17 Luglio 2023

Sovraindebitamento, crescono del 60% le richieste d’aiuto da parte di imprese e consumatori

Sovraindebitamento, crescono del 60% le richieste d’aiuto da parte di imprese e consumatori Si tratta per lo più di consumatori (62%) e per il 38% di piccole imprese Milano, Monza Brianza e Pavia sono le aree maggiormente interessate Dal 2017 ad oggi sono state depositate in Camera Arbitrale di Milano (CAM), società interamente partecipata della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, 1206 richieste di aiuto da parte di piccole imprese “sotto soglia”, ex imprenditori e cittadini eccessivamente indebitati e in squilibrio economico e finanziario. Il fenomeno del sovraindebitamento è in costante aumento: in base ai dati CAM, emerge che nel primo semestre del 2023 sono state depositate 157 istanze, con un incremento del 59%, rispetto alle 99 istanze depositate nello stesso periodo dell’anno precedente. Milano rappresenta il 23% del totale delle domande depositate ed è quindi l’area geografica più interessata dal fenomeno. Seguono il territorio di Monza e Brianza con il 17% e Pavia con il 14% del totale delle domande depositate. Profilo dell’indebitato. Il 62% di chi ha presentato la domanda è un consumatore; nel 38% dei casi si tratta di imprese, ex imprenditori e ditte individuali. Tempi, procedure e esiti: in media sono necessari 500 giorni per la conclusione della pratica. Per quanto riguarda gli esiti l’88% delle proposte di rientro è stata omologata dal Tribunale, con esiti dunque positivi, solo il 12% è stata rigettata. La procedura della Liquidazione controllata del sovraindebitato è la più utilizzata: è stata scelta nel 56% dei casi. Questa è la fotografia elaborata dalla Camera Arbitrale di Milano, che attualmente gestisce le istanze per conto delle Camere di commercio di Como-Lecco, Cremona, Milano Monza Brianza Lodi, Pavia, Varese-Busto Arsizio, con il servizio OCC (Organismo per la gestione delle crisi da sovraindebitamento e per la liquidazione controllata), che si occupa dal 2017 delle crisi da eccesso di debito del consumatore, della impresa minore (sotto soglia fallimentare) e di realtà specifiche come l’impresa agricola, la start up o le associazioni professionali. L’OCC della Camera Arbitrale di Milano è un ente terzo, imparziale, indipendente, iscritto al n. 80 del Registro degli Organismi tenuto dal Ministero della Giustizia. “Il servizio di gestione delle crisi da eccesso di debito della Camera Arbitrale di Milano ha gestito in 7 anni oltre 1200 richieste d’aiuto, con un incremento del 60% nel primo semestre di quest’anno– ha dichiarato Rinaldo Sali, Vicedirettore della Camera Arbitrale di Milano e responsabile dell’Organismo per la gestione delle crisi da sovraindebitamento e per la liquidazione controllata del patrimonio. “Questo incremento riflette un generale stato di difficoltà economica stratificato negli anni che può trovare nel nostro servizio di gestione delle crisi un valido supporto. Il nostro impegno sul territorio e a favore del sistema economico e sociale è quello di aiutare il consumatore e il piccolo imprenditore (non fallibile) a risollevarsi e a trovare una possibile via d’uscita per far ripartire la propria attività.”   LE DOMANDE PER AREE TERRITORIALI In base ai dati raccolti in CAM dal 2017 al 30 giugno 2023, Milano con 274 domande depositate rappresenta l’area territoriale che fa più ricorso al servizio di gestione delle crisi da sovraindebitamento, concentra infatti il 23% del totale delle domande depositate. Monza con 202 domande depositate detiene il 17% del totale; Pavia con 168 domande rappresenta il 14%, Como con 137 domande depositate rappresenta il 11%, Cremona con 33 domande rappresenta il 3%, Lecco con 79 domande rappresenta il 6%, Varese con 102 domande rappresenta il 8%, Busto Arsizio con 117 domande rappresenta il 10%, Lodi con 44 domande rappresenta il 4%, Sondrio con 30 domande depositate rappresenta il 2% del totale delle domande, Mantova con 20 domande rappresenta il 2%. N.B. CAM ha gestito le istanze del territorio di Mantova fino al 2019 e le istanze del territorio di Sondrio fino al 2022. La ripartizione prende in considerazione le domande per competenza dei Tribunali chiamati all’omologa del piano di rientro.   LA PROCEDURA: APPROFONDIMENTO   Chi può accedere per legge al sovraindebitamento: il consumatore; l’imprenditore agricolo; la cd. start up innovativa; l’ex imprenditore; lo studio professionale; tutte le altre (piccole) imprese non fallibili (che, cioè, stanno sotto la cd. “soglia fallimentare”). Per la maggior parte le domande provengono da debitori civili (consumatori indebitati), piccoli imprenditori o ex imprenditori insolventi. Tempi medi. 500 giorni in media dalla domanda di gestione fino alla conclusione della pratica (cioè al deposito del piano o dell’accordo in Tribunale perché sia omologato dal giudice). Come funziona la procedura. Il debitore presenta una proposta per il rientro del debito o per la liquidazione del patrimonio. Il gestore della crisi (l’esperto) nominato dall’OCC analizza la situazione debitoria e la attesta in una relazione. Il Tribunale, su istanza del debitore, può omologare la proposta oppure rigettare l’istanza. LE PROCEDURE PIÙ UTILIZZATE Su 1206 domande depositate al 30.06.2023, la procedura maggiormente utilizzata è quella della Liquidazione controllata del sovraindebitato utilizzata nel 56% dei casi, segue la Ristrutturazione dei debiti del consumatore con il 22% dei casi, il Concordato minore scelto nel 18% dei casi e l’Esdebitazione del debitore totalmente incapiente procedura utilizzata nel 4% dei casi (quest’ultima procedura è subentrata a fine 2020). Le quattro procedure. Concordato minore: riguarda il piccolo imprenditore o l’ex imprenditore e la proposta di accordo deve essere accettata dal 50% dei creditori; Ristrutturazione debiti del consumatore: è la proposta del debitore-consumatore (dunque non professionista) e non ha bisogno dell’assenso dei creditori per essere omologata dal giudice; Liquidazione controllata del sovraindebitato, quando il giudice nomina un liquidatore per destinare ai creditori le disponibilità e i beni del debitore, al netto di quelli essenziali per vivere. Si assiste, negli anni, a un incremento di questo tipo di procedura; l’Esdebitazione del debitore totalmente incapiente: è riservata alle persone che al momento attuale non hanno a disposizione nulla da offrire ai creditori, la procedura resta aperta per 4 anni durante i quali la sfera economica del soggetto liberato dai debiti viene monitorata. Accedi qui per tutte le info. ESITI Su 1206 domande depositate dall’inizio dell’attività, un terzo è stata archiviata d’ufficio, le restati, dopo essere state gestite e processate dal gestore della crisi, sono state presentate al Tribunale per l’omologa che ha provveduto all’omologa nell’88% dei casi; nel 12% dei casi ha rigettato il piano di rientro presentato. TUTTI I SERVIZI CAM Nata nel 1985, CAM è la prima Istituzione

