Oggi è un giorno bellissimo

Oggi è un giorno bellissimo. Lo è perché ricorre l’anniversario delle foto con i camion, del primo vero impatto italiano con l’epidemia, dell’ondata di morti, ma soprattutto ricorre l’anniversario delle mani tese. Di gesti di cuore. Di lavoro fino allo sfinimento di migliaia di operatori sanitari. Di ricchi che donano botte di dieci milioni di euro a testa. Un’onda d’amore che è riuscita seppur a fatica a non far saltare del tutto le reti sociali e le menti di dieci milioni di lombardi. Mentre tanti scappavano dalla barca che sembrava affondare, in centinaia di migliaia si sobbarcavano il peso di traghettarci oltre la tempesta. Ricchi, poveri, alti, bassi, dalle pianure, dalle colline fino in cima alle montagne in tantissimi hanno impegnato tutta la loro anima per aiutare le persone intorno a loro. Senza chiedere chi erano o quante case al mare avessero. Per una volta siamo stati davvero tutti lombardi, stretti a coorte, come canta l’inno di Mameli, ma una coorte di innamorati come quella raccontata nel Fedro. Una falange invincibile perché il suo legame era l’amore di ciascuno per la persona al suo fianco. Per un breve periodo si è persino fermata la guerra tra generazioni. Tutti decisi a fare tutto il possibile per salvare più vite possibili contro un nemico invisibile. Il 2020 non passerà alla storia nella maniera giusta se non cercheremo di ricordare che siamo stati migliori di come ci raccontiamo. Oggi è un giorno bellissimo e non dobbiamo dimenticarlo, perché potrebbero arrivare altre pandemie pronte a falcidiarci. Per avere un futuro, il capitale più importante da salvare è ciò che ci ha permesso di trovare una mano o un sorriso anche nei momenti più bui.