17 Febbraio 2022

Davigo a processo per rivelazione segreto d’ufficio

Trent’anni fa con l’arresto di Mario Chiesa, a Milano, prendeva il via l’inchiesta Mani Pulite e oggi uno dei magistrati che allora era in prima linea è stato rinviato a giudizio per rivelazione del segreto d’ufficio. Si aprirà infatti il prossimo 20 aprile a Brescia il dibattimento nei confronti di Piercamillo Davigo, l’ex consigliere del Csm finito nei guai per la vicenda dei verbali di Piero Amara su una fantomatica Loggia Ungheria, caso che ha sollevato una bufera tra le fila della magistratura e che ha sullo sfondo le vicende di Eni e il modo (diverso) di condurre le indagini. A deciderlo è stato il gup bresciano Federica Brugnara proprio nel giorno del trentennale di Tangentopoli, occasione per cui Antonio Di Pietro, la toga simbolo di quella pagina di storia, ha consegnato a un post apparso sui social le sua amare riflessioni. Il giudice ha disposto che dovrà essere un collegio a stabilire se – come hanno ipotizzato i pm Donato Greco e Francesco Milanese, con il procuratore Francesco Prete – Davigo abbia davvero rassicurato il pm milanese Paolo Storari, che chiedeva di essere tutelato rispetto alla lamentata inerzia dei suoi capi, di essere persona autorizzata a ricevere quei verbali così delicati e coperti dal segreto istruttorio. Atti che a Davigo sono stati consegnati dal pubblico ministero nell’aprile 2020 e che poi “violando i doveri” legati alle sue funzioni e “abusando delle sue qualità” avrebbe diffuso ad altri componenti di Palazzo dei Marescialli in modo “informale e senza alcuna ragione ufficiale”, si legge nel capo di imputazione. Un’accusa condivisa da Sebastiano Ardita, ancora consigliere del Csm e che, ritenendosi danneggiato da quella diffusione, è parte civile nel procedimento ed è pronto a chiedere i danni. “Davigo si difenderà in dibattimento essendo certo della propria innocenza”, ha detto il suo legale, Francesco Borasi. Per Storari invece, il suo coimputato che ha scelto il processo con rito abbreviato, è stata chiesta una condanna a 6 mesi, il minimo della pena prevista dal codice. Mentre la difesa, rappresentata dall’avvocato Paolo Della Sala, ha ribadito la “legittimità” della sua condotta compatibile pure con il compendio normativo e “avallata nei comportamenti di altre persone” al Csm, nessuna delle quali “ha sollevato obiezioni formali”. In sostanza nessuno ha invitato a formalizzare la pratica Storari. Per lui si deciderà il prossimo 7 marzo. E proprio oggi, giorno dedicato all’anniversario di Mani Pulite, dopo mesi e mesi di silenzio, ha parlato chi con Davigo e Gherardo Colombo, ha indagato sul malaffare fin dalla prima ora. Antonio Di Pietro, adesso avvocato, sulla sua pagina Facebook ha scritto un messaggio che suona un po’ come una sconfitta: “Non è un giorno di festa 30 anni dopo. Sono 30 anni passati ma mi pare che aprendo il giornale ogni mattina sia tutto uguale a prima. Prima di andarmene vorrei mettere tutto in Rete affinché qualcuno un giorno possa leggere, per vedere quella diversa verità rispetto a quel che è stato raccontato”. “Sono una vergogna per il Paese – si chiede l’ex magistrato – i ladri, i corrotti, gli evasori fiscali, i mafiosi o chi, come me, li ha scoperti con l’inchiesta Mani Pulite?” “Ci volevano fermare – ricorda ancora -. Si sono messi in azione appena hanno capito che stavamo per arrivare ai piani alti del potere. Mani Pulite è stata fermata, anche perché mentre stavamo indagando sui ‘bauscia’ del Nord, siamo andati a toccare quelli che avevano contatti con la mafia al Sud”. Di quel periodo ha parlato lo stesso Davigo, oggi all’Università di Pisa per una tavola rotonda sui 30 anni di Mani pulite: “Tangentopoli emerse non perché arrivarono i magistrati ma perché quel sistema politico fondato sulla corruzione non resse dal punto di vista economico”, ha detto. E poi, con un riferimento anche al suo caso personale, ha aggiunto: “nel nostro ordinamento non esiste un efficace deterrente alla corruzione. Io stesso sono sotto processo, ma a parte che sono innocente, non ho alcuna preoccupazione, perché ho compiuto 70 anni e quindi resterei a casa”. ANSA