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Presidio esodati Superbonus, Di Marco (M5S): «Muro di gomma di Regione Lombardia: centrodestra incapace di dare risposte»

Presidio esodati Superbonus, Di Marco (M5S): «Muro di gomma di Regione Lombardia: centrodestra incapace di dare risposte» Nicola Di Marco (M5S): «Ho incontrato una delegazione dei rappresentanti degli esodati del Superbonus per ribadire il nostro sostegno. Queste persone, la cui unica colpa è quella di aver creduto nello Stato, sono state cinicamente abbandonate dal Governo Meloni, che dopo averle mandate sul lastrico, ha avuto la faccia tosta di promettere senza mantenere. Il centrodestra in Lombardia ha fatto peggio: in campagna elettorale ha detto che sarebbe intervenuto, sostenendo di fatto la bontà del nostro progetto di legge per lo sblocco dei crediti incagliati, salvo poi piegarsi alla volontà del governo subito dopo le elezioni. Non solo, lo scorso maggio il Consiglio regionale ha approvato la nostra mozione che impegnava la Giunta ad attivarsi presso il Parlamento, il Governo e la Conferenza Stato-Regioni affinché potesse ripartire al più presto la cessione dei crediti maturati da privati, imprese e tecnici nel 2021, 2022 e 2023. Anche intervenendo tramite le partecipate statali quali Poste italiane e Cassa depositi e prestiti, impegni che nei fatti il centrodestra ha trasformato in lettera morta. Alla difficoltà del vedere i propri crediti bloccati, si sommano quindi le prese in giro di una Giunta regionale che, sulla scorta del governo nazionale e in piena continuità con le peggiori intenzioni del governo Draghi, rifiuta persino di ascoltare le richieste degli esodati del Superbonus, il tutto mentre elargisce in poco più di un anno 1,5 miliardi di euro a Pedemontana. Il M5S Lombardia ha anche chiesto che gli esodati venissero ascoltati in Commissione Attività Produttive ma fino ad oggi non sono stati ancora convocati, ma è logico che chi non è capace di dare risposte si rifiuti persino di ascoltare» così il capogruppo del Movimento Cinque Stelle in Regione Lombardia, Nicola Di Marco, al termine dell’incontro con gli esodati del Superbonus, riuniti in presidio sotto Palazzo Lombardia.

