Al museo Duomo Milano L’arte novissima di Lucio Fontana

A 50 anni dalla scomparsa di Lucio Fontana (1899-1968), la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano gli rende omaggio con una mostra sulla sua attività per la Cattedrale ambrosiana. L’esposizione, all’interno della rinnovata Sala Gian Galeazzo del Museo del Duomo, patrocinata dall’Arcidiocesi di Milano, dal Ministro per i Beni e le Attivita’ Culturali, dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, da Regione Lombardia e dal Comune di Milano, all’interno del palinsesto comunale di “Novecento Italiano”, sara’ inaugurata il 26 ottobre ed aperta al pubblico dal 27 ottobre al 27 gennaio 2019. L’evento costituirà l’occasione ideale per presentare al pubblico il restauro del terzo bozzetto in gesso della Quinta Porta del Duomo, creato dal grande artista italo argentino tra il 1955 ed il 1956, mai esposto al pubblico perche’ giacente presso il Cantiere Marmisti della Fabbrica. L’opera e’ l’ultima che Fontana realizzo’ per il concorso indetto dalla Fabbrica nel 1950, relativo all’esecuzione della quinta porta della Cattedrale.
Una competizione per la quale egli concepi’ prove, definite dalla Fabbrica “arte novissima”: un’arte sacra talmente moderna da non trovare posto, infine, sulla facciata della Duomo. Com’è noto, infatti, la porta fu assegnata a Luciano Minguzzi, vincitore del concorso ex aequo con Fontana.
In concomitanza della mostra, aperta al pubblico dal 27 ottobre al 27 gennaio 2019, sono previsti due ulteriori eventi: una giornata di studi sull’arte sacra di Fontana e il posizionamento in Duomo dell’Assunta del 1972 sull’altare di Sant’Agata per la durata dell’esposizione. L’opera è la versione bronzea di una pala d’altare che la Veneranda Fabbrica decise di fondere nel 1972 sulla base del bozzetto in gesso che l’artista modellò su richiesta dell’Ente nel 1955. Fontana, infatti, avrebbe dovuto trasporre il bozzetto in marmo di Candoglia, ma il progetto rimase incompiuto. Oltre a coinvolgere la Cattedrale nelle celebrazioni per il cinquantenario della scomparsa di Fontana, l’iniziativa conferma un’importante apertura della Fabbrica all’arte moderna e contemporanea.