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Droga e mafia: 20 arrestati

Gli agenti della Polizia di Stato, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Brescia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 20 persone (15 in carcere e cinque agli arresti domiciliari), albanesi e italiani, accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso e dall’uso delle armi. L’operazione, condotta dagli agenti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Milano, è iniziata a settembre 2019 quando, seguendo un possibile canale di fornitura di droga della piazza di spaccio di Pioltello (Milano), i poliziotti sono risaliti a persone, di origini albanesi, dimoranti in alcuni comuni della Bassa bergamasca. L’attività è stata svolta con l’aiuto degli uomini delle Squadre Mobili delle Questure di Bergamo, Brescia, Bolzano, Novara, Rimini, Varese e del Reparto Prevenzione Crimine della Lombardia. ANSA

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Sequestrati 500 kg di carne non tracciata

Nell’ambito di alcuni controlli effettuati nei giorni scorsi la Sezione Annonaria della Polizia locale ha sequestrato in un laboratorio di via Aleardi circa 500 kg di carni avicole prive dei necessari documenti per la tracciabilità, comminando una sanzione di 6.500 euro ai proprietari del laboratorio risultato anche privo di regolari documenti per l’avvio dell’attività. Le carni sono state sequestrate. Il laboratorio avrebbe rivenduto la carne a un altro laboratorio che a sua volta ha per clienti alcuni ristoranti presenti nella zona di via Paolo Sarpi.

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Scarico illecito di rifiuti, 77 accertamenti e 5 notizie di reato

Tra gennaio e dicembre 2021 la Polizia locale di Milano, grazie alla collaborazione con l’Area Ambiente del Comune di Milano e AMSA che ha portato al posizionamento di 19 fototrappole (TLC) puntate su aree particolarmente interessate dal fenomeno dell’abbandono illecito di rifiuti, ha comminato 73 sanzioni amministrative. A queste si aggiungono 4 accertamenti effettuati con altro tipo di telecamera per un totale di 77 sanzioni e un valore di 34.650 euro (sono 450 euro per ogni sanzione). Sempre nel 2021 sono state trasmesse all’Autorità giudiziaria 5 notizie di reato. Il sistema vede anche uno stretto rapporto di collaborazione nelle indagini della Polizia locale con la Procura della Repubblica, ad esempio nel caso di via Bonfadini 38, per il quale sono state eseguite 32 custodie cautelari, 4 sequestri di terreni, 45 sequestri di autocarri usati per commettere i reati e si è arrivati alle condanne dello scorso 17 gennaio per traffico illecito di rifiuti e associazione a delinquere e l’abbattimento di tutte le strutture presenti costruite abusivamente. In totale, da maggio 2019, quando sono state collocate le fototrappole ed è stato attivato il servizio, sono stati oltre 400 gli accertamenti effettuati. “Questo servizio effettuato con le fototrappole – dicono gli assessori all’Ambiente Elena Grandi e alla Sicurezza Marco Granelli – consente di perseguire chi compie un reato contro l’ambiente e causa degrado in città. Frutto di una grande collaborazione tra Comune, Polizia locale e AMSA, non è il solo strumento utilizzato ma certamente è molto efficace. Importantissime restano anche le segnalazioni che arrivano dai municipi, soprattutto foto e video. Una relazione fra l’Amministrazione e i cittadini che ci aiuta a compiere indagini efficaci e a tenere pulita la città. Facciamo anche appello al senso civico di ogni cittadino – concludono gli assessori – poiché avere e mantenere una città pulita dipende sì dall’efficienza del servizio ma anche dal rispetto condiviso delle regole e dall’eduzione dei singoli cittadini, perché ogni gesto può contribuire a mantenere la città libera da rifiuti”. Le tipologie di rifiuti scaricati da auto o furgoni sono prevalentemente sacchi di rifiuti urbani, legname, mobili e arredi, elettrodomestici, parti di autoveicoli e batterie, materiale edile e di risulta. L’abbandono dei rifiuti coinvolge anche persone a piedi e in questo caso si tratta principalmente di sacchi neri con rifiuti domestici, piccoli apparecchi elettrici o elettronici, legno e arredi. Nel 2021 le fasce orarie con il maggior numero di scarichi abusivi risultano essere state per il 43% tra le 12:00 e le 18:00 e per il 39% tra le 6:00 e le 12:00.

