18 Agosto 2021

La rivolta delle forze dell’ordine contro il green pass in mensa

La rivolta delle forze dell’ordine contro il green pass in mensa. Il Sindacato autonomo della Polizia ha infatti scritto al ministro Luciana Lamorgese per chiedere un passo indietro al governo sulle disposizioni che impongono anche alle forze dell’ordine il green pass per accedere alle mense: come sottolineato anche da Massimiliano Pirola, segretario SAP di Milano, l’ordine non tiene conto della specificità del lavoro delle forze dell’ordine. Né tanto meno che si chiede un documento per mangiare insieme ai colleghi a chi già ci vive: buona parte degli operatori di sicurezza infatti vivono in residenze collettive e lavora a stretto contatto con i colleghi. Inoltre, il governo non ha tenuto conto che non si sono registrati focolai nelle mense delle forze dell’ordine perché fin dai primi mesi sono stati applicati dei rigidi protocolli di sicurezza anti Sars-Cov-2. La rivolta delle delle forze dell’ordine contro il green pass in mensa è dunque arrivata quando gli agenti e i militari si sono trovati a vagare per i cortili o i marciapiedi con i vassoi della mensa a causa delle nuove disposizioni. Un sussulto di chi ha combattuto in prima linea contro la pandemia fin dai primi mesi del 2020 e che ora vede equiparata la mensa di lavoro a un qualsiasi ristorante. Un brutto colpo per il governo Draghi che proprio sulle forze dell’ordine sta potendo contare per la propria capacità di agire e che vede il dicastero di Roberto Speranza al centro delle critiche perché la direttiva sulle mense (inviata il 14 agosto) è stata ispirata dalle linee guida del Ministero della Salute. Quanto potrebbe contare per la stabilità dello stesso esecutivo nazionale la rivolta delle forze dell’ordine contro il green pass in mensa? Per fortuna di Draghi non si intravedono a breve elezioni, perché la coalizione dovrebbe reggere almeno fino al 2021, però chi lo sostiene in Parlamento prima o poi dovrà rendere conto agli elettori del proprio operato.

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Continua il crollo

Continua il crollo. Il Bitcoin è sceso a 38mila euro al pezzo e l’Ethereum viaggia di poco sopra i 2500 euro, come sa chi ha seguito gli andamenti si tratta comunque di un buon numero rispetto a quelli dei mesi scorsi, ma meno dei 2800 a cui era arrivato solo un paio di giorni fa. Pare dunque che dopo l’exploit che ha fatto risalire le quotazioni, ora sia ritornata una fase di bassa marea, ma per averne la certezza non resta che attendere ancora qualche giorno per capire se è solo uno stop momentaneo o una fase lievemente più lunga.

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Venerdì al Castello il concerto “Movies!”

