16 Marzo 2021

Aperto il cantiere per la riqualificazione di corso Sempione

E’ partito ieri il cantiere per la riqualificazione di Corso Sempione, dall’incrocio tra via Melzi d’Eril con via Canova fino all’incrocio tra via Emanuele Filiberto con via Biondi. I primi lavori riguardano opere di segnaletica e piccoli interventi strutturali per tracciare stalli di sosta nella carreggiata lungo i due parterre e realizzare i dissuasori per tutelare le alberature e le panchine, e quindi mantenere il decoro. La fine di questi interventi è prevista per maggio. A quel punto partiranno i lavori strutturali di riqualificazione. La conclusione di tutta la riqualificazione di Corso Sempione è prevista per la primavera del 2022. Il progetto, presentato ai cittadini nel 2019, prevede lo sviluppo del verde e corsie dedicate alla ciclabilità e ai pedoni, più sicurezza agli incroci, l’eliminazione del degrado e della sosta selvaggia ma anche più spazi regolari per i residenti. Il corso sarà un viale alberato a due corsie per i veicoli per senso di marcia, come già oggi in viale Certosa, con un controviale per ogni direzione e due parterre verdi alberati con all’interno una corsia pedonale e una ciclabile da due metri di larghezza. Saranno riordinate le aree libere e verdi, oggi spesso utilizzate per la sosta selvaggia. La riqualificazione consentirà di ridisegnare gli spazi della sosta regolare destinata soprattutto ai residenti, con la creazione di circa 270 nuovi posti che si aggiungono ai 700 regolari esistenti.  L’investimento è di 4 milioni di euro provenienti dai fondi europei Pon Metro. “Da tempo la città chiede interventi per la riqualificazione di Corso Sempione – dichiara Marco Granelli assessore alla Mobilità e Lavori pubblici -. Il corso è uno dei principali accessi a Milano e ha un forte impatto non solo sul quartiere ma su tutta la città. Oggi i parterre sono usati per la sosta irregolare e questo genera degrado. Con questo progetto i cittadini avranno a disposizione una strada a quattro corsie ma anche nuove aree verdi e il collegamento con itinerari ciclabili in direzione centro-nord per collegare l’Arco della Pace, piazza Firenze, Cascina Merlata e il distretto Mind”.

Aperto il cantiere per la riqualificazione di corso Sempione Leggi tutto »

