Tav del Basso Garda sulla Brescia-Verona, ONLIT: proposta fuori tempo e di scarsa utilità .Sono partiti nell’ottobre scorso, dopo 20 anni di gestazione del progetto, i lavori sulla linea AV/AC Brescia-Verona. Solo adesso, però, dopo che è stato approvato il progetto definitivo, dalla regione Lombardia è arrivata la richiesta di realizzare la stazione Tav del Basso Garda (non prevista in origine perché essendo stato approvato un tracciato che passa qualche km a sud di Peschiera del Garda e di Desenzano).Il vezzo di aggiungere a valle dell’inizio dei lavori nuove fermate non è nuovo. È già successo con la fermata di Reggio Emilia, fatta anch’essa dopo l’avvio dei lavori, che costò 80 milioni di euro.Il territorio aveva sì bisogno di una fermata sul Garda (uno dei più importanti bacini turistici d’Italia), ma questo se il tracciato dell’opera fosse stato previsto a fianco della linea storica che attraversa già oggi sia Peschiera che Desenzano. Per realizzarla a partire dal nuovo tracciato previsto, ai 2.449 milioni di euro del costo dell’opera ne andrebbero aggiunti almeno altri 100.Ecco uno dei motivi per cui i costi dell’alta velocità italiana sono tripli rispetto ad altre reti europee. Quel che è singolare è che solo oggi l’assessore lombardo ai Trasporti si accorge che questa stazione sarebbe strategica per il territorio. Ma un turista tedesco che arriva in treno a Verona (sono la maggior parte), perché dovrebbe salire su un treno AV per il Garda quando attualmente, con un treno regionale, in 20 minuti percorrerebbe i 22 km di percorso rimanente? Perché raggiungere la stazione AV del Garda per poi prendere un bus o un taxi per recarsi ancora a Peschiera o Desenzano?La proposta, insomma, è fuori tempo massimo e strumentale. Se davvero l’assessore Terzi crede in questa proposta doveva approvare ilprogetto alternativo avanzato da Legambiente e dai maggiori esperti indipendenti del settore dei trasporti, che prevedeva il raddoppio dei binari della Brescia-Verona vicino alla attuale ferrovia, che avrebbe fatto risparmiare cento milioni di euro e oltre 30 ettari di terreni agricoli, avrebbe evitato l’attraversamento dei vigneti del Lugana, toccato il Garda (con fermata o a Desenzano o Peschiera) e assicurato lo sviluppo e la vera interoperabilità del sistema ferroviario per pendolari, merci e Frecce Rosse.

Nato il 12 agosto 1953 nel cremonese vivo sul lago d’Iseo. Membro della Segreteria Tecnica del Ministero dei trasporti (1984/1988), partecipo alla elaborazione del primo Piano Generale dei Trasporti. Dall’88 al 1993 addetto ai trasporti e servizi della Cisl nazionale. Segretario generale della Fit Cisl della Lombardia 1997/2007. Responsabile Trasporti Legambiente lombardia dal 2011 al 2018. Membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di politica dei trasporti (Si.Po.Tra.) dal 2015 al 2018. Nel 2011 fondo l’ Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni e Trasporti (Onlit) di cui sono attualmente presidente. Dal 1999 collaboro e scrivo come esperto di trasporti con il periodico “Oggi” del gruppo RCS.