Venerdì al Castello il concerto “Movies!”. Si chiama “Movies!” il concerto dedicato alle più belle colonne sonore del cinema, riarrangiate in chiave jazz per big band, in programma venerdì 20 agosto (inizio live ore 21.15, ingresso 10 euro) nel Cortile delle Armi del Castello Sforzesco di Milano nell’ambito del cartellone dell’Estate Sforzesca: i protagonisti di questo imperdibile appuntamento con la musica dal vivo saranno la Monday Orchestra, diretta da Luca Missiti, e Paolo Tomelleri, tra i più amati e rappresentativi esponenti del jazz italiano, conosciuto soprattutto come clarinettista e sassofonista (ma in gioventù ha suonato anche la chitarra e il basso elettrico, accompagnando artisti quali Giorgio Gaber e Adriano Celentano). “Movies!” è un viaggio sonoro nella storia del cinema: il repertorio proposto spazierà dai brani dei più celebri autori italiani come Ennio Morricone (“Il Buono, il Brutto, il Cattivo”) e Nino Rota (“8 e 1/2”, “Il Padrino”) a quelli dei più importanti compositori americani come John Williams (“Star Wars”), Leonard Bernstein (“West Side Story”), Henry Mancini (“La Pantera Rosa”, “Moon River”) e Charlie Chaplin (“Smile”), ma non solo. Per la Monday Orchestra, big band di 18 elementi nata a Milano nel 2006 da un’idea dello stesso Missiti e del trombettista Pietro Squecco, con l’obiettivo di creare un organico capace di rivisitare i classici dello swing e gli standard del jazz, ma anche brani pop e funk, si tratta di un ritorno al Castello Sforzesco, visto che proprio qui, lo scorso anno, aveva presentato “Come Together”, un progetto dedicato alla musica dei Beatles. Afferma il direttore della Monday Orchestra: «Siamo molto felici di suonare, per il secondo anno consecutivo, per l’Estate Sforzesca dopo un periodo difficile come quello che ci siamo lasciati alle spalle. Non vediamo l’ora di esibirci con un grande musicista come Paolo Tomelleri, al quale siamo molto legati e con cui abbiamo collaborato spesso in passato». Divideranno il palco con Tomelleri i trombettisti Emilio Soana, Daniele Moretto, Giancarlo Mariani e Pietro Squecco, i trombonisti Andrea Andreoli, Federico Cumar, Daniele Zanenga e Davide Albrici, i sassofonisti Giulio Visibelli, Andrea Ciceri, Tullio Ricci, Rudi Manzoli e Ubaldo Busco, il pianista Davide Cabiddu, il contrabbassista Marco Mistrangelo, il batterista Francesco Meles e, ovviamente, Luca Missiti, che ha curato gli arrangiamenti dei brani in scaletta. Un po’ di storia In quindici anni di attività la Monday Orchestra si è esibita nei principali festival italiani insieme a solisti di fama nazionale e internazionale, da Randy Brecker a Bob Mintzer, da Mike Mainieri a Fabrizio Bosso, da Sarah McKenzie a Dick Oatts, da Gianluigi Trovesi a Franco Ambrosetti, solo per citarne alcuni. Tra le altre collaborazioni maturate fino a oggi spiccano quelle con Tullio De Piscopo, Emanuele Cisi, Daniele Scannapieco, Maurizio Giammarco, Rosario Giuliani, Emilio Soana, Paolo Tomelleri, Gabriele Comeglio, Mario Rusca, Dario Faiella, Mauro Negri, Christian Meyer e Paola Folli. La big band milanese ha quattro album all’attivo, l’ultimo dei quali è “Never Alone. The Music of Michael Brecker”, realizzato con il contributo, tra gli altri, di Randy Brecker, Mike Mainieri, Bob Mintzer, Emanuele Cisi, Daniele Scannapieco e Maurizio Giammarco e presentato con un concerto sold-out al Blue Note di Milano. Venerdì 20 agosto 2021 Estate Sforzesca, Castello Sforzesco, Cortile delle Armi, Milano “Movies!” – Monday Orchestra feat. Paolo Tomelleri Inizio concerto: ore 21.15. Ingresso: 10 euro; entrata gratuita per i bambini di età inferiore ai 10 anni. Biglietti in prevendita su www.mailticket.it e in cassa la sera del concerto. Info: incontrodarti.eventi@gmail.com Organizzazione: Associazione Incontro d’Arti.

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L’Asilo Mariuccia apre le porte alle donne afghane