Nuovi spazi e modi di lavorare per una città a 15 minuti

Milano ridisegna gli spazi, i tempi e i modi del lavoro per guardare al futuro. Si è svolto questa mattina, in diretta streaming, “Lavorare vicino a casa – Coworking e Near working per la città a 15 minuti”, l’incontro ideato e realizzato dal Comune di Milano che ha messo a confronto il mondo delle istituzioni, delle università, delle imprese e dei sindacati. Alla tavola rotonda l’assessora alle Politiche per il Lavoro, Attività Produttive e Commercio Cristina Tajani con Massimo Bonini, Segretario Generale CGIL Milano, Vittorio Biondi, Direttore Settore Politiche Industriali e Competitività del Territorio di Assolombarda, Massimo Carraro, Founder di Rete Cowo partendo dai risultati di una serie di indagini condotte dal Politecnico di Milano, dall’Università del Sacro Cuore di Milano e da Collaboriamo. “Vogliamo essere la prima Amministrazione a sperimentare nuovi luoghi e nuovi modi di lavorare che si pongano in sintonia con la costruzione di una Milano a 15 minuti e contribuiscano a ridisegnare il modo di vivere e fruire della città e dei suoi servizi post pandemia – così l’assessora Tajani –: lo smartworking ci accompagnerà anche dopo l’emergenza sanitaria. Dobbiamo quindi lavorare su contrattazione collettiva e politiche pubbliche in grado di limitarne gli effetti negativi, come il confinamento domestico, ed enfatizzarne quelli positivi, come il risparmio di tempo negli spostamenti e la migliore conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro”. La mattinata ha preso il via con una riflessione sui risultati e sulle tematiche emersi dalle tre ricerche che esplorano la distribuzione dei coworking in città, la loro evoluzione e come questi possano contribuire alla costruzione di una nuova città fruibile in 15 minuti. I tre report offrono una prospettiva integrata sul presente e futuro possibili. Le parole chiave, che ricorrono in tutti i report, sono: policentrismo, prossimità, ibridazione. La prima, “La geografia degli spazi di coworking a Milano. Un’analisi territoriale”  realizzata da DAStU-Politecnico di Milano, analizza la geografia degli spazi di lavoro dimostrando come il fenomeno dei coworking sia prevalentemente urbano: il 51% infatti si concentra nelle 14 aree metropolitane, con Milano che detiene il primato, ospitandone 119 nel 2021, con una crescita del 75% rispetto al 2014. Strutture che mostrano una buona copertura del territorio tra centro, semicentro e periferia, sviluppandosi per lo più nelle aree periferiche e sempre raggiungibili in meno di 15 minuti di bicicletta contribuendo così alla costruzione di un nuovo modello di città più attenta alla prossimità. Confrontando i dati sul traffico telefonico degli utenti Tim, nel periodo pre e post lockdown, la ricerca ha evidenziato poi come la mobilità tra periferia e centro sia diminuita facendo emergere una potenziale domanda di soluzioni per svolgere attività professionali e di svago più prossime al proprio domicilio. La seconda indagine, “La trasformazione dei coworking di Milano nell’emergenza pandemica”, realizzata da TRAILab-Università Cattolica del Sacro Cuore, analizza le esperienze degli spazi di coworking durante l’emergenza pandemica e le opinioni dei coworking manager rispetto alle direzioni di sviluppo futuro. Le 87 interviste dirette ai responsabili degli spazi su un totale di 127 presenti in città, hanno rivelato che il 57% ha perso clienti durante il 2020 e il 48% ha dovuto diminuire il numero di postazioni. Dalla crisi però emergono segnali incoraggianti: il 35% dei gestori dichiara di aver avuto nuovi clienti proprio dal quartiere. Cambia quindi la clientela, infatti il 52% dei gestori ha ricevuto richieste di postazioni o uffici da aziende mentre il 37% di avere dipendenti privati interessati a svolgere lo smart working in ambienti diversi dalla propria abitazione. Una nuova esigenza che può rappresentare un incentivo per istituzioni pubbliche, aziende e professionisti per ripensare ai propri uffici e spazi di lavoro con una maggiore attenzione alla prossimità e all’ibridazione. La terza indagine condotta da Collaboriamo, guarda al futuro delineando il profilo che dovrebbero avere i coworking nella città di domani: cioè centri di formazione e apprendimento a disposizione del quartiere e un vero luogo ibrido di scambio di servizi, beni, competenze. Fondamentale, affinché i coworking di prossimità non siano isole all’interno delle città, è l’esigenza di creare una rete capace di rafforzare le relazioni e gli scambi, definire una proposta comune in termini di offerta e di promozione dei servizi proposti. L’incontro è stato anche l’occasione per presentare la nuova campagna di informazione on line realizzata da Milano & Partners e la nuova sezione sul sito YesMilano.it per far conoscere ai cittadini la rete dei coworking attivi sul territorio. Con più di 100 spazi, accreditati presso l’elenco qualificato del Comune distribuiti in tutte le zone della città, il capoluogo lombardo è la capitale italiana del coworking. Alcuni molto grandi, altri piccoli e raccolti, ognuno con la propria offerta di servizi: sale riunioni, servizi di baby sitting, attività formative, momenti di incontro e socializzazione. In origine erano frequentati soprattutto da liberi professionisti, freelance, giovani creativi. Oggi, con la crisi Covid 19 e la diffusione dello smart working, queste realtà costituiscono una risorsa per tutti coloro che cercano un’alternativa al lavoro da casa e ai lunghi spostamenti per raggiungere l’ufficio. In pochi click si potranno scoprire le realtà presenti nel proprio quartiere o consultare la mappa georeferenziata delle città per trovare la soluzione in sintonia con le proprie esigenze o più vicina al proprio domicilio. La mappa, suddivisa per quartiere, e tutte le info sui coworking accreditati presso l’elenco qualificato del Comune di Milano sono consultabili su Yes Milano

Nuovi spazi e modi di lavorare per una città a 15 minuti Leggi tutto »

