19 Settembre 2019

Domenica arriva “Puliamo il mondo”

Domenica arriva “Puliamo il mondo”. Per il fine settimana l’Associazione di Volontariato Comitato Bicocca, l’Osservatorio Mameli e il Comitato Soci Volontari COOP Sesto-Bicocca aderiranno all’iniziativa “Puliamo il mondo”, edizione italiana di “Clean up the World”, il più grande appuntamento di volontariato ambientale del mondo che Legambiente Italia coordina. È un’iniziativa di cura e di pulizia, un’azione concreta, per chiedere e avere città più pulite e vivibili. Un piccolo gesto di grande valore educativo che contribuisce a sviluppare il senso civico dei partecipanti e dei residenti. Ecco l’organizzazione della giornata: • Ore 10: Ritrovo al Parco della Torre (di fronte al Bicocca Village). All’interno del Parco della Torre, presso dei gazebo, ci sarà un Punto Informativo dove verranno forniti i kit di pulizia (cappelli, guanti gommati, pettorine, sacchi) utili per la pulizia che ci renderanno riconoscibili ed identificabili come volontari. Poi si formeranno le squadre di pulizia coordinate da un responsabile delle associazioni e verranno indicate le zone d’intervento. • Ore 12: Le squadre porteranno i rifiuti raccolti al punto di partenza (Parco della Torre). Amsa provvederà allo smaltimento. Info: http://www.comitatobicocca.it/oppure https://forms.gle/Qe7J3KhmdCSStT627.

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Fenomeni di razzismo nei confronti dei meridionali. Lo Stato intervenga

di Biagio Maimone – L’ episodio doloroso ed esecrabile della donna picchiata a Forlì, tartassata, anche moralmente, con i termini “terrona “, “puzzolente” e “mafiosa”, che segue, soltanto dopo pochi giorni, l’episodio verificatosi a Malvaglio, in provincia di Milano, nei confronti di una ragazza foggiana, a cui una signora ha negato l’affitto della propria casa perché meridionale, è un evidente segnale che nel nostro Paese sta per prendere piede il razzismo, l’odio e la discriminazione nei confronti dei meridionali, nonché nei confronti degli extracomunitari. Sarebbe riduttivistico definire tali episodi come frutti del campanilismo: si tratta, a nostro avviso, di odio razzistico da parte dei settentrionali nei confronti dei meridionali, come accadeva negli anni sessanta. Tale forma di odio sembrava essere stata superata, forse per l’avvento del fenomeno dell’immigrazione legata al processo di globalizzazione C’è da chiedersi perché si è ritornati indietro. Riteniamo che alcune persone, facilmente influenzabili, siano state contagiate dai titoli degli articoli di alcune testate giornaliste, le quali, pertanto, sono responsabili di aver fomentato la discriminazione razziale nei confronti dei cosiddetti “terroni”. Il termine “terrone” è spregiativo, non si tratta assolutamente di un aggettivo simpatico e scherzoso che rimanda alla terra. La responsabilità civile e penale di chi utilizza tali termini è, senza alcun dubbio, di rilevante portata, in quanto si incita all’odio sociale. Non può essere definito giornalismo, ma propaganda razziale, scrivere pagine di disprezzo nei confronti di singole persone, di gruppi e di nazioni. Non può passare inosservato chi strumentalizza la propria attività giornalistica ponendola al servizio di chi diffonde odio e violenza. È ora di dare un taglio netto a tale modo di procedere nel campo della comunicazione ed è ora che le Istituzioni preposte, anche mediante l’intervento del Presidente della Repubblica e del Presidente del Consiglio, pongano fine a qualsiasi forma di razzismo, mediante l’applicazione inderogabile delle leggi che lo prescrivono severamente. È immorale e deve essere punito chi fa del giornalismo un’arma propagandistica della violenza razzistica, che fomenta la guerra civile.

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