella alle 8.15 anche per le classi seconde, terze, quarte e quinte del liceo scientifico statale Alessandro Volta, vicino la stazione centrale. Le prime saranno accolte in due turni in aula magna a partire dalle 9. Per quanto riguarda lo spinoso tema del personale, il preside Domenico Squillace assicura che l’organico “è abbastanza completo”. “Qualche anno fa – racconta il dirigente scolastico – le nomine annuali del provveditorato si concludevano a gennaio o febbraio. Quest’anno le hanno fatte tutte venerdì in tarda serata, e sabato avevo 11 insegnanti nominati sulle supplenze annuali”. Adesso “ci sono tutti”, salvo “uno che ha rinunciato”. Quanto al caro energia, Squillace sottolinea che “sulla nostra ha sempre inciso, anche in tempi di pace, visto che c’è un impianto vecchissimo come gran parte delle scuole in Italia che sono vecchie e necessitavano di imponenti ristrutturazioni”. Che magari “qualcuno di noi più ottimista si aspettava con il Pnrr – aggiunge – invece ci riempiono di tablet…”. Superate le disposizioni anti Covid, dunque, “si riparte da una situazione di normalità e speriamo che duri – conclude Squillace – io comunque la mascherina ce l’ho”.

ANSA