Secondo la ricostruzione di Pietro Carlo Artusi, l’italiano di 48 anni che ieri sera davanti al sostituto procuratore Grazia Colacicco ha ammesso di aver ucciso Roberta Priore, compagna 53enne il cui corpo è stato trovato ieri, verso le 16, in via Piranesi, causa dell’omicidio sarebbe stata una lite cominciata a cena, in un locale in zona Ortica, e poi proseguita a casa. I due, la cui relazione era iniziata circa 6 mesi fa, convivevano insieme, sebbene nell’ultimo mese ci fossero stati già due diversi interventi della Polizia per liti tra i due.
L’allarme è scattato ieri alle 16 quando la figlia della donna, che già da un giorno aveva provato senza fortuna a contattare la madre, si è diretta a casa della stessa, in via Piranesi, e lì ha trovato la porta chiusa insieme a dense nuvole di fumo che uscivano dalla finestra. L’intervento di Polizia e Vigili del Fuoco ha permesso di scoprire il corpo della vittima avvolto in una coperta. Mentre era in atto l’intervento, intanto, Artusi ha fatto ritorno all’abitazione ed è stato subito bloccato dagli agenti che lo hanno portato in Questura dove, nel corso di un lungo interrogatorio, ha ammesso la responsabilità dell’omicidio.
La causa sarebbe stata, stando alla sua ricostruzione, una discussione avvenuta nel locale dove i due erano andati a cena. Lì la donna avrebbe parlato al bancone con un altro uomo scatenando la gelosia del compagno che se ne sarebbe andato. La vittima sarebbe poi tornata a casa in taxi dove la discussione sarebbe ricominciata. I due sarebbero venuti alle mani, reazione dovuta forse anche al consumo di cocaina durante la serata. Lei avrebbe cercato di colpirlo impugnando un coltello e l’uomo in risposta avrebbe cercato di tapparle la bocca con un cuscino causandone la morte per soffocamento. Resosi conto di ciò che aveva fatto Artusi ha spiegato di aver staccato i tubi del gas cercando di soffocarsi e poi di far scoppiare un incendio gettando dei fogli in fiamme sul corpo senza vita della compagna.
La Polizia ritiene plausibile la ricostruzione effettuata dall’uomo, sebbene ancora alcuni particolari non siano del tutto chiari. L’effettiva data della morte, ad esempio, che potrebbe essere avvenuta domenica sera, un giorno prima rispetto a quanto dichiarato. Il reato contestato a Pietro Carlo Artusi è quello di omicidio volontario. La vittima era stata suo malgrado protagonista già in passato di un triste fatto di cronaca: nel 2005 la figlia era morta precipitando da un balcone.