16 Dicembre 2022

Per Atm e Trenord torna l’incubo gara europea

Per Atm e Trenord torna l’incubo gara europea. Pensavano di averla svangata all’italiana: se chi deve applicare la legge  è il primo a non avere interesse a farla, non si farà. Come quando hai un cugino nella Guardia di Finanza che dovrebbe farti le pulci sulla dichiarazione dei redditi, ma abita in affitto da te. O quando Sallusti abitava nello stesso palazzo di Giuseppe Sala e dunque ilGiornale non picchiava mai troppo duro sul sindaco meneghino. E ora ci risiamo: secondo le famose leggi europee che i nostri politici votano sempre e poi contestano al di qua delle Alpi, il trasporto pubblico locale non può essere un privilegio dinastico. Ogni tot anni, va indetta una regolare gara e vince l’operatore che offre il miglior servizio per le Amministrazioni locali e per gli utenti. Invece in Italia è (quasi) sempre andata che le varie aziende partecipate ricevevano l’appalto senza  confrontarsi con nessuno. Così, per citare un esempio non lombardo, Atac ha potuto continuare a essere un polmone di assunzioni senza aver mai offerto un servizio decente ai romani e turisti vari. Oppure Trenord che nonostante sia forse l’azienda di trasporto locale più contestata della storia per i continui disservizi, prosegue serenamente da anni il suo ruolo di ferroviere lombardo. Ma ormai pare che tutte le scappatoie siano finite: a leggere le ultime notizie, le gare si dovranno fare. D’altronde non si capisce perché Atm possa lavorare in Danimarca mentre non dovrebbe valere lo stesso per un’azienda danese. Certo, fare meglio di Atm è difficile, anche perché le varie Metro 4 e 5 sono patate bollenti sapientemente evitate dall’azienda milanese, ma per Trenord è già più difficile. E non è un dettaglio da poco: i risultati conseguiti negli anni precedenti avranno comunque un valore nelle gare venture. ma questo non toglie che per Atm e Trenord torna l’incubo gara europea.

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Aumento tariffe TPL contrario alla tendenza europea

Aumento tariffe TPL contrario alla tendenza europea. Mentre in Europa si affronta la crisi del trasporto pubblico locale con l’abbassamento delle tariffe (es. in tutta la Germania) loro, in Lombardia si fa l’esatto contrario. Trenord ha già aumentato del 4% le tariffe dal 1 settembre scorso ed ora è la volta dell’ATM. Adducendo con il pretesto che ciò sarebbe possibile (ma non obbligatorio) per una legge regionale. I trasporti pubblici di Milano e della Lombardia sono sotto stress sia per la perdita di passeggeri (20-30%), che per la grave e generale carenza di autisti. Per correre ai ripari dei minori introiti il Comune ha deciso l’aumento dei biglietti ordinari di 20 centesimi a decorrere dal 1 gennaio. Il biglietto passerà a 2,20 euro nonostante il già pesante rincaro del ticket passato a 2 euro nel 2019, quando fu introdotta una parziale integrazione tarifaria. Sono in corso trattative con i sindacati per un taglio del 3% dei servizi urbani tranviari e autobus corrispondenti ad un centinaio di turni soppressi del personale e a 33 linee interessate. In questi giorni il Comune ha anche girato le spalle alla opportunità che aveva di ripristinare il servizio della storica tranvia Limbiate Milano, costringendo migliaia di pendolari all’uso dei bus, molto più lenti e inquinanti. 13 km di linea che sono stati chiusi molto prima dell’avvio dei lavori di potenziamento. Mancano ancora parecchi milioni per completare il finanziamento. Neppure l’apertura della M4 giustifica l’aumento. Era noto che oltre ai costi d’investimento per le nuove metro, ci sono da sostenere nuovi costi d’esercizio. I cittadini di Milano ed i pendolari si aspettano una riorganizzazione aziendale ed energetica che riduca i costi di gestione, per evitare l’aumento tariffario.

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Don Walter Magni nuovo Vicario episcopale per la Vita consacrata

L’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, ha comunicato che don Walter Magni sarà dal prossimo 1° gennaio il Vicario episcopale per la Vita consacrata. Sono 4mila le religiose, mille i religiosi e 700 i membri di istituti secolari che operano nella Diocesi ambrosiana. Don Magni assumerà l’incarico ricoperto fino a maggio scorso da mons. Paolo Martinelli, nominato da Papa Francesco Vicario apostolico dell’Arabia meridionale. Contestualmente Magni lascerà i suoi due incarichi principali, quelli di portavoce dell’Arcivescovo e di referente diocesano per il Sinodo universale sulla sinodalità. Il servizio di portavoce sarà ora svolto da Stefano Femminis, responsabile dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali della Diocesi, mentre un’équipe composta da Susanna Poggioni, ausiliaria diocesana e segretaria della Consulta diocesana per la Chiesa delle genti, Simona Beretta, moderatrice della stessa Consulta, e Stefano Pozzati, diacono permanente della Diocesi, accompagnerà il cammino sinodale della Chiesa di Milano.

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