Consiglieri Comunali, chi c’è, chi non c’è e chi fa finta di esserci

Il Comune di Milano mette a disposizione dei cittadini diversi strumenti con cui tenersi aggiornati sulla produttività delle persone che hanno scelto per rappresentarli in Consiglio Comunale. Fra questi, i due di più immediata comprensione sono le liste delle presenze in aula e delle votazioni effettuate da ogni singolo Consigliere, aggiornate periodicamente e pubblicate nella sezione “I lavori del Consiglio” del sito web di Palazzo Marino.

La più diffusa fra le due è sicuramente quella riguardante le presenze in aula, mentre di quella sulle presenze al voto i cittadini non sono praticamente a conoscenza. Una condizione dovuta principalmente a due fattori: la volontà di molti consiglieri di evitare che i cittadini confrontandole possano trarre conclusioni che a loro non convengono e la pigrizia degli elettori, che dopo avere votato non si prendono la briga di verificare quanto fanno i politici che hanno scelto, fidandosi ciecamente di quello che gli dicono loro.

Perché i cittadini dal confronto fra le due liste potrebbero trarre conclusioni scomode per alcuni consiglieri? E’ preso detto. I Consiglieri si dividono sostanzialmente in tre gruppi. Ci sono gli assenteisti cronici, quelli che usano l’aula di Palazzo Marino come loro ufficio di rappresentanza, facendosi vedere solo quando hanno bisogno di rilasciare dichiarazioni alla stampa sempre presente in Consiglio, o se vi sono trattati argomenti di rilevanza nazionale, per poi non interessarsi più a quanto accade a Milano. C’è poi una nutrita pattuglia di Consiglieri meritevoli (al netto di condividerne o meno il pensiero politico), presenti in eguale misura sia agli appelli quando si dichiara la presenza in aula, sia quando è necessario votare i vari provvedimenti che vi sono discussi. Infine, ci sono quelli che, seppure sempre presenti agli appelli, rimangono spesso in aula giusto il tempo di fare una dichiarazione in articolo 21, sperando sia ripresa dalla stampa o per diffonderla in altri modi, per poi andarsene a farsi i fatti loro. Questi ultimi sanno benissimo che, confrontando la lista delle presenze con quella delle votazioni, è possibile capire che in aula ci sono rimasti solo il tempo di fare i comodi loro e diffondono solo la prima dalla quale risultano degli stakanovisti dell’impegno istituzionale.

Ovviamente questo metodo di valutazione ha dei limiti, alcuni consiglieri, sono stati assenti dall’aula giustificati da validissimi motivi personali, ma, se la la forbice che c’è fra la percentuale di volte fra cui un consigliere ha risposto “presente” all’appello e le votazioni cui ha partecipato è troppo ampia, qualche domanda è lecito porsela. Bisogna farlo con le dovute cautele. I freddi numeri possono trarre in inganno, mancando delle informazioni su eventuali impedimenti occorsi ai Consiglieri e bisognerebbe prendere in considerazione anche molti altri fattori quali, gli interventi svolti in aula, la loro portata, le attività legate ai documenti presentati… ma se il vosto uomo o donna di riferimento risulta sempre presente, ma non vota di conseguenza, chiedergli “come mai?” è sicuramente diritto di chiunque con il proprio voto a contribuito a portarlo in quell’aula.