La rivolta degli informatici contro il body rental. La campagna lanciata dall’informatico Michele Sciabarrà sta raccogliendo molte adesioni. La pratica di affittare i lavoratori ormai riguarda migliaia di persone e non ha solo la pecca di sfruttare dei lavoratori ignorati dai grandi media: uccide anche un settore come l’informatica italiana che sta dimostrando grandi potenzialità nonostante la miopia di una classe politica non all’altezza della situazione. Se tutelata, senza scadere nello storytelling dei sindacati novecenteschi, l’informatica italiana potrebbe dare una spinta al Paese molto maggiore di quella proveniente da settori ormai defunti. Gli informatici sono un’infrastruttura portante dell’Italia anche se sfruttati come i runners dei delivery di cibo e oggi provano a far sentire la loro voce aderendo a questo appello:
Il Body Rental è il cancro dell’Informatica Italiana. È la ragione principale perché è così arretrata. Ed è venuto il momento di dire Basta! Il lavoro in affitto è già proibito anche in Italia, ma questo divieto viene aggirato dietro la formula della “consulenza”. Una grandissima fetta di aziende “informatiche” italiane sono solo dei paraventi che assumono personale (che oggi possono licenziare liberamente) per portarlo dal “cliente”per usarli come personale usa-e-getta, metterlo su progetti fatti molto male e sbarazzarsene se protesta e non “produce”, qualunque cosa questo significhi. Chi è vittima del Body Rental è un dipendente di serie B, costantemente sotto ricatto, non viene formato, non lavora su progetti aggiornati, non ha speranze di stabilizzazione per meriti, riceve stipendi da fame e viene semplicemente sfruttato. Più è bravo e si forma da solo, più fa guadagnare al suo sfruttatore. Chi ti assume non deve poterti rivendere. Se ti serve personale temporaneo paghi il costo della precarietà. Il recruiter che trova il personale non deve poterti assumere. In altri paesi è così. Facciamo rispettare le regole che esistono e facciamo cambiare quelle che ci sono se non bastano. Diciamolo tutti quanti: hashtag#BastaBodyRental. Dillo anche tu e mettici la faccia. (di Michele Sciabarrà)
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