Due verbali della commissione incaricata dell’assegnazione del maxi appalto per la progettazione e realizzazione della cosiddetta “Piastra dei Servizi” di Expo furono retrodatati. Ad ammetterlo è stato Carlo Chiesa, ex responsabile unico del procedimento, sentito come testimone nel processo che vede imputato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, accusato di falso materiale e ideologico in relazione alla presunta retrodatazione del verbale di nomina della commissione che doveva aggiudicare l’appalto più importante dell’Esposizione Universale milanese.
Due componenti della commissione nominata il 15 maggio 2012 erano risultanti incompatibili a ricoprire quell’incarico. “A mio giudizio – ha chiarito l’ex rup – non c’erano profili di incompatibilità e i due commissari non andavano sostituiti. Ma io sono un tecnico, non un legale. I nostri avvocati erano invece convinti della necessità di sostituirli“. Il problema, ha spiegato Chiesa, è che nel verbale originale non era stata prevista la nomina commissari supplenti che eventualmente avrebbero potuto prendere il posto dei due componenti risultati incompatibili: “Così la decisione finale fu quella di annullare il verbale e sostituirlo con uno nuovo riportante la stessa data di quello annullato“.
L’atto di annullamento e il nuovo verbale di nomina vennero sottoscritti il 31 maggio. Ma la data riportata in calce era quella 17 maggio. “Se il verbale messo a punto all’inizio avesse previsto due o tre commissari supplenti – ha sottolineato ancora Chiesa – non ci sarebbe stato bisogno di arrivare a questa soluzione. Una soluzione che personalmente non ritenevo perfetta sotto il profilo giuridico“.
Nel processo, che vede imputati anche l’ex dg di Ilspa, Antonio Rognoni, e l’ex presidente della Mantovani spa, Piergiorgio Baita, per turbativa d’asta, Sala risponde di falso in concorso con l’ex manager Angelo Paris per la presunta retrodatazione di quei due verbali.
Chiesa, davanti ai giudici della decima penale (Guidi-Minerva-Valori), ha spiegato che furono gli avvocati di Infrastrutture lombarde spa a rilevare il problema dell’incompatibilità dei due componenti della commissione che doveva assegnare l’appalto Piastra. “I legali – ha ricostruito il teste – dissero, però, che non si potevano sostituire perché la procedura di gara era già aperta e a questo punto uscì l’opzione di nominare dei commissari supplenti e poi risultò, però, che non si poteva fare dopo la seduta del 18 maggio“, che aveva di fatto dato l’avvio alla procedura. E così “di fatto si intervenne per sanare l’errore di non aver già previsto dei supplenti, si annullò il verbale iniziale e se ne fece un altro con i supplenti con data antecedente“. Il pg gli ha chiesto: “Sa chi era presente quando vennero sottoscritti quei verbali di annullamento e nuova nomina?“. Chiesa ha risposto: “Non lo so“.
Il pg ha fatto domande al teste anche su una telefonata del 31 maggio, quando sarebbero stati firmati i verbali, tra lui e Paris in cui si parlava di un “appuntamento con Sala per la firma“. E Chiesa ha chiarito che “dicevo a Paris di non parlare al telefono perchè non ritenevo la soluzione trovata appropriata“. A Chiesa, poi, sono state anche fatte domande sul capitolo ‘turbativa d’asta’ e l’ex Rup ha spiegato che la Mantovani spa vinse la gara con un “ribasso eccessivo, molto elevato, del 42%, ma avevamo i giorni contati e ammettere una verifica di congruita’ avrebbe significato perdere un mese o due e poteva portare ad un’esclusione per anomalia dell’impresa o anche alla conferma, ma in ogni caso ci sarebbero stati ricorsi di altre imprese e quindi la mia proposta fu di procedere con l’aggiudicazione“. Chiesa ha ricordato, infine, che “prima dell’aggiudicazione ci fu un incontro tra Sala, Baita e Rognoni e da quell’incontro ci fu il via libera“.