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“Milano: L’importanza di preservare il territorio nel contesto dei cambiamenti climatici”

“Milano: L’importanza di preservare il territorio nel contesto dei cambiamenti climatici” Introduzione: Negli ultimi decenni, Milano ha subito un’intensa crescita urbana, caratterizzata da un proliferare di nuovi palazzi e grattacieli che si innalzano nel cielo. Tuttavia, mentre la città si sviluppa e si trasforma, è fondamentale riflettere sull’importanza di non costruire troppi palazzi e di preservare il territorio. In un’epoca di cambiamenti climatici sempre più evidenti, l’espansione incontrollata e l’eco di cemento rischiano di mettere a repentaglio l’ecosistema e la qualità della vita dei cittadini. Il pericolo di un eco di cemento: L’eccessiva densificazione urbana può portare a un fenomeno noto come “eco di cemento”, in cui la natura viene soppiantata da superfici impermeabili e inutilizzabili dal punto di vista ecologico. Questa tendenza porta a un aumento dell’impermeabilizzazione del suolo, che comporta una maggiore esposizione agli effetti delle alluvioni e delle inondazioni. Inoltre, le aree urbane con una copertura prevalente di cemento e asfalto tendono ad assorbire e trattenere il calore, creando le cosiddette “isole di calore” che aggravano ulteriormente gli effetti del cambiamento climatico. I rischi di un’edilizia senza considerare i servizi per il territorio: Nel corso dello sviluppo urbano, spesso si dimentica di considerare l’importanza dei servizi per il territorio. Questi includono parchi, aree verdi, spazi aperti, sistemi di drenaggio, reti di trasporto pubblico efficienti e infrastrutture per la gestione sostenibile dell’acqua e dei rifiuti. Senza tali servizi, le città si trovano ad affrontare problemi come l’inquinamento atmosferico, l’accumulo di rifiuti, la carenza di aree ricreative e di svago, e l’inefficienza nel movimento delle persone. Preservare il territorio nel contesto dei cambiamenti climatici: I cambiamenti climatici rappresentano una minaccia concreta per le città di tutto il mondo, e Milano non fa eccezione. La costruzione sconsiderata di palazzi senza tener conto degli impatti ambientali può esacerbare i problemi legati ai cambiamenti climatici e aumentare la vulnerabilità della città. Pertanto, è cruciale adottare un’approccio olistico nell’edilizia urbana, che consideri attentamente l’equilibrio tra lo sviluppo urbano, la conservazione del territorio e la sostenibilità ambientale. Un approccio sostenibile all’edilizia: Per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici e preservare la qualità della vita nelle città, è necessario adottare un approccio sostenibile all’edilizia. Ciò significa promuovere la densificazione intelligente, incentrata sulla riqualificazione di aree già urbanizzate anziché sulla continua espansione urbana. Inoltre, bisogna favorire la progettazione urbana che preveda la creazione di spazi verdi accessibili, parchi pubblici, giardini verticali e sistemi di drenaggio sostenibili per ridurre l’impermeabilizzazione del suolo e mitigare gli effetti delle inondazioni. Conclusioni: La città di Milano affronta sfide significative nel contesto dei cambiamenti climatici, e la costruzione sconsiderata di palazzi può aggravare ulteriormente la situazione. Preservare il territorio, promuovere l’edilizia sostenibile e considerare i servizi per il territorio sono elementi fondamentali per creare città resilienti e in grado di adattarsi ai mutamenti climatici. Solo attraverso un approccio bilanciato e consapevole si potranno garantire un futuro sostenibile e una qualità della vita elevata per i cittadini milanesi.