RIAVVIA MI una nuova vita per i device ricondizionati

Sostenere le ragazze e i ragazzi più in difficoltà e avviare un percorso virtuoso di economia circolare. È questo l’obiettivo di RIAVVIA MI, iniziativa sociale promossa da Lenovo in collaborazione con il Comune di Milano, la Città Metropolitana e l’Associazione Energie Sociali Jesurum per aiutare le famiglie bisognose della città e dell’area metropolitana di Milano attraverso la donazione di PC, tablet Lenovo e smartphone Motorola ricondizionati. Le persone o le aziende che decideranno di aderire a RIAVVIA MI potranno registrarsi su www.spaziolenovo.com/riavviami per donare i dispositivi che non utilizzano più. I volontari prenderanno in carico il dispositivo, ne organizzeranno il ritiro e Lenovo invierà al donatore un buono sconto del 15% sull’acquisto di prodotti Lenovo e Motorola. Compatibilmente con i protocolli sanitari, sarà anche possibile consegnare i dispositivi direttamente presso Spazio Lenovo. Punto di partenza del progetto RIAVVIA MI è stata un’analisi dei bisogni dei cittadini avviata dal Comune di Milano che ha effettuato una mappatura delle necessità, in modo da censire i possibili beneficiari dell’iniziativa. Tra questi emergono soprattutto i ragazzi nella fascia di età tra i 14 e i 18 anni che devono mantenere una continuità didattica. Una volta presi in carico i prodotti, si provvederà a fare una prima valutazione delle condizioni, dopo la quale il dispositivo sarà sanificato e ricondizionato, pronto per essere donato. I costi di ripristino e manutenzione saranno coperti da Lenovo. Qualora non fosse possibile ricondizionare i dispositivi, saranno smaltiti secondo le normative RAEE. Attraverso il riuso, fino a 5mila dispositivi potranno avere una seconda vita, favorendo l’economia circolare e contribuendo a promuovere la sostenibilità. A supporto di RIAVVIA MI, inoltre, Lenovo Foundation destinerà un importo di 50mila euro per permettere di individuare e realizzare interventi anche rivolti alle scuole dell’infanzia. “Grazie all’alleanza tra pubblico e privato – dichiarano le assessore Laura Galimberti (Educazione) e Roberta Cocco (Trasformazione digitale e Servizi Civici) – facciamo un ulteriore passo avanti nel processo di transizione verso una didattica che non può prescindere dal rapporto diretto tra docenti e studenti, ma che trova nell’innovazione tecnologica un potenziamento, necessario non solo in questo periodo difficile, ma anche per la scuola del futuro. Un percorso nel quale, grazie soprattutto alla collaborazione che si è sviluppata con le aziende presenti sul territorio nessuno verrà lasciato indietro. Grazie a Lenovo, inoltre, avvieremo un percorso di riutilizzo dei device, nell’ottica di un’economia circolare a cui le ragazze e i ragazzi si sono dimostrati molto sensibili in questi anni”. “In un momento storico in cui stiamo affrontando situazioni e difficoltà senza precedenti – dichiara Luca Rossi, Senior Vice President di Lenovo Group –, riteniamo fondamentale che un’azienda come Lenovo possa restituire valore alle comunità in cui opera con successo. Quando abbiamo inaugurato Spazio Lenovo, abbiamo da subito abbracciato l’invito del Sindaco Sala a farne un luogo di incontro fra il pubblico e il privato e anche grazie a iniziative come RIAVVIA MI possiamo contribuire al benessere della città di Milano, sia sostenendo le persone più bisognose sia promuovendo una cultura del riuso che alimenta l’economia circolare e la sostenibilità ambientale”. “Per la Città metropolitana di Milano – ha commentato Arianna Censi, vice sindaca della Città Metropolitana di Milano – è motivo di orgoglio essere parte di un progetto che unisce la solidarietà e il riuso. Purtroppo, la pandemia ha ulteriormente aumentato le disuguaglianze nella società italiana, in tal senso il mondo della scuola, le famiglie, i ragazzi e le ragazze stanno pagando un prezzo altissimo. Le difficoltà economiche in cui si sono venute a trovare molte famiglie milanesi e della nostra area metropolitana, hanno determinato problemi di accesso alle dotazioni tecnologiche e alla connessione internet, fondamentali nella didattica a distanza. Gli abbandoni scolastici e le difficoltà psicologiche riscontrate tra un numero crescente di ragazzi hanno una chiara correlazione con l’aumento del gap tecnologico. In questo contesto è un imperativo, per noi amministratori pubblici, attivarsi per combattere le disuguaglianze e rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno esercizio del diritto allo studio, quindi ben vengano iniziative come questa che vedono una virtuosa collaborazione tra partner pubblici e privati”. “Siamo davvero orgogliosi – sostiene Michela Jesurum, fondatrice di Energie Sociali Jesurum – di aver contribuito a questo proficuo incontro tra Pubblico e Privato, che oltre a rispondere appieno alla mission che Energie Sociali Jesurum da sempre persegue, ha dato luogo, attraverso un’azione mirata e concreta, all’affermazione di valori per noi centrali, quali quelli connessi al welfare e alla tutela ambientale”.

RIAVVIA MI una nuova vita per i device ricondizionati Leggi tutto »

What do you like about this page?

0 / 400