L’economia del dopo

L’economia del dopo. Oggi come oggi è quella che domina a Milano e in Lombardia. Abbiamo speso tanto nell’economia del dopo. Tanto da vedere che ora non esiste più. O meglio, ora fa sempre schifo. Perché non c’è una formula elegante per parlare di una città che non può permettersi di tenere aperto qualche asilo in più ma a un numero di chilometri di metropolitana paragonabile a quello di grandi città europee. Perché Milano ha 1,4 milioni di abitanti. Scarsi. Mentre Londra ha 9 milioni di abitanti, Berlino 3,2, Madrid altrettanti e così via. E non citate le città metropolitane perché considerando quelle altrui si peggiora pure il parametro. Invece oggi come oggi Milano ha tantissime metro, 5 linee più il Passante, e non riesce nemmeno a finirle o ad aprirle. In compenso chiudono o si accorpano gli asili. Perché se fai infrastrutture di metallo prendi tanti soldi e crei tanti posti di lavoro, specialmente per tecnici e dirigenti che cuccano decine di migliaia di euro a progetto. Se apri un asilo o lo tieni aperto magari ti tocca assumere qualche insegnante con un posto stabile. La metro invece la fanno i privati che una volta finito si portano via pure operai e quant’altro. Magari lasciando una curva storta come per la M5, ma ormai hai aperto e te la “abruzzi com’è“. Quindi alle Amministrazioni comunali e simili conviene sempre l’economia del dopo. Ma ai cittadini converrebbe eccome, perché i lavori devono essere fatti bene e durare, altrimenti le strade non diventano luoghi da percorrere, ma posti dove rompersi le ginocchia o le auto. E un costo costante. Così paghi ma senza avere in cambio il diritto di spostarti. Così come la metropolitana di Milano ormai è un mantra: più metro, più metro. E nessuno che si chieda se servano davvero queste metropolitane. Perché dopo aver vietato ai poveri di entrare nelle zone centrali della città con l’Area C, la gente usa lo stesso l’auto. Perché a volte servono, ma soprattutto se voglio spostarmi ho il diritto di spostarmi come voglio. E avrei pure diritto all’asilo pubblico bello, pulito e funzionante vicino a casa. Invece quello lo chiudono. Perché economicamente da un asilo non ricavi un tubo. Magari poi con tutto un percorso scolastico ne ricavi persino un adulto che si pone domande. E ti chiede perché dobbiamo sempre aspettare l’economia del dopo per vivere, visto che poi le tasse le vogliono subito.