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“LAMBRATE SPARITA? NO, GRAZIE!”

“LAMBRATE SPARITA? NO, GRAZIE!” (riportiamo il comunicato del gruppo di cittadini “Lambrate-Rubattino Riparte) Flashmob dei residenti contro la demolizione di un isolato liberty della Vecchia Lambrate Lambrate è conosciuto come un quartiere animato e creativo dalla forte socialità. Una reputazione che si è confermata anche nel flashmob organizzato venerdì 14/7 pomeriggio dal gruppo di cittadinanza attiva “Lambrate-Rubattino Riparte” per protestare contro l’imminente abbattimento di un angolo della Vecchia Lambrate finora sopravvissuto all’urbanizzazione spinta che il quartiere sta conoscendo. Un intero isolato nella caratteristica via Folli – costituito da due palazzine liberty ai civici 41 e 43 e dalla dismessa fabbrica di biciclette Cinelli al civico 45 e fiancheggiato su un lato da suggestivi orti sul Lambro – a breve sarà demolito per far spazio a una palazzina di 100 appartamenti realizzata dal gruppo Bluestone-Patron Capital. “Oggi con una trentina di flashmobber abbiamo protestato contro le ‘riqualificazioni’ che spazzano via l’identità e la storia dei quartieri. Succede in via Folli, dove verrà abbattuto un intero isolato Liberty della Vecchia Lambrate che sarà sostituito da una residenza moderna, ma accade anche in tanti altri quartieri di Milano. E non dimentichiamo che riqualificare ristrutturando, invece che abbattere e ricostruire, aiuta anche l’ambiente e l’aria che respiriamo”: è quanto scrivono le organizzatrici – Adriana Berra e Irene Pizzocchero – nel post che accompagna il reportage fotografico del flashmob sulla pagina Facebook di “Lambrate Rubattino Riparte. Sulla stessa piattaforma social, nei gruppi di zona 3 in cui è rimbalzata, l’iniziativa dei flashmobber ha raccolto moltissimi “like”, a conferma che tanti milanesi sono molto sensibili al tema del “nuovo che avanza” cancellando la storia e l’identità della loro città. Qualche giorno prima, martedì 11/7, Berra e Pizzocchero avevano partecipato all’incontro organizzato dal Municipio 3 per illustrare ai residenti il Piano d’Area per Lambrate-Rubattino. Dati alla mano, si erano lamentate con l’Assessore alla Riqualificazione Urbana, Giancarlo Tancredi, dell’eccessiva proliferazione di progetti di edilizia residenziale: secondo i dati raccolti da “Lambrate-Rubattino Riparte” nell’area compresa tra via Rombon e l’Ortica sono già realizzate o in via di realizzazione oltre 2100 nuove unità abitative distribuite in una quindicina di nuovi quartieri residenziali, ognuno nato dalla riconversione di aree dismesse, quasi sempre ex industriali, il cui unico destino è quello di venir costruite con una premialità sulle volumetrie che fa gola agli immobiliaristi. Nel caso di via Folli 41-43, però, le due palazzine liberty potevano essere oggetto di una ristrutturazione, che avrebbe salvaguardato l’aspetto storico e paesaggistico di uno degli ultimi, caratteristici angoli della Vecchia Lambrate. Durante il flashmob, i manifestanti hanno sostato anche davanti a via dei Dardanoni 10, per ricordare “un triste episodio di speculazione edilizia che ha visto gli anziani inquilini sfrattati dall’edificio storico, corrispondente agli annessi della Villa Folli. Il nuovo proprietario ha subito rimesso in vendita i 19 appartamenti a prezzi al mq in linea con il mercato”. “Anche gli anziani sono un patrimonio della Vecchia Lambrate!” hanno commentato i flashmobber su Facebook accennando anche alla gentrificazione in atto nel quartiere con conseguente espulsione dei residenti economicamente più fragili. Il gruppo “Lambrate-Rubattino Riparte” sostiene anche la petizione per l’apertura di un quarto varco nella ferrovia di Lambrate lanciata dalla sua amministratrice Adriana Berra come possibile soluzione al cronico problema della viabilità in quartiere. Problema che sembra destinato ad aggravarsi ancora, per il previsto incremento di popolazione: 2100 nuovi appartamenti significano 2100 nuove famiglie di residenti, ognuna con ogni probabilità dotata di un automobile.

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