15 Maggio 2021

Il grande giorno di Albertini

Il grande giorno di Albertini. In ogni caso sarà il grande giorno di Albertini perché l’ex sindaco ha stabilito che oggi sarà l’ultimo giorno per sciogliere la riserva sulla sua corsa contro Giuseppe Sala. Dopo aver dichiarato pubblicamente di non voler correre per una serie di motivi personali, pare che ci stia ripensando. O almeno ci riflette perché dopo aver detto no, ha puntualizzato che l’unica cosa definitiva è la morte. Dunque potrebbe tornare in campo, per la felicità di un centrodestra milanese in crisi di identità e di candidati. Albertini potrebbe essere la persona giusta, perché ha almeno tanti appoggi quanti Sala nella Milano che conta e in più sa suscitare le simpatie di chi non conta nulla. E, in ultimo non per importanza, ha dimostrato di saper immaginare e organizzare un nuovo modello di città. La stessa che ha fatto le fortune delle ultime due giunte di sinistra che si sono intestate tutto ciò che era stato fatto dai predecessori di centrodestra. Persino le politiche ambientali come AreaC sono state avviate da Letizia Moratti. L’unica eredità delle ultime due Amministrazioni sono piste ciclabili spesso molto discutibili per l’utilità, i costi o i metodi di realizzazione. Perché per ora l’unico effetto delle politiche di sinistra è stato impedire ai poveri di entrare nelle zone centrali della città, come se il sushi a 20 euro a rotolino potesse arrivare in bici direttamente dal mare. O come se tutti i quartieri dovessero essere isole dedicate unicamente a chi ci vive. Politiche che uccidono le libertà personali in nome di un supposto ambientalismo. Perché la libertà non è avere tutti i servizi possibili immaginabili sotto casa in Foro Bonoparte, quelle sono le pretese di chi ha i soldi e non vuole rischiare di incontrare poveri. A meno che non siano quelli che gli puliscono il cesso, quelli da sottopagare e trattare come la servitù di un tempo con la convinzione che in fondo devono ringraziare perché mangiano grazie alle Boldrini di questo mondo. Persone troppo prese per prenotarsi il parrucchiere da sole, perché sono impegnate a firmare appelli “umanitari”. Albertini potrebbe sconfiggere questa ideologia classista dei “progressisti” ristabilendo la libertà di milanesi, lombardi e italiani tutti, di vivere dove preferiscono. Perché se anche ho un ristorante sotto casa, perché dovrei andare per forza lì per non farmi dare del killer dell’atmosfera? Forse sarebbe meglio se tutti i mezzi pubblici fossero meno inquinanti. Se ci fossero vere politiche per rendere gli edifici non inquinanti. Se insomma si favorisse la libertà delle persone, senza vendergli la decurtazione dei propri diritti come qualcosa di positivo. Invece è più facile impedire alle persone di frequentare altre zone di città, sul modello del 20121. Così i ricchi staranno con i ricchi e i poveri con i poveri. Il tutto appoggiato da qualche editorialista compiacente con la casa in Brera e la casa a Capalbio o Forte dei Marmi. Allora speriamo tutti che sia il grande giorno di Albertini veramente. Il giorno in cui si potrà tornare a sperare nell’inversione di marcia. Dalle idee anti libertarie degli ultimi dieci anni, a una visione di libertà per tutti. Perché i marmi del Senato sono pagati anche dal sudore e dalle tasse della plebe che ha tutto il diritto di spostarsi come crede, quando crede, senza dover chiedere il permesso.

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L’Ordine dei giornalisti della Lombardia piega Blasting News: basta pagamenti in base ai click

