17 Aprile 2019

Arrestato cinese con 4 chili di marijuana

Gli agenti della squadra investigativa del Commissariato Lambrate hanno arrestato a Milano un 47enne cinese trovato in possesso di circa 3,7 chilogrammi di marijuana. Secondo quanto riferito dalla questura, l’uomo è stato fermato per un controllo in piazza Artigianato, in zona Forlanini, e dalla tasca della giacca sono stati rinvenuti 9,4 grammi di “erba”. Gli agenti hanno quindi esteso la perquisizione alla sua abitazione dove in uno sgabuzzino hanno trovato con i quasi quattro chili di marijuana all’interno di buste di plastica, e nelle due camere da letto 7.250 euro in banconote di piccolo taglio che sono state sequestrate perché ritenute provento di spaccio. Askanews  

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Rissa al Parco Martesana, un ferito

Una lite tra due gruppi di minorenni, italiani da una parte e filippini dall’altra, è avvenuta ieri sera alle 19 nel parco Martesana e si è conclusa con il ferimento di un ragazzo italiano raggiunto alla testa da una pietra. Il ragazzo, dopo essere stato soccorso dagli operatori del 118 (prognosi di pochi giorni), è stato identificato dai militari dei Carabinieri intervenuti sul luogo. Mentre un altro ragazzo filippino, fermato in zona Loreto, ha confessato di aver partecipato a una rissa, scoppiata per futili motivi, poco tempo prima.

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Parco Nord, preso l’aggressore di disabili

Lo aveva guardato, secondo lui male. Per questo motivo ha picchiato a sangue a sangue un ragazzino disabile, indifeso, che stava ascoltando la musica seduto alla panchina in un parco. Lesioni gravissime alla mascella sono il risultato di questo gesto folle. Ora è in carcere, in quanto picchiatore recidivo. “Il presunto movente di questa brutale aggressione sarebbe uno sguardo da parte del sedicenne al gruppo del ventenne – ha spiegato il comandante della compagnia di Milano Porta Monforte, Silvio Maria Ponzio -. In realtà si tratta di un futile e gratuito motivo poiché il 16enne era seduto su una panchina ad ascoltare la musica con le cuffiette e ha rivolto uno sguardo distratto al gruppo soltanto perché gli altri ragazzi stavano ballando“. Tanto è bastato al ragazzo di 20 anni, poi arrestato, per scagliarsi contro lo sconosciuto, utilizzato come vittima sacrificale per accreditarsi come capo. Erano le 16.30 del 27 marzo scorso, il 20enne era assieme a cinque amici, due ragazze e tre ragazzi, che hanno assistito divertiti al massacro durato un minuto e mezzo. “Il sedicenne non si aspettava l’aggressione, guardava l’erba. All’improvviso ha sollevato lo sguardo e si è trovato davanti il ragazzo più grande che lo ha colpito con un primo schiaffo. E’ stata una escalation. Nonostante abbia tentato di scappare è stato inseguito per circa 200 metri e picchiato ancora con calci al viso mentre era a terra inerme”. Al termine del pestaggio il 16enne, che ha una disabilita di tipo cognitivo, è tornato a casa e ha raccontato tutto ai genitori che lo hanno immediatamente accompagnato in ospedale. Il 30 marzo i genitori dello studente si sono presentati ai carabinieri, in due giorni i militari hanno monitorato il parco, individuato alcuni dei ragazzi presenti e infine trovato il 20enne. La vittima lo ha riconosciuto con certezza. I carabinieri gli hanno notificato il provvedimento a casa dei genitori a Pavia, inizialmente si è mostrato spavaldo ma poi è scoppiato in lacrime dicendo di non avere intenzione di fare così male. Ma il ragazzo ha a suo carico un brutto episodio: già a dicembre 2018 era stato denunciato per lesioni personali nei confronti di un 17enne extracomunitario.    

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Gang di giovanissimi si ispirava a un videogame

Una gang di giovanissimi si ispirava a un videogame. Il branco di giovanissimi arrestati dalla Squadra Mobile di Monza che si ispirava al violento videogioco di gangster “Gta” di cui parlavano al telefono, tanto da farsi un tatuaggio sul palmo della mano come i ganster protagonisti. La banda aveva scelto un tatuaggio di numeri che una volta chiusi e accostati i palmi permette di leggere la scritta ‘Acab’ (acronimo di all cops are bastards, tutti i poliziotti sono bastardi). Tra le loro “gesta” ci sono calci e pugni al volto e alla testa, fendenti scagliati con coltelli e catene, dopo aver letteralmente accerchiato la ‘preda’ che aveva ‘osato’ calpestare il suolo del centro di Monza perché era zona loro. “Tu da qui non te ne vai finché non lo decido io” e, ancora, “questa è zona nostra” hanno minacciato. Come ‘trofei’ per le aggressioni, rapinavano i malcapitati di sigarette, cuffie per Ipad, cellulari e poco altro. Le posizioni dei minorenni solidali a sei arrestati sono al vaglio del Tribunale per i minorenni di Milano. Questa vicenda riporta all’attenzione dell’opinione pubblica il fenomeno delle baby gang, italiane e non.

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Rapinatore in bici ruba 20 telefoni cellulari

Gli agenti della Polizia indagano su una rapina verificatasi ieri alle 16.40 ai danni di un negozio di telefonia in via delle Forze Armate. Secondo quanto testimoniato dal proprietario, all’ingresso del negozio, momentaneamente privo del sistema di videosorveglianza per lavori di ristrutturazione, si sarebbe presentato un uomo in bicicletta, vestito con abiti eleganti e armato di pistola, che ha sottratto 20 telefoni cellulari di ultima generazione per un valore di circa 30mila euro.  

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Bambino cinese si perde, ritrovato dai Vigili

Piangeva disperato e solo in piazza Duomo a Milano: così due passanti hanno avvisato la polizia locale di un bambino cinese di tre anni che si era perso. Gli agenti lo hanno preso, calmato e cullato fino a farlo addormentare. Nel frattempo hanno cercato i genitori. Solo dopo quaranta minuti si è presentata da loro la tata del piccolo, una donna cinese che non parla italiano, che si era fatta accompagnare dalla commessa di un negozio come traduttrice. E’ stata la commessa, che parla cinese, a spiegare agli agenti che la tata aveva perso di vista il bambino mentre giocava sul sagrato e lo stava cercando. Poco dopo sono arrivati anche i genitori a cui il piccolo è stato riaffidato.

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