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Tavolo in prefettura sulla sicurezza sui mezzi di trasporto

Ieri si è tenuto il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica a cui ha partecipato la direzione di Atm “per fare il punto della situazione sulla sicurezza del personale e dei passeggeri nel sistema di trasporto nell’area metropolitana milanese, argomento molto avvertito dalle organizzazioni sindacali di categoria”. Lo ha comunicato in una nota la stessa Prefettura, spiegando che “sulla rete circola quotidianamente un milione di passeggeri e a fronte di un costante e cospicuo decremento dei fenomeni di aggressione registrati dal 2009 al 2019, negli ultimi due anni si evidenziano più casi di atti vandalici soprattutto sulle linee di superficie, di diverbi anche violenti fra passeggeri e tra passeggeri e personale Atm e aggressioni ad operatori in servizio”. “Sulla rete metropolitana – prosegue il comunicato . gli episodi risultano più contenuti anche grazie all’attività quotidianamente svolta dalla Polmetro e da servizi dedicati nei fine settimana dall’Arma dei carabinieri”. “Per garantire il migliore coordinamento operativo e per una analisi più tempestiva e costante delle criticità”, è stata disposta l’attivazione di un tavolo tecnico dedicato, coordinato dalla questura, a cui prenderanno parte rappresentanti dei carabinieri, della guardia di finanza, della polizia locale e della security di Atm, e all’occorrenza, saranno coinvolti per i profili di competenza anche i vigili del fuoco. Atm “assicurerà l’informazione degli approfondimenti svolti anche alle organizzazioni sindacali nell’ambito delle ordinarie strette relazioni sindacali”.    

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Giovane accoltellato davanti a una discoteca

Un 31enne marocchino sarebbe stato accoltellato al culmine di una rissa iniziata in una nota discoteca milanese e proseguita in strada. L’uomo, riverso a terra con una ferita alla spalla sinistra verosimilmente provocata da un colpo di coltello, è stato trovato questa mattina intorno alle 5:30 circa da una pattuglia carabinieri del Nucleo Radiomobile lungo via Moscova, nel centro di Milano. Una volta sul posto, i militari hanno notato una coppia di giovani, un rtagazzo di 19 anni e la sua findanzata di 21, mentre tentavano di allontanarsi: i due sono stati identificati e portati in caserma per accertamementi. Stando a una prima ricostruzione degli investigatori dell’Arma, i due giovani avrebbero avuto una discussione verbale all’interno della discoteca “The Club” di largo La Foppa per poi venire in secondo momento alle mani quando si trovavano in strada. La vittima è stata trasportata pronto soccorso del Policlinico ma non è in pericolo di vita. Sono in corso verifiche circa la responsabilità del giovane condotto in caserma.    

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