L’Ordine dei giornalisti della Lombardia piega Blasting News: basta pagamenti in base ai click. La professione giornalistica non è un contest in cui vince chi ha più like e neppure una riffa regolata da un algoritmo oscuro, ma è invece un’attività normata dalla legge che risponde solo ai valori della Costituzione e alla deontologia professionale e che deve essere remunerata secondo tali criteri. Con questa motivazione il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, Alessandro Galimberti, ha invitato i giornalisti responsabili del sito/piattaforma Blasting News a modificare le condizioni contrattuali e i metodi di pagamento dei contributi giornalistici pubblicati dalla testata, registrata al Tribunale di Milano e con sede legale a Lugano (CH). Secondo Galimberti è inammissibile che la remunerazione degli articoli accettati e quindi pubblicati da Blasting News sia legata esclusivamente al (presunto) successo raccolto tra i lettori e misurato, tra l’altro, da un algoritmo interno riservato. “La prestazione professionale del giornalista – ha spiegato Galimberti ai titolari della piattaforma – è da considerare una prestazione di mezzi e non di risultato, esattamente come quella di un medico o di un avvocato che vengono pagati a prescindere dalla durata della prognosi o dalla lunghezza della condanna inflitta dal giudice. E , come quelle prestazioni, la remunerazione del giornalista deve essere prestabilita, concordata preventivamente e legata all’accettazione del pezzo da parte dell’editore, momento nel quale appunto viene già attribuita una valenza economica dell’articolo”. Questo comunque non esclude, secondo il presidente dell’Odg lombardo, la possibilità di riconoscere un eventuale premio di risultato, “ma solo come parte accessoria, eventuale e complementare della remunerazione di base concordata preventivamente. Un compenso legato ai soli “click” è invece contrario ai principi dell’ordinamento giuridico, a quelli della deontologia professionale e anche della dignità del lavoro e, prima ancora, della dignità umana”. “Il modello di Blasting News è legato agli introiti generati dalla pubblicità (molto bassi soprattutto perché la maggior parte rimangono nelle mani dei colossi tech) – recita una nota di Blasting News – e ha permesso in questi otto anni di condividere con centinaia di autori il denaro generato da questo sistema. Il nostro algoritmo è trasparente e valuta il traffico non in base ai click o ai like ma in base alle letture effettive degli articoli. Dopo aver discusso con il presidente dell’Odg lombardo, Alessandro Galimberti, abbiamo deciso di creare Blasting News 4 Journalism (BN4J) un nuovo programma aperto a tutti i giornalisti professionisti e pubblicisti iscritti all’ODG che prevede un pagamento minimo garantito per articoli esclusivi, selezionati e approvati dalla redazione di Blasting News Italia. Gli articoli devono essere presentati attraverso un pitch dettagliato: se accettati verranno pagati un minimo garantito di 50 euro, molto di più degli standard di un mercato in cui alcuni grandi media pagano poco più di 5 euro ad articolo e attorno alle 50 euro una giornata intera di lavoro. BN4J è un programma limitato a uno specifico tipo di contenuti esclusivi di alta qualità (per esempio inchieste e approfondimenti) che si aggiunge al nostro modello tradizionale legato al traffico che rimane e rimarrà il modello principale della piattaforma. Tutti i dettagli di BN4J saranno pubblicati nei prossimi giorni sul sito di Blasting News”.

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Che crollo per Bitcoin

Che crollo per Bitcoin. La crypto più famosa di tutti sta infatti continuando una lenta ma inesorabile discesa. Negli ultimi giorni ha avuto qualche sussulto, ma ormai è a 40mila euro. Un’enormità rispetto ai 28mila di inizio anno, ma allo stesso tempo un crollo pazzesco rispetto ai 52mila euro di poco tempo fa. Mentre l’Ethereum ha invertito la sua tendenza positiva, ma sembra tenere di più, Bitcoin è crollato sempre di più. Forse sarà l’anno della fine del Bitcoin? In fondo è il 2021 e non è detto che se finisce il Bitcoin, allora debbano finire tutte le crypto.

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La campagna anti Israele dei giovani ebrei italiani

La campagna anti Israele dei giovani ebrei italiani. Sta avanzando infatti sui social #NOTINOURNAMES, la campagna anti Israele dei giovani ebrei italiani: Siamo un gruppo di giovani ebree ed ebrei italiani. In questo momento drammatico e di escalation della violenza sentiamo il bisogno di prendere la parola e dire #NotInOurNames, unendoci ai nostri compagni e compagne attivisti in Israele e Palestina e al resto delle comunità ebraiche della diaspora che stanno facendo lo stesso. Abbiamo già preso posizione come gruppo quest’estate condannando il piano di annessione dei territori della Cisgiordania da parte del governo israeliano (https://www.joimag.it/contro-lannessione-una-voce…/) e il nostro percorso prosegue nella sua formazione e autodefinizione. Diciamo #NotInOurNames: -gli sfratti a Sheikh Jarrah e la conseguente repressione della polizia -gli ultimi episodi repressivi sulla Spianata delle Moschee -il governo israeliano che pretende di parlare a nome di tutti gli ebrei, in Israele e nella diaspora -i giochi di potere (di Netanyahu, Hamas, Abu Mazen) che non tengono conto delle vite umane -i linciaggi e gli atti violenti che si stanno verificando in molte città israeliane -il bombardamento su Gaza -il lancio di razzi indiscriminato da parte di Hamas -la riduzione del dibattito a tifo da stadio -l’utilizzo strumentale della Shoah sia per criticare che per sostenere Israele -le posizioni unilaterali e acritiche degli organi comunitari ebraici italiani -gli eventi di piazza organizzati dalle comunità ebraiche con il sostegno della classe politica italiana, compresi personaggi di estrema destra e razzisti -la narrazione mediatica degli eventi in Medio Oriente che non tiene conto di una dinamica tra oppressi e oppressori -qualunque iniziativa e discorso che veicoli rappresentazioni islamofobe e antisemite La situazione attuale rappresenta l’apice di un sistema di disuguaglianze e ingiustizie che va avanti da troppi anni: l’occupazione israeliana dei Territori Palestinesi e l’embargo contro Gaza incarnano l’intollerabile violenza strutturale che il popolo palestinese subisce quotidianamente. Condanniamo le politiche razziste e di discriminazione nei confronti dei palestinesi. All’interno delle nostre società riteniamo necessaria ogni forma di solidarietà e mobilitazione, ma ci troviamo spesso in difficoltà. Pur coscienti che antisionismo non sia sinonimo di antisemitismo, osserviamo come un antisemitismo non elaborato, che si riversa più o meno consciamente in alcune delle giuste e legittime critiche alle politiche di Israele, rende alcuni spazi di solidarietà difficili da attraversare. Si tratta di una impasse dalla quale vogliamo uscire, per combattere efficacemente ogni tipo di oppressione.