L’Asilo Mariuccia apre le porte alle donne afghane. A renderlo noto è il generale Camillo De Milato, presidente dell’ente benefico milanese, in una nota in cui spiega come la fondazione Asilo Mariuccia abbia dato la sua disponibilità ad accogliere 8 donne afghane “per salvare otto vite” è specificato nella nota. L’ennesimo esempio ci come il mondo dell’accoglienza milanese sia sempre pronto a intervenire nelle situazioni di emergenza per soccorrere i più bisognosi. L’Asilo Mariuccia poi vanta una storia centenaria di supporto alle donne in difficoltà, non sorprende dunque che di fronte alla catastrofe seguita allo scioglimento del governo afghano in appena tre giorni sia proprio l’ente benefico milanese tra i primissimi a tendere una mano alle donne che riusciranno a mettersi in salvo. Perché nonostante le parole rassicuranti del nuovo governo talebano che assicura amnistie, rispetto dei diritti umani e delle donne in particolare, sono in pochi a fidarsi di chi fonda il proprio credo su precetti che pongono la donna in posizioni di sudditanza rispetto agli uomini. E in ogni caso è già partito un esodo che secondo gli analisti più pessimisti rischia di trasformarsi in una fuga di massa dall’Afghanistan. Basti pensare a Kabul, una città da 6 milioni di persone che solo in parte condividono gli ideali talebani. Di fronte però a questa ipotetica migrazione di massa Milano e le sue istituzioni storiche come l’Asilo Mariuccia hanno dimostrato una volta di più di essere pronti ad aprire le braccia per supportare i più deboli.  

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L’eutanasia non è autodeterminazione, ma istigazione all’omicidio

L’eutanasia non è autodeterminazione, ma istigazione all’omicidio. Il titolo non è della redazione dell’Osservatore, ma della lettera che abbiamo ricevuto e che riteniamo sia giusto pubblicare, così come faremmo altrettanto volentieri se altri lettori volessero inviarci un loro pensiero sull’eutanasia. Dunque ecco la lettera del dotto Mandelli: Spett. redazione  de l’ “Osservatore Menegnino”, Cappato & company sbandierano continuamente lo slogan “La mia vita appartiene a me”. Questa presunta autodeterminazione stride però con una evidenza clamorosa. E cioè che l’ eutanasia uno non se la dà da solo, ma viene data da un’altra persona. La quale si trasforma automaticamente in omicida. Infatti uccidere un’altra persona, a casa mia, è sempre e soltanto omicidio, anche se avviene su richiesta. E’ molto ipocrita questa gente. Quando gli fa comodo si appellano alla “autodeterminazione”; quando non gli fa più comodo, chiedono che sia un’ altra persona ad assumersi l’onere dell’ assassinio.. Con tutte le conseguenze legali e morali che ciò comporta. A mio parere, gli esseri umani non sono e non potranno mai essere autorizzati ad uccidere una persona, anche se la vittima lo richiede. Del resto i radicali sono i promotori della campagna contro la pena di morte, che, a loro avviso, giustamente, non può mai essere ammessa, anche se il condannato la chiedesse. Con che faccia vogliono riesumare la pena di morte, sotto forma di eutanasia? Angelo Mandelli

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L’Italia aspira ad avere una donna Presidente della Repubblica 

L’Italia aspira ad avere una donna Presidente della Repubblica    Si indicano diversi nominativi  relativamente al successore di Sergio Mattarella. Sorprende che poco spazio  sia destinato a nominativi di donne. In realtà l’Italia sarebbe ben lieta di avere una donna Presidente della Repubblica. Se è vero che che occorra umanizzare la vita politica e renderla foriera di cultura materna, ossia di cultura dell’accoglienza e della pedagogia della solidarietà e dell’amore verso gli altri ed il creato, è anche vero che tale cultura possa essere incarnata, in modo mirabile, proprio da una donna. Da una donna che non appartenga ai ranghi del potere, ma che provenga da un ceto umile e che incarni i valori scaturenti dalla cultura della legalità, della giustizia sociale e della conoscenza, nell’accezione più universale del termine, che possono condurre a mete sempre più elevate di civiltà. I tempi sono maturi per eleggere una donna Presidente della Repubblica. C’è chi afferma che gli occhi delle donne vedono aspetti della realtà che, da sempre, sono rimasti avvolti dal buio più profondo e che, per tale motivazione, il progresso dell’umanità non si sia mai realmente concretizzato nelle sue forme più evolute, come le tragedie attuali dimostrano amaramente. di Biagio Maimone

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