Ma quindi chi si candida?

Ma quindi chi si candida? Non è una domanda retorica, è proprio un dubbio da elettori. Perché al momento i dati sono pochi: si vota a febbraio. Su questo aspetto ci sono pochissimi dubbi. Fontana ha licenziato una che potrebbe comprarsi mezza Lombardia senza diventare povera, anzi senza diventare nemmeno borghese, e dunque sarà il candidato del centrodestra. Letizia Moratti non era ubriaca: si candida effettivamente con i progressisti. Cioè quelli che sono per l’accoglienza basta che non sia in via San Marco o in una via elegante, in centro o no (non è un caso che di centri di accoglienza nella zona figa di San Siro non ne siano nati mai negli ultimi dieci anni di crisi migratoria: lì ci stanno i ricchi veri con ville supersoniche). Così mentre Fontana avrà brindato per aver silurato una potentissima italiana, a sinistra nessuno ci capisce più un tubo. Si è candidata Moratti con l’appoggio di centristi stile Calenda, cioè i moderati che hanno opinioni forti su tutto, compreso il fatto che la guerra vada fatta specialmente dagli altri, magari quelli così poveri che vivono di reddito di cittadinanza e lavori in nero. Ma anche Pierfrancesco Marana si è candidato con l’appoggio di una parte del Pd, anche se qualcuno dice che Majorino potrebbe candidarsi con l’appoggio di una parte del Pd. E fin qui son fatti. Ora vengono le domande. La prima è: ma quante parti ha il Partito democratico? Perché sembra che siano tantissimi, peccato che negli ultimi trent’anni si sono presi ceffoni su ceffoni. Per abbattere il regno di Roberto Formigoni ci sono voluti i radicali, perché se fosse stato per il Pd Formigoni sarebbe direttamente vicerè regnante. Oggi avrebbero pure un’occasione i dem, ma pare che il riflesso di autosilurarsi sia più forte. Fabio Pizzul, capogruppo in Lombardia di questo singolare partito, sembra parte di quelli che tutto sommato la Moratti l’apprezzerebbero pure, archiviando con una fatality da street fighter anni di opposizione a una che fino a ieri picconava ciò che resta del sistema sanitario pubblico lombardo. Delirio? No: politica. Perché la politica è arte del vincere il potere, o nel caso del Pd lombardo è arte del perdere. In fondo per chi da anni non ha visto l’atrio di un ospedale pubblico Moratti è l’equivalente di Ambrosoli. Segno ulteriore che i peggiori ricchi di tutti sono gli ex poveri. Ma al di là di elucubrazioni varie la vera domanda è: Ma quindi chi si candida? Perché il centrodestra ha bevuto l’amaro calice scegliendo Fontana con tutti i guai che si porta dietro, ma il centrosinistra viaggia sereno verso la mezza dozzina di candidati. E hanno la metà dei voti del centrodestra. Però anche per chi dovrebbe raccontare chi sfida chi sarebbe davvero meglio capire chi si candida. Altrimenti iniziamo tutti a diventare varesotti e amen.