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Revoca per assenze posteggi ambulanti, Regione Lombardia approva moratoria Covid-19

Revoca per assenze posteggi ambulanti, Regione Lombardia approva moratoria Covid-19. «Dopo sollecitazione di ANVA-Confesercenti Lombardia, la Regione ha preso atto dell’esigenza di tutelare gli ambulanti dal rischio di perdita di posteggi per assenze maturate durante lo stato di emergenza da Covid-19». «Nelle more di una più puntuale revisione della disciplina sulle assenze, confidiamo nella responsabilità di tutti gli operatori di mercato nel garantire la loro presenza salvo gravi e concrete motivazioni». Così “Franco” Francesco Sacco, Portavoce dell’Associazione Nazionale Venditori Ambulanti ANVA-Confesercenti Lombardia, ha commentato la disposizione approvata nella nuova Legge regionale di semplificazione 2021, che a brevissimo entrerà in vigore escludendo la possibilità di revocare le concessioni di posteggio per assenze degli operatori intercorse a partire dal 31 gennaio 2020 e sino al termine dello Stato di emergenza pandemico al momento prevista per il 31 Luglio. La nuova previsione regionale, concordata con la Direzione regionale allo sviluppo economico guidata dall’Assessore Guido Guidesi, tutelerà dunque – per la durata dello Stato d’emergenza – gli operatori del commercio su area pubblica rispetto alle revoche di posteggio che sono ordinariamente previste per gli operatori che si assentino per un periodo superiore ai quattro mesi (o proporzionalmente più brevi per le concssioni “stagionali”) salvo il caso di assenza per malattia, gravidanza o infortunio; ciò in considerazione della particolarità del periodo pandemico e della necessità di salvaguardare quegli ambulanti che, pur in assenza delle richiamate giustificazioni, si siano assentati per altri validi motivi precedentemente non contemplati dalla norma ma legati al covid stesso, quali anche il timore di contrarre il virus da parte di operatori anziani o con rilevanti patologie pregresse, a fronte del rischio d’interpretazioni rigorose della disciplina pregressa.

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Pedemontana, Ballotta (Onlit): 25mila espropri illegittimi

Pedemontana, Ballotta (Onlit): 25mila espropri illegittimi. Dal  2009 quando il Cipe approvò il progetto definitivo dell’autostrada Pedemontana Lombarda 35 mila lombardi proprietari di terreni, case e fabbriche vennero avvisati che le loro proprietà sarebbero state espropriate per lasciare spazio alla costruzione dell’autostrada  che dovrebbe tagliare in due  la Brianza per 67 km.. Da allora solo il 30% della strada  è stato realizzato e   25 mila proprietari da oltre 12 anni sono ostaggi di Pedemontana, prigionieri in casa loro senza poterla vendere o ristrutturare senza avere disponibili le loro proprietà. Secondo le norme si potrebbe tenere sotto esproprio una proprietà per massimo sette anni. Due anni fa sono stati allungati i tempi  fino allo scorso gennaio. Con un blitz illegittimo favorito da una azione pilatesca del MIT, il Cal (Concessioni autostradali Lombarde), parente stretto di Aria spa,  ha di nuovo prorogato l’esproprio fino al   2023. Una vera e propria violazione delle prerogative dei cittadini che non ha precedenti nella storia del diritto in Italia.Una situazione insopportabile che può sfociare in ricorsi amministrativi per riaffermare il diritto e la  proprietà privata. Certo la storia di Pedemontana non si può definire una di finanza di progetto, seppure sia cominciata con queste intenzioni e regole. Regole che parlavano chiaro: 4 miliardi di costi: il 33% (1,2 miliardi) a carico dello  lo Stato ma il resto doveva essere finanziato in parte dal concessionario (allora 500 mln) e il resto  dal mercato. I lavori sono partiti con i soldi pubblici, saliti dal 33% all’80% ma senza quelli privati, se si esclude un prestito “ponte” da 200 milioni concesso dalle banche socie a tassi esorbitanti (oltre il 7%) che saranno pagati da pantalone.

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