Intervento del Sindaco Giuseppe Sala sulla sicurezza in città
Buongiorno. Premetto che relaziono al Consiglio Comunale con l’intento di prendermi le mie responsabilità e nella consapevolezza che rispetto all’operato della mia Giunta, di nuovo, il primo responsabile sono io. Ma ho necessità di illustrare la situazione, le cause, le azioni da mettere in campo. Perché la questione “sicurezza” non è liquidabile con un giudizio sommario. È per questo che sono qui a parlarvi e a richiedere la vostra attenzione. Mesi fa ho sottolineato che nel 2022 sarebbe stato necessario procedere, come prima cosa, all’assunzione di 500 nuovi Vigili. In verità questo annuncio, come molto di ciò che abbiamo in animo di fare per restituire alla città una nuova normalità, nasceva da una considerazione che, dalla grande discussione sul Covid e sulle sue conseguenze, è stata messa sempre a disposizione di tutti. Questa valutazione indica che le conseguenze della pandemia sono sostanzialmente tre: sanitaria, economica e sociale. E queste conseguenze sono intimamente l’una legata all’altra. Dobbiamo riconoscere che la terza è ampiamente la più sottovalutata. Certo, ci sono fior di sociologi, psicologi, esperti di varie materie che hanno a che fare con l’umano, che avvisano della gravità della situazione. E le cose stanno effettivamente così, non si tratta di analisi astratte destinate a rimanere materia da esperti, è ormai evidente che i nodi stanno arrivando al pettine. La sospensione della vita sociale e il prolungato isolamento stanno procurando enormi danni, specie tra i giovani. E dovremo gestire ferite sociali molto profonde e molto difficili da riassorbire. Questo non può che tradursi, come in effetti sta avvenendo, in una tensione che interessa tutti, ma che, ripeto, ha conseguenze più evidenti nei più giovani e nei più deboli (anche economicamente). Le città, da che mondo e mondo, di tutti i fenomeni di questo tipo sono il massimo luogo di espressione. Le città sono calamite che attraggono il bene (a Milano di certo) e a volte anche il male. Con questa pandemia abbiamo imparato ad usare alcune parole. Una è “assembramenti”. Abbiamo associato a questo concetto solo un significato negativo. Certo, la vicinanza fisica è pericolosa in tempi di pandemia. Ma le conseguenze del non potere stare vicini gli uni agli altri si fanno sentire. Il concerto di Capodanno in Piazza Duomo negli anni precedenti il Covid aveva lo scopo di donare divertimento ma aveva anche l’utilità di poter controllare con più facilità la piazza. Abbiamo fatto male ad annullarlo? No, ma la gestione dell’ordine pubblico si è complicata. E chiudere le discoteche e le realtà dove si fa musica dal vivo, o limitare fortemente l’affluenza, è corretto? Probabilmente sì, ma i giovani che le popolavano non è che ora stanno in casa. È per l’insieme di questi motivi che, ancor prima di mettere mano a programmi e a iniziative, mi era chiaro che la sicurezza sarebbe stato uno degli elementi fondanti della nuova Milano. Bisogna riflettere sul fatto che il bene fragile della sicurezza è frutto di una grande e leale collaborazione tra le Istituzioni. È dalla chiarezza dei ruoli, dall’efficacia nello svolgimento dei compiti, dalla sinergia strategica e operativa che Milano, come tutte le grandi città del mondo, può ottenere i suoi migliori risultati. E questa collaborazione a Milano esiste. C’è però un fondamentale punto di partenza. Forse qualcuno se ne ricorda a intermittenza (o trova comodo non ricordarselo) ma l’ordine pubblico in Italia è affidato dal suo ordinamento al Ministero degli Interni. E questo esercizio trova la sua applicazione a livello locale nel Comitato Provinciale di Ordine e Sicurezza che ogni settimana, da sempre ma con particolare insistenza e efficacia da Expo in avanti, riunisce intorno al Prefetto, che è l’autorità di ordine pubblico sul territorio, le Istituzioni territoriali. È poi il Questore, sulla base degli indirizzi stabiliti dal Prefetto, a definire la linea di azione operativa delle diverse Forze dell’Ordine (e, dunque, anche dei nostri Vigili) per quanto riguarda la sicurezza integrata e urbana. I Vigili, a Milano come negli altri Comuni, sono responsabili in esclusiva del rispetto del Codice della Strada, della sicurezza stradale e gestione del traffico, degli incidenti stradali (mediamente 30 al giorno rilevati dalla Polizia Locale), delle sanzioni. Hanno poi compiti di sicurezza urbana differenziati in due ambiti: • il primo (DL 14/2017) di concorrere alla prevenzione dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria, alla promozione della legalità, al rispetto del decoro urbano e della normativa commerciale, in particolare con le specificità della polizia di prossimità; • il secondo è relativo al rispetto dei regolamenti comunali del verde, del commercio e così via. Vi sono visioni differenti sul ruolo dei Vigili. Alcuni ne vorrebbero fare qualcosa di diverso, ma non si può continuare a vivere in un equivoco che attribuisce alla Polizia Locale una responsabilità che invece non ha. Senza ignorare che gli ambiti di miglioramento da attivare non potranno e non dovranno mai prescindere dalla collaborazione leale tra Istituzioni. E a Milano questa collaborazione, lo ripeto a scanso di equivoci, c’è. Viviamo un momento storico che richiede da parte di tutti uno sforzo straordinario nel controllo del territorio e nella prevenzione degli eventi più o meno delittuosi. Questo credo sia assolutamente chiaro. “Tutti” vuol dire “tutti”, a partire dallo Stato e il suo Governo che, insieme ovviamente a noi, non può, più passano i mesi, che prendere atto come tra le cure della pandemia sta diventando sempre più importante quella del clima sociale. Torniamo a focalizzarci sulla sicurezza. Noi riteniamo che la cura della sicurezza abbia tre livelli fondamentali di applicazione. Il primo riguarda ovviamente il personale messo in campo. Giovedì prossimo daremo il via al bando per la formazione delle graduatorie per il rafforzamento del Corpo dei Vigili Urbani che ci consentirà di assumere: 240 nuovi vigili entro novembre 2022 altri 260 entro novembre 2023. Più velocemente non si può fare, anzi sarebbe sbagliato farlo. I nuovi assunti devono essere addestrati. E poi bisogna mettere in atto un affiancamento operativo con Vigili esperti che possano trasmettere loro l’esperienza accumulata. Ma grazie a queste nuove assunzioni (e a quelle necessarie per reintegrare le
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